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Soleil

<Penso di aver fatto un ottimo lavoro> sospiro e mi guardo allo specchio. Indosso l'abito nero con dei sandali neri alti con il cinturino. Mi piaccio molto, ho lisciato i capelli e arrivano fino al sedere quasi. Ho evidenziato i miei occhi con una linea di eyeliner, ho messo del fard e, sulle palpebre ho applicato un colore terra sfumato, le labbra invece sono lucide e brillanti di un colore nude.

A questa festa saranno vestiti tutti in maniera perfetta forse, e io non voglio fare brutta figura di certo

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A questa festa saranno vestiti tutti in maniera perfetta forse, e io non voglio fare brutta figura di certo. Mi do un ultima occhiata allo specchio e poi mi porto i capelli dietro le orecchie. Annuisco in approvazione e prendo la giacca nera in pelle insieme alla borsetta, ci metto il telefono, i soldi perché non si sa mai e un pacco di fazzoletti per poi uscire. I miei tacchi risuonano sul pavimento. Per qualche strano motivo mi sento un po' elettrizzata, sarà perché voglio vedere cosa ne pensa di me Bradley?.

Scendo gli scalini e vedo una macchina bianca in fondo.
Alzo lo sguardo e il suo aspetto mi destabilizza un attimo.
Capelli tirati indietro, camicia bianca con i primi tre bottoni aperti, jeans strappati neri e stivali neri. Il suo corpo risalta molto con quella camicia e i suoi tatuaggi gli danno anche un aspetto molto sexy lo ammetto. Non appena mi vede il suo sguardo diventa accattivante, mi sembra di bruciare per quanta intensità ci sta mettendo.

Aspira il fumo della sigaretta e poi la butta a terra. Mi fermo davanti a lui. Farà palpitare il cuore a molte ragazze stasera, già so che mi aspetterà una serata interamente da sola, mi lascerà per stare con altre o per portarsele a letto. Ad un tratto si stacca dalla macchina e inizia a girarmi attorno come un avvoltoio. Mi squadra da capo a piedi e fa un giro completo, per poi abbassarsi sulla mia guancia sinistra e lasciarci un bacio leggero.

Sento un colpo al cuore al suo gesto, non è mai stato così carino con me. <Ottimo lavoro Torres> sogghigna al mio orecchio per poi staccarsi facendomi rabbrividire. Sale in macchina e io prego mentalmente per me e per la serata. <Allora, questa festa? Di chi è di un tuo amico?> domando per rompere il ghiaccio. Non è un tipo di molte parole e io detesto i momenti imbarazzanti.
Fa una risata di scherno, <io non ho amici> me lo aspettavo, è un tipo troppo insopportabile per averne.

Annuisco per poi guardare fuori dal finestrino, la città mi passa davanti ed il silenzio non cessa.
<posso accendere la radio?, è un mortorio qui> faccio per accenderla e lui mi da uno schiaffo sulla mano. <Ey!> gli urlo contro, <non toccare nulla, già è tanto che ti sto facendo salire> ah, quindi non ha fatto salire le altre?, no impossibile.
<Non vorrai farmi credere di essere la prima a salire qui?> si volta verso di me con un sorrisetto spavaldo.

<Se ti dicessi di si, non mi crederesti> strabuzzo gli occhi sorpresa, non può essere vero. <Quando quel ragazzo ti ha preso a pugni al dormitorio, avevi portato una ragazza con te> me lo ricordo io, l'avevo visto uscire dalla confraternita con lei. <Ero venuto con la sua, non con la mia> ha uno sguardo dannatamente serio, mi mette in soggezione. Non dico più niente e mi giro verso il finestrino.
Dopo un po' arriviamo a destinazione. La festa è in una casa a due piani vicino al mare, la spiaggia è praticamente di sotto.

 I colori della FelicitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora