Capitolo 4

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Capitolo tradotto da George de Valier su EFP, io l'ho solamente riportata per il completamento della storia.

Capitolo 4

"Farai attenzione, vero, nonno?"

"Lo faccio sempre, ragazzino. Non agitarti. Ce la caveremo benissimo." Feliciano annuì mestamente, lo sguardo calato sul suo cesto. Tutta la sua gioia al rivedere Antonio la sera prima era svanita, sostituita dal desiderio che non si fosse mai fatto vivo.

Qualunque fossero le notizie da lui portate, avevano reso questa missione necessaria, e per l'ennesima volta tutti coloro che Feliciano amava sarebbero stati in pericolo.

Avrebbe dovuto esserci abituato ormai. "Lo so, nonno. Ti prego, non lasciare che succeda qualcosa a Lovino."

"Non ho bisogno di essere protetto." bofonchiò Lovino, raggiungendoli sulla soglia.

Roma lo agguantò per il cappotto, oltre il punto in cui si riconosceva chiaramente la sagoma di una pistola.

"Non è nemmeno una missione pericolosa."

"Tutte le missioni sono pericolose" lo corresse gravemente Roma, afferrandolo per le braccia e costringendolo a guardarlo in faccia. "Intesi?"

"Ma si, certo."

"Non ho sentito bene." Lovino sospirò, gli occhi rivolti al cielo.

"Intesi, nonno. Tutte le missioni sono pericolose."

"Bravo ragazzo. Allora Feliciano, va' al mercato, compraci un po' di latte, incontra il nostro contatto e prima che tu sia di ritorno sarà tutto finito. D'accordo?" Roma gli sorrise rassicurante. Feliciano annuì, molto più incerto.

Non era la prima volta che faceva questo genere di cose, ma quel giorno c'era qualcosa di diverso.

"D'accordo. Per favore, tornate sani e salvi." Roma gli scompigliò i capelli, ridendo.

"Che sciocchino, non è nemmeno una missione armata! Andiamo solo a raccogliere informazioni, la tua specialità, no? Di fatti dovresti accompagnarci!" Feliciano sapeva che era solo uno scherzo ma provò un po' di fastidio lo stesso. Anche lui correva dei rischi, prendendo parte a tutto quello; non era un bambino.

"E invece vi porterò informazioni dal villaggio. Farò la mia parte, nonno."

"Lo so, lo so. Ti ricordi la frase?"

"Dicono che ci sarà una tempesta prima della primavera." recitò Feliciano. "Giusto?"

"Perfetto." Roma si chinò a dargli un bacio. "A stasera, Feliciano."

"Ciao nonno. Ciao Lovino." Lovino lo baciò sulla guancia, rivolgendogli un raro sorriso, prima che i due uscissero di casa; Feliciano restò per un poco ad osservarli mentre camminavano sulla strada che aggirava il villaggio e conduceva alle montagne, prima di costringersi a distogliere lo sguardo e ad imboccare il ben noto sentiero per il villaggio, fra i campi indorati dalla luce di metà mattina.

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Feliciano aveva i nervi a fior di pelle quando attraversò la piazza affollata. Sembrava che tutti stessero approfittando del tempo insolitamente mite per la stagione; un gran numero di persone s'era riversato nel vicino mercato, da cui proveniva un rumoroso brusio di chiacchiere e contrattazioni.

Sempre più agitato, Feliciano raggiunse la porta di una locanda a lui poco familiare e da cui si sarebbe sempre tenuto ben lontano, fosse dipeso unicamente da lui. Frequentata sia dai tedeschi che da chi si sentiva a proprio agio in loro presenza, era uno dei luoghi più pericolosi di tutto il villaggio per un partigiano; ed era anche il meno sospetto del paese per degli affari illeciti. Feliciano si fece largo fra la folla dell'ora di pranzo, passando in rassegna i tavoli in cerca del suo obiettivo.

Auf Wiedersehen, Sweetheart - Traduzione ItalianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora