Capitolo 15

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Capito tradotto dalla sottoscritta ne detengo i diritti di traduzione mentre la storia appartiene sempre a George DeValier. 

Buona Lettura!

Capitolo 15

La primavera passò come una nebbia di dolore e confusione. Lenzuola bianche, mani fredde, un panno freddo che gli scaldava la pelle in fiamme. Diversi volti comparivano davanti ai suoi occhi come figure fioche e turbolente: Lovino, nonno, persone strane che non conosceva. Acqua che sapeva di metallo, cibo che non poteva ingoiare. Qualcuno che prega; qualcuno che piange. Il profumo pulito e caldo di fiori ed erbe dal giardino. Ed i sogni. Sogni con Ludwing, con querce e caminetti, con pomeriggi invernali che Feliciano non poteva essere sicuro fossero reali.

Ma ora, non era sicuro di nulla, di quello che era reale e quello che non lo ero.

Quando Feliciano si svegliò, l'estate era già iniziata. Con i tedeschi allontanati dal villaggio, nonno e Lovino lavorarono di nuovo nei campi. Feliciano trascorreva le giornate seduto in giardino, a volte a leggere, a volte a ricordare. Di tanto in tanto Antonio si univa a lui. Feliciano era grato della compagnia, ma Antonio tossiva così tanto da rendere difficile la conversazione. Di solito guardavano il cielo in silenzio per ore, ma Antonio sembrava sempre sofferente. Molto raramente, se non aveva troppo male, Lovino aiutava Feliciano a camminare verso la quercia. Ma quando Feliciano parlava di Ludwig, Lovino distoglieva lo sguardo.

Feliciano non ricordava l'ospedale. Non ricordavo che il proiettile fosse stato estratto dalla sua pelle. Non ricordavo di essere stato portato a casa, a malapena cosciente. Tutto quello che Feliciano ricordava era la faccia di Ludwing, le sue braccia, la sua voce ed quel dolore che lacerava il corpo di Feliciano. Tutto quello che sapeva era che Ludwig non c'era più. Tutto quello che cercava, giorno dopo giorno, era di sopprimere la sua angoscia e di ignorare la sua paura. Fu solo in autunno che il nonno Roma si sedette con Feliciano in cucina e cercò di spiegargli.

" Feliciano. Voglio che tu mi ascolti e voglio che tu sia coraggioso, ok? "

Lo sguardo triste di Feliciano divenne curioso mentre guardava suo nonno. Ascoltò l'orologio che ticchettava come un tuono nella stanza silenziosa e guardò le foglie autunnali che galleggiavano tranquillamente nel giardino fuori dalla finestra.
" Non pensare che io stia qui ad ascoltare, nonno. "

Feliciano non ha resistito quando Roma ha allungato la mano e ha passato la mano sul caldo tavolo di legno.
" Per favore, Feli. Io ho aspettato troppo a lungo per questo. Ho aspetto troppo a lungo per parlartene. "
Feliciano non ha risposto, ma nessuno dei due ha staccato gli occhi dalle foglie che danzavano all'esterno.
" Feliciano ... ti ricordi di Alfred? Il tuo amico americano, il pilota? "

" Sì. " Feliciano ignorò il dolore nel petto, il battito irregolare del suo cuore.
Non voleva sentire. Aveva cercato per mesi di non sentire. Feliciano era così stanco di ascoltare.

" Lo sai come Lovino ed io siamo riusciti a salvarlo, no? "

" L ... Lud ..." Feliciano chiuse gli occhi. Non riusciva a pronunciare il suo nome. Se diceva il nome, diventava tutto troppo reale e avrebbe fatto troppo male. " Te l'ha detto. "

" Sì, " ha detto Roma con calma. " Pensavo che dovresti saperlo. "

Certo che lo sapeva. Sebbene Roma e Lovino siano rimasti per lo più in silenzio, non è stato difficile per Feliciano mettere insieme i pezzi.

È vero, non sapeva tutto. Ma da ciò che gli era stato detto, ciò che aveva sentito e ciò che era accaduto, Feliciano ne sapeva abbastanza. Come Alfred era stato abbattuto e catturato. Come Ludwig aveva detto a Roma su la posizione del americano e di come ha attuato un piano di salvataggio. Come Roma e Lovino avevano preso il pilota americano e lo avevano portato ad una base americana. Ma sia il nonno sia Lovino non avevano detto nient'altro.

Auf Wiedersehen, Sweetheart - Traduzione ItalianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora