Era arrivato quel momento nell’ anno, il tempo giusto, il mio tempo preferito. Era il momento in cui potevo indossare il mio vestito preferito, quello rosso fuoco con i fiorellini bianchi che mi arrivava fin sopra alle ginocchia e i volant sulle maniche corte.
Era di mia madre ed era il suo preferito quando aveva la mia età. Aveva conosciuto papà con quel vestito e lui si era subito innamorato.
Di certo non avrei immaginato di usarlo per andare all’ospedale comunale.
Mi avevano chiamato la sera precedente durante la cena. Avevano detto che volevano farmi ulteriori test riguardo all’ esame della fertilità che avevo appena fatto.
Avevo saltato il lavoro e mia madre mi aveva accompagnato quella mattina, aspettando con me nella sala d'attesa, mordendosi le labbra come faceva sempre quando era nervosa.
Tutte e due eravamo spaventate. Non succedeva tanto spesso che richiamassero due volte le ragazze per gli esami. Avevo pensato al peggio, forse volevano solamente dirmi che da lì a poche ore sarei dovuta andare al piano inferiore.
Una donna con la divisa bianca chiamò il mio nome, dicendomi che il dottore mi aspettava in laboratorio.
-Tesoro io devo andare a lavoro, tu stai tranquilla, va bene? Ci vediamo più tardi amore.- Mi abbracciò a lungo per poi staccarsi e guardandomi con occhi speranzosi.
Non mi chiamava mai con quei nomignoli, doveva essere davvero preoccupata.
La rassicurai ed entrai nello studio dello stesso dottore che mi aveva fatto gli esami.
La visita durò meno del previsto e non fui trasferita a Minartas di sotto.
Mi collegarono dei cavi al petto e mi misurano la pressione. Quando gli chiesi perché quei controlli insoliti, non mi diedero una risposta esaustiva. Mi dissero che erano delle visite di routine.
Uscii dall’ospedale più sollevata di quando ci ero arrivata, ma con un senso di spossatezza e confusione. Sentivo che mi stavano nascondendo qualcosa e non riuscivo a sentirmi ancora sicura.
A casa a quell’ora non c'era ancora nessuno, e avrei cominciato il mio turno alla lavanderia solo dopo pranzo, così decisi di farmi un giro per il mercato cittadino.
Non era molto esteso ed oltre alle verdure che coltivavano i contadini nei loro piccoli orti dietro casa, frutta e vegetali dai nomi strani, non c'era molto altro.
Alcune donne vendevano i vestiti che cucivano loro e le più giovani dei braccialetti intrecciati di tessuto. C'erano molte cose belle da vedere in quel posto e non ci passeggiavo da tanto.
C’erano solo madri indaffarate che facevano la fila per accaparrarsi una cassa di cipolla prima che fosse troppo tardi.
Comprai degli spinaci e dei porri che avrei fatto trovare a casa quando mamma sarebbe rientrata da lavoro. Riconobbi le mamme dei miei ex compagni di classe e anche loro sembravano contente di vedermi.
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Il mercante di cuori (SOSPESA)
FantasyCover by @mightbetori Dopo la terza guerra mondiale la popolazione è decimata. I sopravvissuti vivono allo stremo, affrontando la carestia e la fame, tornando indietro di quasi cent'anni. Le terre delle ombre sono divise in due sezione. Quelli di s...