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Soleil

Finalmente è domenica, niente lezioni, solo riposo. Questa settimana è stata sfiancante, tra le litigate con Bradley, il ritorno di Steven e il lavoro non so cosa sia stato peggio. <Il portafoglio dove l'ho messo?> parlo da sola, come sempre e mi guardo intorno per la camera. Apro il cassetto e finalmente lo trovo.
Oggi ho una voglia matta di gelato. Avevo pensato di andare alla gelateria qui vicino, fanno sei gusti eccezionali.

Esco dal dormitorio con la borsa e percorro il corridoio. Avrei voluto invitare Bridget ma da quello che mi ha detto per telefono, so che è andata a trovare i suoi parenti a Chicago.
Credo ci fosse il matrimonio di sua cugina. Durante il tragitto non penso a nulla. Per la prima volta sono tranquilla e in pace con me stessa, non capita sempre. Apro la porta in vetro ed entro. Ci sono dei tavolini uno davanti a l'altro sulla sinistra, mentre a destra c'è il bancone con i dolci, le macchinette e i gelati.

Mi avvicino al cassiere<salve> lo saluto per poi guardare sotto, dove ci sono le vaschette, sulla sinistra. <Salve, vuole qualcosa?> annuisco. <Un bel cono con due gusti>gli sorrido<subito, come lo vuoi? Il cono naturalmente> oh mio Dio, ci sta provando?
Mi viene da ridere per la sua allusione inaspettata, non credo volesse farla davvero.
<Si il cono, ehm vorrei oreo e caramello> lui cerca di deviare il mio sguardo e si mette a lavorare.

Di certo è carino, ha due occhi a mandorla marroni e i suoi capelli sono lunghi fino all'orecchio.
<ecco a te> mi sorride rosso in viso. <Grazie mille> gli lascio i soldi sul banco e dopo vado a sedermi al tavolo.
È triste mangiare da soli da qualche parte, però mi andava di comprarlo perciò sono venuta lo stesso. C'è a chi piace stare soli e a chi no, io appartengo alla seconda categoria credo.
So stare da sola, non mi creo grandi problemi, però a volte avrei bisogno di qualcuno al mio fianco.

Mi gusto il mio gelato e guardo fuori dalla finestra. Sono le undici di mattina e il sole picchia forte qui a Denver. Ad un tratto vedo una figura avanzare sul marciapiede, Bradley?
Sembra incazzato e non è una cosa buona. È diretto al mio dormitorio, riesco a vederlo entrare dalla vetrata del bar.
All'improvviso divento curiosa.
Voglio vedere dove va.
Esco e cammino sulle strisce, arrivo al marciapiede e nel frattempo mangio l'ultimo pezzo di cono.

Cammino sul prato del campus e salgo le scale. Cammino a passo lento fino a quando non lo vedo alla mia porta. Mi blocco e lo guardo da dietro l'angolo.
È venuto per me?.
Si passa una mano fra i capelli e sbuffa <che rottura di coglioni> si prende di coraggio e bussa alla mia porta. Dopo aver bussato un'altra volta, prende il telefono e clicca qualcosa. Starà chiamando me?, sento la vibrazione in tasca e lo prendo.
Non rispondo, chiudo la chiamata e guardo la sua reazione.

<Perché cazzo non risponde?> parla da solo e alza gli occhi al cielo. Magari così, si dà una regolata. Sono proprio curiosa di sapere cosa fa qui, è venuto per parlarmi? Per chiarire? O per sentirsi meno in colpa?
Riprende il telefono e chiama qualcuno. Cammina avanti e indietro mentre io sono dietro l'angolo. <Anne, ma questo Steven dove cazzo sta?>ringhia furioso. Ah, ora ho capito.
Anne le avrà detto che il mio ex è tornato. Avrà paura che qualcuno gli prenda il giocattolino, certo.

Alzo gli occhi al cielo. <No, mi stanno girando le palle. Non mi interessa che è incazzata con me!  Non lo deve vedere> stupido presuntuoso del cavolo. Ora vedi invece. Pensa di poter venire qui dopo tanti giorni che non lo vedo e di avanzare una sorta di possessione con me? Si sbaglia di grosso. Esco dal mio nascondiglio furiosa e quando sente i miei passi lui si gira.
<Non rompere, ciao> chiude la chiamata e mi guarda male.

<Dove sei stata?> chiede, subito burbero. <Fatti miei> apro la porta di camera mia e lui fa una risata spietata<col cazzo. Dove?>
Non rispondo ed entro.
<Soleil, sto parlando con te> ribatte seccato.
<Ero in giro, con una persona punto> mento, voglio proprio vedere che cosa fa. Deve rosicare, come ho rosicato io quando l'ho visto con Sheila.
Si appoggia alla scrivania dopo aver chiuso la porta e incrocia le braccia al petto.

 I colori della FelicitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora