Capitolo 3

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Capitolo tradotto da George DeValier su EFP, io l'ho solo riportato nella traduzione completa.

Capitolo 3

Lovino entrò come una furia in cucina, buttò il sacco di farina sulla panca e si voltò, a lanciare un'occhiataccia a Feliciano, il quale gemette, indietreggiando di un passo con i pomodori stretti al petto. Lovino faceva davvero paura quando voleva.

"Che cos'è quella robaccia che hai canticchiato per tutto il pomeriggio ?" chiese Lovino irritato.

Feliciano si grattò la testa. "Huh? Oh." Quasi non s'era accorto di aver cantato a bassa voce 'Auf Wiedersehen, Sweetheart" da quando erano usciti dalla taverna. Scrollò le spalle. "Non è robaccia, è carina." Fischiettando, si mise a riporre pomodori nella ciotola della verdura, grande e tristemente vuota.

"E' stupida. Smettila. Smettila subito."

"Ma Lovino..." gemette Feliciano.

"Devi cominciare a prendere le cose più su sul serio, Feliciano" disse Lovino, in tono condiscendente e frustrato al tempo stesso. "Non puoi startene lì ad ascoltare la radio e canticchiare durante riunioni importanti come quella di prima. Non è un gioco. Devi essere serio, come me e nonno." Lovino sobbalzò non appena nonno Roma entrò nella stanza alle sue spalle e gli diede una pacca sulle spalle.

"Cos'è questa storia di essere seri?" domandò Roma con un risolino, posando una piccola borsa di arance sulla panca. "Non dar retta a tuo fratello, Feliciano, è fin troppo serio, non gli fa bene. E hai una bella voce proprio come il tuo vecchio!" Lovino spalancò la bocca indignato ma Roma sollevò una mano e aggiunse "Prova questa..." prima di intonare con voce potente "La donna è mobile" di Verdi, la sua aria preferita. Feliciano scoppiò a ridere, battendo le mani dalla gioia prima di unirsi a lui mentre Lovino si copriva lo orecchie facendo smorfie di dolore.

"La donna è mobile,

Qual piuma al vento,

Muta d'accento – e di pensiero."

"Nonno, non essere ridicolo!" Lovino si allontanò da loro, con aria indignata. "Dico davvero!"

Feliciano ghignò e lui e Roma alzarono ancora di più la voce, avvicinandosi lentamente a Lovino.

"Sempre un amabile,

Leggiadro viso,

In pianto o in riso – è menzognero."

"BASTA!" urlò Lovino. Senza smettere di cantare, Roma prese una pentola dal tavolo e gliela mise in testa. Lui e Feliciano lo accerchiarono, cantando a squarciagola mentre Lovino fumava dalla rabbia e cercava di non ridere allo stesso tempo. "Andate via! Smettetela! Lasciatemi stare! Siete tutti matti e io me ne andrò da questa casa!"

Feliciano e Roma lo inseguirono senza smettere di cantare quando corse via dalla cucina nella sala principale, dove si immobilizzò immediatamente e tacque. Feliciano diede un'occhiata e vide sulla porta Antonio, un loro collaboratore ed informatore spagnolo, che sorrideva divertito a Lovino. Questi, arrossendo furiosamente, si tolse la pentola dalla testa e lo guardò truce. "Cos'hai da fissare, bastardo?"

"Antonio!" esclamò Roma estasiato, attraversando la stanza e abbracciandolo con calore. "Ah, sia ringraziato il cielo! Speravo di vederti presto!"

"Salve Roma! Che piacere!" Antonio sembrava leggermente stanco e non al massimo della forma, ma il suo sorriso era luminoso e genuino come sempre. A Feliciano Antonio piaceva. Era allegro e simpatico e gli portava sempre qualcosina ogni volta che passava da loro, cosa che accadeva sempre più spesso negli ultimi tempi.

Auf Wiedersehen, Sweetheart - Traduzione ItalianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora