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Soleil

<Sol> sento qualcuno chiamarmi da dietro però non mi volto lo stesso, ho troppo sonno. <Soleil, devo andare all'aeroporto> sento questa voce roca e mascolina parlarmi nell'orecchio. Uffa, si sta così bene qui, perché mi devono disturbare?. <Cinque minuti> mugugno. Sento la voce di prima ridacchiare e, capisco che è Bradley. Ieri dopo aver festeggiato il suo compleanno siamo andati alla confraternita, mi aveva proposto di dormire con lui ed io avevo accettato.

I biglietti che avevo acquistato erano validi per oggi, perciò lui dovrà partire. L'idea che se ne vada mi lascia un po' dispiaciuta, perché?, be' perché so già che mi mancherà. Però so che sta facendo la scelta giusta, volevo che incontrasse suo padre e sono contenta che alla fine il regalo gli sia piaciuto. <Dai su> mi lascia un bacio in fronte e dopo sento che si alza dal letto. Apro gli occhi svogliatamente e mi rigiro sulle lenzuola blu scuro che profumano di menta. Adoro il suo profumo..

Sento che apre la manopola della doccia e io con tutta la mia buona volontà provo al alzarmi dal letto, mi alzo a metà busto mi guardo intorno, dopo ripiombo sul materasso<non posso farcela> sbuffo. Perché diavolo ha un letto così comodo?.
Nonostante le mie svariate imprecazioni e cadute sul materasso, alla fine sono riuscita ad alzarmi.<Facciamo colazione?> gli chiedo mentre scendo le scale insieme a lui.

<Forse c'è qualcosa nel frigo, controlla> annuisco.
Vado in cucina e trovo del succo di frutta e del latte.
Apro la dispensa e trovo dei muffin. Certo che sono organizzati, c'è di tutto qui.
Hanno: dolci, caramelle, patatine, birre. Non sembrerebbe una confraternita maschile per quanto è fornita. <Vuoi il succo?> gli chiedo prendendolo dal frigo, <si, passami il muffin> indica quello alla vaniglia e io lo metto in un piattino per poi passarglielo.

Mangiucchio quello al cioccolato e mi siedo accanto a lui.
<Hai preparato la valigia?> gli chiedo voltandomi verso di lui.
Annuisce mentre si pulisce le labbra. <Si> starà via per una settimana, oggi è giovedì quindi dovrei rivederlo giovedì prossimo. Ovviamente ci terremo in contatto ne abbiamo già parlato. Dopo aver mangiato, io pulisco in giro e lui va a prepararsi. Io indosso il vestito di ieri perché non abbiamo avuto il tempo di andare al dormitorio dopo aver festeggiato.

Dopo circa quindici minuti siamo pronti per uscire.
<Hai preso tutto?> chiedo prima di chiudere la porta. <Si, andiamo> lascio che si chiuda e dopo lo seguo in macchina.
Il viaggio lo passiamo in silenzio.
Lui non è di molte parole ma io si, solo che stavolta sono in ansia per il viaggio. Mi mangiucchio la pellicina e lui mi riprende<smettila, la stai distruggendo quel unghia> sono agitata, lo so. <Neanche fossi tu a fare il viaggio> mi sfotte, lo guardo male e pizzico le sue dita sulla mia coscia.

<Se stessi partendo io, tu te ne fregheresti? È questo quello che stai dicendo?> alza gli occhi al cielo. <Non iniziare a fare la paranoica, non ho detto questo, mi preoccuperei pure io ma non ai tuoi livelli> mi prende in giro.
Be' lo ammetto si, sono molto paranoica, e assillante se mi metto. Però è normale che mi preoccupi per lui, mi piace cavolo, sfiderei chiunque a non preoccuparsi per un viaggio in aereo. Non si sa mai quello che può succedere.

<Va bene, sto zitta> sbuffo.
<Finalmente> sussurra, peccato che io lo sento. Infatti gli do un pugno sulla spalla<sei anche manesca> mi indica con il dito, gli faccio la linguaccia e dopo guardo fuori dal finestrino.
Arriviamo in orario all'aeroporto e parcheggia nello spiazzale adatto. Scendiamo e io lo aiuto a portare la valigia.
Quando entriamo dentro andiamo direttamente al check-in. L'uomo controlla che lui non abbia accessori, armi o altro e quando lo passa possiamo andare a fare controllare il biglietto.

<Si, può accomodare. Il volo partirà tra quindici minuti> dice l'hostess. Inspiro e andiamo a sederci sulle panchine.
<Hai preso tutto? Spazzolino?> annuisce svogliato.<Vestiti?>
Mi fissa indifferente<secondo te vado in giro nudo?> sospiro per poi appoggiare la testa sulla sua spalla. <Chiamami quando arrivi a Boston> mi lascia un bacio in testa<si, stai tranquilla> quando le voce metallica inizia a dire che il volo sta per partire lui si alza.

Mi alzo con lui e lo seguo fino alle scale che danno al gate.
<Non può andare oltre signorina> mi dice la guardia.
<Si lo so, scusi> Bradley lo guarda male ma non dice nulla. Gira la valigia verso di lui e dopo si volta verso di me. <Fai il bravo!> gli urlo dietro, mi fa l'occhiolino e mentre sta per scendere le scale, si blocca.
Torna indietro a passo pesante e, fa qualcosa che non mi aspetto minimamente. Mi bacia.

Mi stringe le guance alzandomi il volto verso di lui. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare da questo lungo bacio dolce e malinconico. Si stacca dopo qualche secondo e sorride facendomi battere il cuore.
<Non si sa mai> sussurra, facendomi sorridere pure a me.
<Ciao> gli dico mentre si stacca per scendere le scale.
Mi fa un occhiolino da lontano per poi scomparire dalla mia vista.

Una volta al dormitorio mi butto sul letto e mi levo i tacchi. Sono sfinita. Ancora devo andare a lavorare pure, purtroppo non posso lasciare scoperto il turno perciò devo rimboccarmi le maniche. La mia giornata passa in fretta a lavoro, sono venute parecchie ragazze oggi a lavoro.
Erano tutte in cerca dell'intimo perfetto. Devono avere una bella vita sessuale loro, di certo sono più fortunate di me. Credo che la mia vagina sia andata in pensione ormai.

Esco dal bagno e torno in camera mia, in accappatoio.
Mi asciugo i capelli e dopo metto l'intimo verde scuro, insieme al mio pigiama che tanto detesta Bradley. Sto parlando di quello con le foglie si.
In effetti sono passate cinque ore ormai, potrebbe chiamarmi no?.
Oddio, se gli fosse successo qualcosa? Magari l'aereo è precipitato. <Non posso farcela, no, no> vado a prendere il telefono e mentre sto per chiamarlo ricevo una telefonata.
È lui. <Bradley, sei arrivato?> chiedo subito. <Si, sono atterrato un'ora fa> tiro un sospiro di sollievo.

<Grazie a Dio> ridacchio nervosa.<Cazzo, sei troppo paranoica ah> alzo gli occhi al cielo al suo tono rude. <Stai andando da tuo padre?> chiedo cambiando discorso. <Si, sono quasi arrivato> annuisco anche se non può vedermi.
<Va bene, mi raccomando comportati bene> sghignazza<si mammina> lo prenderei a pugni quando mi sfotte. <Vai al diavolo, ciao> lo saluto e dopo chiudo la chiamata con un sorriso. Finalmente sono stata più veloce io ad attaccargli il telefono in faccia. Almeno ora sa cosa si prova, dato che mi chiude sempre le chiamate.

Vado a letto con un sorriso stampato in faccia e, mi sdraio sotto le lenzuola per poi chiudere la luce. <Buonanotte a me> dico chiudendo gli occhi, per poi sprofondare nel sonno.


Angolo autrice.

Bradley è partito... 😔

A domani ❤

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