XXIII. Tamacti

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A quell’ ora del mattino le strade di Sarymnaya erano più tranquille, quasi desolate

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A quell’ ora del mattino le strade di Sarymnaya erano più tranquille, quasi desolate.

Procedemmo velocemente lasciandoci l'alba e il paese raso al suolo alle spalle, per continuare il nostro percorso nella foresta.

Camminai velocemente aprendo la fila a Ombra e Selva, falciando col machete le erbacce che intralciavano il nostro percorso.

Mi sentivo carico e riposato, non avevo mai dormito così bene prima d’ora, e non avevo mai dormito con nessuno prima. Avevo bisogno dei miei spazi e della mia quiete, ma stringere fra le mie braccia l’esile e profumato corpo di Selva aveva aiutato a rilassarmi e a calmare il mio sonno teso.

Camminammo per  interminabili chilometri, fermandoci di tanto in tanto per riprendere fiato o per mangiare.

Selva si era portata dietro una bella scorta di cibo per umani, ma io e Ombra dovevamo procurarci al più presto altri cuori se volevamo preservare le nostre forze.

Non incontrammo nessun Cuorassita nel nostro tragitto, la nostra unica compagnia erano i rumori della natura, gli animali nascosti nella foresta.

Per quanto passare la notte nel bosco sarebbe stato più sicuro per tutti noi, c’era un grosso problema.
Io ed Ombra avevamo fame ed anche se accampandoci nella radura avremmo evitato incontri indesiderati con i nostri simili affamati, probabilmente in quel modo saremmo morti di fame.

Lasciammo la foresta al tramonto, seguendo il tragitto fino al primo paese abitato confinante con Sarymnaya.

Rockhastle era quasi totalmente disabitato, visto i Cuorassiti avevano fatto piazza pulita con gli umani ed ora occupavano la città distrutta.
Tuttavia, conoscevo bene quel posto per via dei miei affari e sapevo che avrei trovato qualcuno pronto ad aiutarmi.

Entrammo nell’unica taverna del paese, l’unico locale ancora in piedi e frequentato dai pochi Cuorassiti che avevano occupato Rockhastle.
La puzza di cadaveri e di marcio che inondava quel luogo era insopportabile per qualsiasi umano, ma noi  e eravamo abituati.

Appena varcata la soglia del bar, vidi il volto di Selva cambiare per l'odore che la circondava, ma non disse nulla e ci seguì fino al bancone di legno.

Non c’era molta gente, ma l’odore di giovane carne fresca di Selva fece voltare la testa e illuminare gli occhi ai vecchi e affamati Cuorassiti presenti nella stanza.

Io ed Ombra li  fulminammo con lo sguardo e proseguimmo sicuri. Mi conoscevano bene, in quel posto.
Ero il Cuorassita dagli occhi di ghiaccio, il mercante di cuori e l'amico del barista di quella taverna senza nome.

Nessuno avrebbe osato sfidarmi o attaccare la mia umana, andando verso morte certa.

Kenan stava spinando una birra, una di quelle artigianali che produceva lui, una schifezza visto che non c’erano le risorse per fare della buona birra.

Kenan era un mercenario e controllava i confini di minartas di sotto, però  quando aveva del tempo lo dedicava al suo hobbie della birra, che serviva nella unico posto frequentato da Cuorassiti che non bevevano birra da anni e si accontentavano di quella brodaglia.

Non sembrò sorpreso di vederci, ci stava aspettando.
Quando prendemmo  posto sugli sgabelli traballanti mi porse una birra ghiacciata, che passai agilmente ad Ombra, che beveva quella roba perché aveva un fegato di ferro e una cotta per il mercenario da sempre. Una storia abbastanza vecchia, ma che ancora la faceva tremare ogni volta che lo guardava.

-Non pensavo di vedervi arrivare così presto. Presumo sia andato tutto bene.-

Chiesi dell’acqua per me e Selva, che continuava a guardarsi intorno spaventata dagli sguardi degli uomini che la guardavano con la bava alla bocca

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Chiesi dell’acqua per me e Selva, che continuava a guardarsi intorno spaventata dagli sguardi degli uomini che la guardavano con la bava alla bocca.

-Ci sono stati degli incontri…sgradevoli, direi, ma siamo qui sani e salvi, per fortuna. –

-Ne sono contento. Coraggioso da parte tua portarla qui dentro.- disse indicando con la testa la ragazza.

-Ci servono dei cuori. Non mangiamo da ore. – Disse improvvisamente Ombra, sbattendo il boccale di birra già vuoto sul bancone.
Kenan la guardò a lungo, squadrandola dalla testa ai piedi con occhi famelici.

Molti anni prima quei due avevano avuto una storia, una cosa più sessuale in realtà, ma Ombra , che era sempre stata una donna forte e indipendente e che non si lasciava abbindolare facilmente da un uomo, ne era rimasta inevitabilmente presa sentimentalmente.

Kenan però moneta tipo da relazioni durature. Il suo lavoro e il suo passato turbolento non glielo permettevano .

-Dovrei avere ancora qualcosa…vi fermate per la notte?-

-lo preferiremmo. Proseguire di notte è pericoloso.-

-Non c’è problema, ho un materasso nello sgabuzzino. Dovrete andarvene all’alba, però. Vi stanno cercando.-

Ero consapevole che oramai dovevano essere nelle nostre tracce,  ma eravamo già a buon punto. Saremmo partiti prima che il sole sorgesse.

-Io vorrei riposarmi. Sono molto stanca.- disse Selva a voce bassa, cosicché potessi sentirla solo io.

-Accompagnala di là. Ombra, la vuoi un'altra birra?-

Capii che Kenan voleva essere lasciato solo con la mora, così raggiunsi lo sgabuzzino seguito da lei.

Lo stanzino era piccolo e buio, ma per lo meno non puzzava e nemmeno il materasso era così logoro.
Selva di stese, stiracchiando i muscoli indolenziti e cercando il mio sguardo nell’oscuritá .

-Come conosci quell’uomo? È lo stesso che ci ha fatto attraversare il confine?-

Mi sedetti al suo fianco, e la mia mano si allungò spontaneamente verso il suo viso morbido. La sua pelle rabbrividì sotto al mio tocco.

-L’ho conosciuto grazie ad Ombra. Loro due stavano insieme.-

-Lo avrebbe capito anche un cieco.-

Selva posò la sua piccola mano sopra la mia.

-Resta qui. Voglio addormentarmi con te.- sussuró cercando l’altra mia mano.

Per quanto non desiderassi altro che stendermi su quel vecchio materasso e stringerla fra le mie braccia, la mia pancia brontolava dalla fame e il suo cuore batteva troppo forte.

Quella ragazza mi faceva perdere il controllo.

Tolsi la mano dalla sua guancia. -Ho bisogno di mangiare, ragazzina. Torno prima possibile. Chiudi gli occhi.-

Mi alzai, sapendo che mi avrebbe aspettato e che non si sarebbe addormentata fino al mio ritorno.

Il mercante di cuori (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora