«Non voglio entrare. Vai da sola, ti aspetto qui» Grace si pianta in mezzo al marciapiede, con le braccia incrociate al petto e le sopracciglia aggrottate.
«Stai scherzando, spero»
«Sono serissima. Io lì dentro non ci entro», guarda con un brutto cipiglio l'entrata del centro estetico, e io sbuffo afferrandole un polso.
«Tu mi hai fatto prendere appuntamento, e tu ora vieni con me» ribatto trascinandola dentro l'ingresso dalle mattonelle chiare. Ci sediamo accanto a una ragazza dai tratti orientali, che sfoglia un'edizione di Vogue con occhio critico, fotografando qualcosa che non riesco a vedere, visto che c'è Grace di mezzo.
Quando arriva il nostro turno ci alziamo insieme, e seguiamo una ragazza fino alla stanza. Grace manda me per prima, quindi mi sfilo i pantaloni e la fulmino con un'occhiataccia.
«Certo che dovresti fare qualcosa per quella cellulite» esordisce la mia coinquilina, seduta sulla sedia accanto al lettino, mentre piego i miei pantaloni color panna.
«Quale cellulite, scusa?»
«Questa» replica lei, indicando il retro della mia coscia sinistra. L'entrata dell'estetista pone fine all'accurata analisi del mio fondoschiena, quindi mi sistemo sul lettino e fulmino con lo sguardo la mia amica, che sorride divertita.
Quaranta minuti dopo ho di nuovo i pantaloni addosso ed è Grace ad essere seduta sul lettino questa volta. Ignoro le sue imprecazioni e cerco su internet donne con la cellulite, cercando delle mie foto in costume nel rullino per confrontarle. Poi scopro che anche Alessandra Ambrosio ha la cellulite, e mi si apre un mondo. Prendo atto che è un difetto pressoché impossibile da eliminare e che le modelle ne sono terrorizzate. E che la buccia d'arancia non piace ai ragazzi.
Ma che cazzata, dai. Quelli non si accorgono neanche se ti sei rasata a zero.
Il mio umore scende comunque sotto il livello degli scavi romani, mentre scorro la galleria di foto scattate durante il VS fashion show. Intanto Grace sta urlando mentre minaccia di denuncia l'estetista. Neanche il messaggio di Adrien, che mi chiede di andare a casa sua dopo il mio importantissimo impegno, mi rallegra.
Ok, va bene, ho sorriso.
Ma il pensiero di andare da lui con la cellulite mi ha subito abbattuta.Quando usciamo da centro estetico comunque, non posso fare a meno di ritornare sulla questione.
«Non mi sento la pelle. E le gambe. E l'inguine» sbraita Grace mentre risaliamo insieme via Merulana. Io alzo gli occhi al cielo, battendole una mano sulla spalla.
«Dai che tra un po' andrà meglio» la rassicuro, cercando di distrarla dal dolore. «Posso chiederti una cosa?» continuo poi, con la parola cellulite stampata nelle palpebre.
«Dimmi»
«Scherzavi sulla cosa della cellulite?», svoltiamo a sinistra, avvicinandoci al nostro palazzo.
«Perché?»
«Perché è una cosa seria! Parliamo di cellulite» replico sbuffando. Lei ridacchia, facendo scattare la serratura del portone.
«Dai Amy, è una cavolata» mi conforta prima di entrare e chiudersi il portone alle spalle. Io mi volto, sconsolata, e inizio a camminare verso casa di Adrien. Il mio cellulare prende a squillare a metà di via Bonghi, quindi lo tiro fuori dalla tasca e sospiro, scorgendo il nome di mia madre sul display.
Nonostante tutto rispondo, perché sono due settimane che non la sento neanche.
«Pronto?»
«Amanda, tesoro» esordisce con tono melenso.
«Mi chiami per chiedermi di aiutarti a scegliere l'abito?» le chiedo sarcastica. Lei sospira rumorosamente, cercando forse le parole giuste.
«Mi dispiace di essere stata così irruente con voi. Non avrei dovuto, e ho sbagliato, anzi, ho proprio fatto una cazzata. Per farmi perdonare vorrei presentarti Riccardo»
«Riccardo?» guarda, tu sì che sai proprio come farti perdonare.
«Sì. Sai, ci tiene tanto a conoscere te e Edoardo»
«E io dovrei perdonarti?» le chiedo spietata.
«Non lasciare che la rabbia tramonti su di te, Amy. Abbiamo l'occasione per stare insieme ed essere felici. Ci penserai?» mi chiede poi, quasi implorante.
«Ci penserò» mormoro senza riuscire a rifiutarla.
«Oh, lo conosco io, il tuo cuore d'oro. Adesso ti lascio, sono sicura che avrai tantissime cose da fare. Ti voglio bene, cucciola. Ciao».
E poi chiude la chiamata, esaltata. Io rimetto il cellulare in borsa e scrollo le spalle, riprendendo a camminare.
Devo solo accettare la realtà. Nulla di più, nulla di meno.
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Sugar lips
ChickLitAmanda non ha mai avuto una vita particolarmente semplice; non è esattamente fortunata, vanta la conoscenza di ottantaquattro ricette culinarie a memoria e nella sua sfigata esistenza perde e recupera suo fratello come se fosse un guanto. Riuscirest...