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Bradley

<Amico! Finalmente sei tornato> saluto con un abbraccio Oscar e dopo abbraccio anche Jonas.
<Come è andato il viaggio?>chiede Jonas. Bè stancante, come ogni viaggio di solito. <Ho dormito tutto il tempo non ti so dire> rispondo ridacchiando.
Ciò che mi premurava di più, era vedere Soleil. Quando l'ho vista all'aeroporto ero disarmato, completamente. L'ho vista correre con quel vestitino corto verso di me e, senza pensarci due volte mi sono buttato per abbracciarla.

Non ero riuscito neanche a trattenermi dal baciarla.
Era troppo bella.
<Sei contenta che è tornato?> Anne guarda dalle scale Soleil con un sorrisetto. <Smettila scema>dice ridacchiando Soleil. Mi sono perso qualcosa? Mi sembrano più unite. <Finalmente sei tornato, così la smette di assillarmi con le sue paranoie> guardo Soleil con un sorrisetto. In realtà la sto sfottendo.
<Non guardarmi così. Lo sai che mi faccio prendere dalla paranoia e che mi faccio una marea di idee> risponde mettendo le mani sui fianchi, è indispettita.

Rido e metto un braccio sul suo collo per attirarla al mio petto.
<Si, si zitta ora> la ammonisco.
Gli altri scoppiano a ridere, mentre lei mi guarda sconvolta.
<Avevamo pensato di ordinare delle pizze per il tuo ritorno, che ne pensate?> domanda Oscar. <Ottima idea> risponde la biondina. <Perfetto, vado a chiamare allora> Oscar sale in camera sua e n frattempo io cerco di portare la valigia in camera mia.

Per fortuna mio padre ha reagito bene alla chemio, altrimenti non credo che sarei potuto ritornare a Denver. In ogni caso con lui c'è il badante. Gli ho detto di chiamarmi per qualsiasi problema, o notizia nuova riguardo la sua salute.
Il medico mi ha detto che se il suo corpo reagisce bene, ci sono buone probabilità che funzioni. Perciò adesso il peso che portavo sul cuore si sta alleggerendo, finalmente. <Noi vi aspettiamo giù> ci urla Anne da sotto. <Si, quanto lo aiuto a sistemarsi> le grida Soleil.

Chiude la porta di camera mia e nel frattempo io apro la valigia sul letto. Ho la maggior parte delle magliette stropicciate, cazzo. Sbuffo e ad un tratto sento due braccia circondarmi il busto.
Sorrido divertito. <Che c'è?> le chiedo mentre lei si arruffiana.
<Nulla> si, come no. È particolarmente dolce oggi. Di solito quando è coccolona vuole qualcosa. <Che cosa vuoi?> domando di nuovo schiarendo la mia voce rauca. Ho un po' di tosse ultimamente, sarà stata l'aria di Boston.

<Stanotte dormo qui> sorrido. Lo sapevo che voleva qualcosa. Ormai la conosco come il palmo della mia mano. <Va bene, prenditi una maglietta poi> dico tornando a sistemare le magliette sul letto. Sto combinando un disastro in realtà, credo che si stiano riempiendo di pieghe.
Lei cerca di guardare cosa sto facendo, infatti allunga il capo verso il mio braccio.
<Che fai?. La stai riempiendo di pieghe questa maglia> si mette accanto a me e me la prende dalle mani<dammi faccio io> la stende sulle lenzuola e la gira dalla manica, la unisce all'altra parte per poi ripiegarla.

<Avrebbero bisogno di una bella stirata> dice guardando le altre.
Sbuffo<mi rompo il cazzo ora, poi le faccio> ghigna di nascosto e io mi siedo sul letto. La guardo mettere in ordine le magliette nell'armadio e sorrido. Sarebbe la moglie perfetta. Bella, ordinata, di cucinare non so se lo sappia fare, ma conoscendola penso di si. È molto pratica.
Le guardo il sedere mentre si alza sulle punte e penso a ciò che potrei farle.

Quel vestitino si potrebbe anche togliere.., mi mordo il labbro eccitato. <Potresti darmi una mano sai> mi rimprovera girata di spalle. <Anche due> non mi rendo conto della mia voce roca e, per questo lei si gira confusa. Le faccio un occhiolino e lei sbuffa<scansafatiche> ridacchio e lei viene verso di me.
Mi appoggio con i gomiti sul materasso e la fisso penetrante.
Mamma cosa le farei!, la farei godere se solo me lo permettesse.
Si siede a cavalcioni su di me stupendomi e facendomi imprecare mentalmente.

Cazzo è da quasi un mese che non faccio sesso. Questa posizione non mi aiuta.
Mi spinge verso il materasso e nel frattempo guardo il suo volto coperto da un sorriso sfacciato.
Si abbassa verso il mio collo e inizia a baciarlo lentamente facendomi chiudere gli occhi per il piacere. Mi vuole mandare al manicomio. La sua mano accarezza dolcemente il mio petto facendomi venire i brividi.
<Stai mettendo a dura prova il mio controllo Soleil> la intimo con voce accaldata.

Sento che ridacchia e dopo mi morde una parte di pelle, la tira verso di sé e io gemo.
Sento il mio cazzo diventare duro nelle mutande, mi fa quasi male. <Ti conviene stare ferma se non vuoi che ti tocchi in modo poco educato> la avverto di nuovo serio. <Che mi faresti...?> chiede con voce sensuale. Non l'ho mai vista in questa versione. Accaldata, sensuale, sexy. Mi eccita a dismisura.
È chiaro il concetto, mi sta provocando di sua spontanea volontà.

Mi mordo il labbro e dopo la spingo sotto di me. Schiude le labbra e mi guarda con occhi spiritati<ti spoglierei tutta. Bacerei ogni singolo strato della tua pelle e non mi fermerei mai, neanche quando urleresti il mio nome per il piacere> ormai sono al limite. La voglio fare mia in ogni senso, voglio stare dentro di lei e riempirla di me, senza smettere. <Brad.. > bisbiglia il mio nome e io mi avvento sulle sue labbra come un affamato.

Geme immediatamente. Mi tira i capelli mettendo le mani dietro il mio collo, mi spinge verso la sua bocca, facendomi inclinare la testa verso il basso. Nella stanza si sentono solo le nostre labbra che si muovono e che schioccano.
Muovo le labbra sulle sue e immetto la mia lingua dentro il suo palato<Dio..> sussurra mordendomi il labbro per poi leccarlo piano. È meglio che mi stacchi, prima che la sfondi su questo letto. Le lascio un altro bacio per poi staccarmi.

Sul mio letto ci sta da Dio. Non oso immaginarla nuda, anzi la immagino con accuratezza. Chissà se ha nei, voglie, o altre particolarità. La guardo come un leone affamato mentre lei ha le labbra schiuse e gonfie dei miei baci. <Andiamo giù> le faccio cenno di prendere la mia mano e lei la tira per poi alzarsi.
Si aggiusta il vestito per poi sistemarsi i capelli<guarda che non devi fare la sfilata> le dico serio, mentre lei mi sorpassa sculettando. <Chissà, forse trovo qualcuno sotto> mi stuzzica la stronza.

Lo sa che mi rode il culo quando la vedo con altri, apposta mi provoca. <Non ci pensare neanche> l'avverto, le do uno schiaffo sul sedere e lei sghignazza per poi uscire da camera mia. Ci sono solo io, le basto e avanzo.

Angolo autrice.

Ormoni a palla😏

A domani. ❤

 I colori della FelicitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora