XXVII. Tamacti

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Guardarla dormire era la cosa più rilassante che avessi mai provato

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Guardarla dormire era la cosa più rilassante che avessi mai provato.
Aveva la bocca leggermente aperta e qualche volta le palpebre le vibravano, come se stesse facendo dei sogni importanti.

Era la prima volta che avevo un rapporto intimo con un umana. E ciò mi aveva reso più umano possibile. Avrei voluto stare lì per sempre, con Selva stretta al mio petto, con i raggi del sole appena nato come unico spettatore.

Avevamo ancora molta strada da fare, e anche se i soldati della strega ci avevano superato, non eravamo al sicuro.

Quando la svegliai, mi sorrise come mai aveva fatto prima d’ora . Si stiracchiò la schiena e si avvicinò al mio viso per baciarmi.

Quando il mio stomaco brontolò, allontanai le mie labbra. Per quanto riuscissi a controllare la mia fame meglio di qualsiasi altro cuorasitta, io ero un  cannibale e lei una preda. E la cosa mi rattristava  molto.

Selva meritava di vivere a lungo, di amare qualcuno che non la potesse mangiare, di stare con qualcuno fino alla morte, un umano della sua età, ad esempio.

-Dobbiamo muoverci. C’è molta strada da fare.-

Mi alzai velocemente, sentendo il suo sguardo ferito puntato sulla mia schiena.
L’ultima cosa che volevo fare era farla stare male, ma era per il suo bene. Tra di noi non poteva esistere niente.

Selva non disse nulla e si preparò subito. Quando uscimmo dalla caverna il sole era già sorto.

Avevo bisogno di fare rifornimento di cuore, ma non mi ero mai spinto così lontano prima di allora,non era una delle mie tappe come mercante.

Quelle terre non erano popolate da nessuno, ne umani ne cuorassiti, perciò trovare da mangiare era impossibile.
Se volevo continuare ad avere le forze per proseguire il cammino e proteggerci, dovevo mangiare.

Non mi restava altro che scendere di sotto.
Camminammo nella fitta foresta per lunghe ore, entrambi senza forze e affamati.

Lungo il percorso Selva scorse delle more fra i cespugli, e insieme ne raccogliemmo una sacca piena. Non l’avrebbero di certo saziata, ma era meglio di niente.

Mangiava con fame , ingoiandole senza quasi masticare.

Risi quando vidi la sua bocca e le guance colorate di rosso .

Lei mi sorrise, mostrando i denti che sembravano insanguinati. Gli occhi felici.

Il fatto che bastasse solamente una mia risata a renderla così solare e felici mi rendeva davvero triste.

Selva non meritava quel mondo. Meritava di scoprire tutte le cose belle che c’erano prima.

-Adoro le more. Quando tutto finirà, ci saranno più umani. Questa terra dovrà essere utilizzata. Qui !Avati ci saranno tre case. – Selva si mosse, indicando un ipotetico punto fra i cespugli e gli alberi.

-Lí potremmo vivere noi, Tamacti.- indicó con il dito un Punto dietro al cespuglio di more. -Potremmo coltivare la verdura e venderla al mercato, così non dovrei più lavorare alla lavanderia e tu faresti il mercante di pomodori!- esclamò con occhi sognanti.

-Sarebbe bello, si.-

-La nostra sarà la miglior frutta e verdura! Verranno da Minartas per comprare i nostri ortaggi! E avremmo tante galline!-

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-La nostra sarà la miglior frutta e verdura! Verranno da Minartas per comprare i nostri ortaggi! E avremmo tante galline!-

corse dall’altra parte del cespuglio, mostrandomi l’ipotetico recinto.

-Ecco, lo faremo qua. Tu mi porterai le uova fresche, e io preparerò le torte per i nostri figli.-

Sospirai e chiusi gli occhi. Riuscivo a immaginare tutto quello che mi diceva, ed era bellissimo. In quegli anni di vita, avevo smesso di sognare e immaginare cose.

Selva aveva fatto uscire il lato umano che c’era in me.

Eppure, non c’erano speranze. Era inutile sperare in qualcosa che mai sarebbe avvenuto.

Se tutto fosse andato secondo i piani,Selva avrebbe anche potuto preparare  torte per i suoi figli.

Ma senza di me. Con un altro umano, perché io sarei morto molto prima.

-Smettila! Niente di tutto questa accadrà, Selva. Ora basta cazzeggiare, dobbiamo trovare dei cuori, o rischio di svenire dalla fame. Peggio, potrei mangiarmi il tuo.-

La sorpassai distruggendo il suo recinto immaginario.

Mi faceva male.

Un futuro inimmaginabile mi faceva male, e non era tanto sano neanche per lei.

Non era mia intenzione urlarle contro, ma non ero molto bravo con quelle cose sentimentali.

Selva mi seguii, senza dire più una sola parola . Si teneva a qualche metro di distanza, e mi parve di sentirla singhiozzare.

Arrivammo finalmente a Old Banff, l’ennesimo villaggio svuotato dai cuorassiti.

Ad ogni confine si trovavano i rifornimenti di cuori, Chiamate anche volgarmente macelleria, come quella in cui lavorava Ombra.

Scendere nei sotterranei sconosciuti era pericoloso anche per un cuorassita, ma era inevitabile.

-Selva…devo scendere e prendere del cibo. Tu devi aspettarmi qui .-
Lei spalancò gli occhi -Cosa?No! Non puoi lasciarmi da sola!-

Le misile mani sulle spalle.- Ehi,devi stare tranquilla. Non ti succederà nulla , qui vi siamo solo io e te. Prenderò i cuori e salirò il più in fretta possibile, te lo giuro.-

-Ma Tamacti…fammi venire con te!-

-No, è troppo pericoloso. Non ti metterei in pericolo, lo sai. Ormai ci siamo, Selva . Non possiamo affrontare il viaggio senza forze. Ci mancano solo cinque giorni di viaggio per arrivare negli Stati Uniti.-

Lei mi guardò confusa.-Cosa c’è negli Stati Uniti?-

-La riserva indiana dei piedi neri, al confine nel Montana. Ci sono altri umani in fuga, sarai un po’ più al sicuro.-

Selva strinse gli occhi, allontanandosi da me. -Che vuol dire? Mi vuoi lasciare la ?-

Non le risposi, perché non volevo mentirle. L’unica importanza era che Selva sopravvivesse, anche senza di me.

-Scusami per prima.- dissi solamente, stringendola a me. -Non volevo ferirti. Non mi piace pensare al futuro. Godiamoci il presente.-

Le posai un bacio sulla tempia, un bacio che sembrò durare Infiniti secondi.

-Ora scendo. Sarò velocissimo, vedrai. Poi procureremo il cibo anche a te.-

Aprii il vecchio tombino ai nostri piedi, facendo uscire il rivoltante odore di fogna e sangue putrido.

-Ti prego, fa in fretta.-

-Te lo prometto.-

Le accarezzai i capelli e l’avvicinai a me per poterla baciare sulle labbra che tanto bramavo , Prima di cadere in quel tunnel buio.

Il mercante di cuori (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora