"Finirà mai?"
Continuavo a pensare a come sarebbe stato essere al posto di mia madre mentre mio padre la sbatteva al muro della cucina.<<Dove cazzo sei stata eh?!>> gridò mio padre mentre l'afferrava per il polso per tirarla verso di sè.
Si sentiva puzza d'alcool anche prima che attraversassi la porta di casa.
Rimasi sulla soglia della cucina guardando la scena.
Non era nuovo che quell'uomo trattasse così mia madre a fine giornata. Quasi ogni sera impazziva e tirava fuori cazzate su cazzate solo per iniziare a litigare con lei.
"La tavola non è neanche apparecchiata" "Tuo figlio va male a scuola è colpa tua se è cresciuto così, sei un incapace,nonnsei riuscita neanche a svolgere il lavoro di madre" "La cena è fredda" tirava fuori cazzate e cazzate e finiva sempre per trattare male la mamma.<< Io...io sono andata a prendere la bambina a casa di una sua amica te l'ho detto >> mia madre cercò, con le lacrime agli occhi, di spiegare, sotto la presa ferrea di mio padre.
Lui la spinse verso il pavimento e lei cadde andando a sbattere il fianco contro lo spigolo del tavolo. Gemette per terra e una lacrima rigò la sua guancia destra.Sentivo le mani fremere davanti a quella scena. Guardai mia madre cercare di sedersi sul pavimento tenendosi una mano sotto le costole dove aveva sbattuto.
Spostai poi gli occhi su mio padre.
Il mio respiro accellerò e feci dei passi verso mio padre.<< e tu che cazzo vuoi? Va in camera e studia piccolo stronzetto >> mi sputò in faccia quell'uomo.
Gli gettai le mani sulle spalle con tutta la forza che riuscivo a mettere cercando di spingerlo il più lontano possibile dalla donna che mi aveva cresciuto.
Lui fece un passo indietro.Poi sentii la mia guancia bruciare, lo schiaffo era stato così forte da farmi sanguinare il labbro.
Mi scostai e portai una mano tremante al labbro inferiore per poi sentire il liquido bagnare i miei polpastrelli.
Avevo gli occhi spalancati, non mi aveva mai picchiato così forte.
Mia madre ancora seduta per terra piangeva mentre mio padre mi prese per il braccio bruscamente.
Cercai divincolarmi.
<< Lasciami! >> cercai di urlare ma mi uscì un bisbiglio. Mi portò verso le scale, stavo lasciando che i miei piedi strisciassero per terra, girai la testa per vedere mia madre con le mani sul viso singhiozzare.
Mi sentii inutile. Non potevo fare niente per aiutarla. Dei ricci mi coprirono gli occhi e poi il nero.
Non potevo fare niente mentre mio padre mi portava fino in camera mia. Avevo cercato di fermarlo. Mi sentivo com se avessi provato a spegnere un incendio soffiandoci sopra. Se solo io fossi stato un po' più grosso, un po' più muscoloso.
Se solo fossi stato di più.Mi sbattè dentro la mia stanza e poi chiuse la porta.Il buio mi circondò. Sentii la serratura scattare e in quel momento il panico giocò con me. Mi buttai sulla maniglia cercando di aprire la porta più e più volte ma non si spalancò e neanche ci speravo più. Appoggiai la testa alla superficie di legno che mi divideva da mia madre e mi accasciai a terra.
Mi passai una mano tra i riccioli e li tirai. Volevo aprire un varco nella mia testa per far uscire i brutti pensieri,i brutti ricordi.Un fiume cercava di sfociare dalle mie palpebre ma non potevo piangere.Sarebbe stata una cosa stupida.
Sentii un singhiozzo. Mi portai subito una mano alla bocca. Ero sicuro però che non fossi stato io a produrlo. Accesi la luce e trovai sul mio letto mia sorella rannicchiata. Mi avvicinai a lei a la abbracciai stretta. Forse cercavo solo di aspirare i suoi incubi e farli miei per farla libera. Ma di nuovo mi sentii inutile perchè anche lei sarebbe rimasta segnata come me e io non potevo fare nulla se non abbracciarla.
Mi promisi che da grande non sarei mai stato come mio padre, mio padre pff, di suo in me c'era solo un po di DNA e qualche somiglianza nel volto e nient'altro.Passò quasi una settimana ed io ero ancora a letto. Non volevo alzarmi. Avrei voluto passare tutta la mia vita sotto le coperte, senza vedere più mia madre che a ogni pasto bussava alla mia porta dicendomi di scendere e di dimenticarmi quello che era successo. Come se fosse stato facile perfino per lei.
Alzai la testa dal cuscino e guardai l'armadio, appeso ad esso un calendario, strinsi un pò gli occhi per vedere che giorno fosse.
La mattina seguente sarebbe iniziata un' altra settimana di scuola e qualcosa mi spinse a volerci andare. Reprimere la tristezza e sfoggiare il mio più bel sorriso.
Tutto questo per qualcosa che mi era sfociato dentro.Tutto questo solo per far vedere a mio "padre" che ero forte anche se dentro non lo ero.
.
.La mattina quando mi alzai la testa mi girò e vidi la stanza girare e il pavimento ondulare.
Mi vestii in fretta e uscii di casa senza salutare mia madre.
Usai le cuffie per tutto il viaggio e dopo la lezione di psicologia ero pronto per sfogare l'energia in palestra, durante ginnastica.
.
.
Corsi agli spoiatoi e mi misi i pantaloncini e una maglietta nera.
Quando entrai in palestra gli studenti erano già divisi in due squadre.Presi il mio posto sotto rete e guardando davanti a me ammirai i suoi occhi blu oceano.
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Lasciati Accarezzare // Larry Stylinson
FanfictionHarry è un normale adolescente che cerca di vivere una vita normale. Non si aspettava certo di trovare un ragazzo incasinato come Louis. Quest'ultimo, infatti, si rifiuta di essere toccato da qualcuno. Harry pensa faccia così a causa di qualche p...