Capitolo 9

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Capitolo tradotto da George DeValier su EFP, io l'ho solo riportato per il completamento della storia.

Capitolo 9

Feliciano sapeva, in qualche recesso della sua mente sconvolta dal dolore, che doveva rialzarsi. Rialzarsi dal terreno fradicio su cui s'era lasciato cadere, e tornare a casa, e confessare a suo fratello e a suo nonno di averli traditi. Doveva alzarsi ed affrontare il suo destino. Feliciano lo sapeva – ma muoversi gli era impossibile, schiacciato dal peso della pioggia, del proprio dolore, dalle macerie del mondo che gli era crollato addosso. Era impossibile muoversi quando non desiderava altro che restare sdraiato sotto la pioggia gelida fino a non sentire più nulla.

Un tuono violento travolse il cielo ma non lo fece sobbalzare. Al contrario, il ragazzo sorrise fra sé e sé, ricordando la minaccia di Lovino. Quei boati ricordavano degli spari. Alla fine Feliciano si costrinse ad alzarsi, asciugandosi lacrime e pioggia dagli occhi. Non poteva rimettere a posto le cose. Non poteva tornare indietro e correggere ciò che aveva fatto. Ma poteva benissimo affrontarne le conseguenze.

Le luci di casa guizzavano davanti a suo occhi mentre percorreva a passi lenti la stradina. Non riusciva a correre: si sentiva ancora stordito, confuso. Aveva distrutto tutto ciò per cui la resistenza aveva lottato, tutto ciò per cui i suoi membri avevano rischiato e perso la vita. Aveva messo in serio pericolo i suoi cari. Per colpa sua i tedeschi sapevano dello sbarco, per colpa sua il piano era da buttare. Ma che importanza aveva. Ludwig pensava che lui fosse un nemico, che avesse tramato contro di lui. Ludwig lo odiava. Feliciano inciampò, quasi cadde, accecato dalla pioggia e dal vento, incurante di ogni cosa. Non avrebbe mai più rivisto Ludwig. Nulla aveva più senso. Non gli restava che confessare ciò che aveva fatto ed accettare le inevitabili conseguenze.

Feliciano aprì bocca non appena ebbe spalancato la porta. "Lovino? Nonno? Ho bisogno di parlar..." s'interruppe bruscamente. Antonio si allontanò da Lovino così di scatto da inciampare su una sedia e cadere contro il muro. L'altro praticamente precipitò dal tavolo prima di raddrizzarsi e fissarlo furiosamente, con il fiatone e le guance in fiamme.

"Feliciano! Dovresti bussare prima..." Lovino ammutolì quando s'accorse dei suoi vestiti fradici e dei suoi occhi arrossati. La rabbia subito si disperse. "Feliciano?"

Davanti alla preoccupazione sul suo volto, ai suoi occhi pieni d'ansia, tutta la sua risolutezza venne meno e Feliciano si gettò fra le sue braccia. Solo per un istante, prima che suo fratello scoprisse cosa aveva fatto e lo odiasse per sempre, voleva stringerlo per l'ultima volta. Lovino lo cinse lentamente con le braccia. "Feli, mi fai paura. Che è successo?" Feliciano tentò di aprire bocca ma non ci riuscì fra i singhiozzi. Lovino sospirò piano. "Sei andato da lui, vero?" Il ragazzo riuscì solo ad annuire e l'altro gli accarezzò dolcemente la schiena. "Mi dispiace, Feli, davvero..."

"Scusami, Lovino." Feliciano lo sussurrò appena, quasi inconsciamente, così piano da non essere certo di essersi fatto sentire. Ma l'altro subito s'irrigidì. Dopo un lungo, terribile silenzio, Lovino lo afferrò per le spalle e lo allontanò da sé per guardarlo in faccia, con aria terrorizzata.

"Scusa?" La paura, l'apprensione soppressa erano tangibili. "Scusa per cosa?"

Feliciano si sottrasse con riluttanza alla sua stretta, indietreggiando fino al tavolo alle sue spalle. Come faceva a dirglielo? Come faceva a confessare a suo fratello di aver tradito lui, la Resistenza, il suo paese? I suoi occhi si soffermarono per un istante su Antonio, che lo osservava con preoccupazione, immobile e in silenzio. Il ragazzo fece un profondo respiro, cercando di prepararsi all'esplosione che stava per sconvolgere tutto il suo mondo, prima di chinare il capo e sussurrare "gliel'ho detto."

Auf Wiedersehen, Sweetheart - Traduzione ItalianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora