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Bradley

<Soleil, smettila di assillarmi con queste chiamate> alzo gli occhi al cielo mentre lei inizia ad insultarmi per telefono.
<Ma se ti chiamo e non rispondi come faccio a non assillarti?!> sorrido al suo tono seccato e butto la sigaretta a terra sul marciapiede. Oggi è il mio compleanno e Soleil ha insistito molto, per fare qualcosa stasera.
Nonostante le avessi detto di non organizzare nulla, alquanto pare, lei ha deciso di fare l'opposto di ciò che le avevo chiesto, facendomi incazzare.

Per farle dispetto infatti, non le ho risposto al telefono tutta la giornata. <Stai arrivando?> chiede petulante. <Si, sto entrando in macchina> apro la portiera e dopo entro.
<Ci vediamo dopo> le dico, per poi chiudere la chiamata, senza aspettare risposta. Mi domando seriamente come faccia a sopportarmi. Accendo lo stereo e dopo faccio retromarcia nel vialetto per poi immettermi in strada.

In radio parte la canzone 'Sweet home Alabama', un gran pezzo rock che mi sconquassa le viscere. Sorpasso con il semaforo verde e giro a sinistra. Finalmente arrivo al dormitorio.
Mando un messaggio a 'miss petulante' e dopo aspetto in macchina. Non so esattamente cosa ha in mente, so solo che mi ha chiesto di indossare qualcosa di formale. Io ho messo una camicia bianca e un jeans azzurro strappato con sotto le Nike bianche. Se intende questo per formalità, allora sono apposto.

Mi aggiusto i capelli per dietro e dopo scendo dall'auto.
Mi appoggio alla portiera con la schiena e guardo la porta in vetro, del dormitorio femminile.
Dopo qualche secondo passato a guardare intorno finalmente la vedo scendere le scale.
È bella, molto bella.
Sospiro al guardarla. Di solito non dico mai che una ragazza è bella, dico che è figa o sexy ma non dico mai che è bella, punto sempre e solo, sul portarmele a letto senza approfondire.

Indossa un vestito rosa chiaro che scopre le clavicole. Ha le maniche lunghe e a sbuffo e al centro del ventre ha un fiocco.
Non è neanche lungo, bene dovrò prendere qualcuno a pugni stasera.

<Lo so, sono in ritardo scusa> si avvicina con un sorriso birichino sul viso e io la guardo in volto

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<Lo so, sono in ritardo scusa> si avvicina con un sorriso birichino sul viso e io la guardo in volto.
Ha i capelli legati in una coda alta e in questo modo posso vedere tutti i particolari del suo volto.  Ha poco trucco e porta un rossetto chiaro sulle labbra.
<Allora, che te ne pare?> mi sorride e poi fa un giro su sé stessa. <Sei bellissima> mi lascio sfuggire questo complimento e lei arrossisce di colpo. <Grazie>.
Non so perché gliel'ho detto, non le faccio mai complimenti però stavolta mi è scappato.

Mi passo una mano fra i capelli e dopo le faccio cenno di entrare in macchina. Non sono un grande gentil uomo, perciò la portiera se la apre da sola, ormai mi conosce, sa come sono fatto, cosa faccio e cosa non.
Ad esempio io non le aprirò mai una portiera, e io non la tempesterò a chiamate come fa spesso lei. <Dove andiamo?> le chiedo, dato che ha organizzato tutto lei.
<Al Rosemary Pub> in un pub? Ma se lei li odia di solito.

<Sei sicura?> domando girando a
destra, sulla strada.<Si, a te piacciono perciò andremo li stasera> mi viene da sorridere.
Lei detesta quei posti con caos e chiasso, per questo non ci va mai, già è tanto se va alla feste della confraternita. Sapere che però ha preferito venirci con me, mi dà una bella emozione.
Non ho mai ricevuto tante attenzioni, ma quando sono con lei sembra che le ricevo tutte in un colpo. Può farmi da madre, da amica e quando ci siamo baciati mi è capitato più volte di pensarla in modi poco casti.

 I colori della FelicitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora