Capitolo 8

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Capitolo tradotto da George DeValier su EFP, io l'ho solo riportato per il completamento della storia.

​Capitolo 8

Il cielo sopra la sua testa era buio e tempestoso, spazzato da un vento gelido che scuoteva le fronde della quercia e da tuoni tremendi che rimbombavano fra le montagne. Feliciano, seduto ai piedi dell'albero, si strinse nella sua giacca e gettò un'occhiata ansiosa attraverso il campo per quella che gli parve la centesima volta. Non aveva praticamente chiuso occhio la notte precedente, assalito da troppi pensieri, troppi ricordi, troppe paure. Si rifiutava di ammetterlo ma la verità era che non s'aspettava di vedere Ludwig quel giorno. Che non sapeva come raggiungerlo, e il solo pensiero bastava a gettarlo nel terrore. La decisione fu immediata: se Ludwig non si fosse fatto vivo, Feliciano sarebbe andato a cercarlo alla base aerea. Non poteva essere lontano – Ludwig andava e tornava ogni giorno a piedi. C'era sempre un continuo via vai di tedeschi al villaggio; il ragazzo l'avrebbe trovata. Perché aveva bisogno di vederlo, anche se per l'ultima volta. Non appena si fu risolto il sonno ebbe la meglio su di lui.

Fu risvegliato da una mano fredda sulla sua guancia. Aprì gli occhi, battendo le palpebre, e davanti a lui c'era Ludwig: i suoi luminosi occhi azzurri, i suoi capelli dorati, il suo bel volto virile incorniciato dalle nuvole nere alle sue spalle. Feliciano si sentì mancare il fiato, pervadere da un'ondata di gioia intensa; le sue labbra s'incurvarono lentamente, pigramente, in un sorriso di pura felicità. "Sto sognando."

Sul viso di Ludwig aleggiò un lieve sorriso. "E' un bel sogno?"

Feliciano annuì, lo sguardo perso nei suoi occhi ipnotizzanti, la schiena percorsa da un brivido bruciante. "Sì. Tu ne fai parte." Sopra di loro balenò un lampo; i ricordi lo assalirono. La gioia svanì; Feliciano cacciò via il torpore dalla sua mente e si gettò su di Ludwig, nella sicurezza delle sue forti braccia. "Dimmi che non sto sognando, Ludwig" bisbigliò con voce roca. Doveva aver dormito a lungo; il cielo s'era fatto scuro, troppo scuro perché fosse ancora mattina. "Dimmi che sei qui."

"Sono qui, Feliciano. Sono qui con te." Ludwig lo baciò con dolcezza e il ragazzo sì abbandonò alle sue labbra, al tepore del suo respiro, così diverso dal vento gelido che soffiava senza tregua, rabbrividendo quando le sue dita gli accarezzarono i capelli. "Non ti ho spaventato, vero?" sussurrò Ludwig sulle sue labbra. "Una volta mi hai detto di svegliarti piano se ti avessi trovato addormentato qui, ricordi?"

Feliciano riuscì solo ad annuire, col groppo alla gola per l'emozione, aggrappandosi alle sue braccia e alle sue spalle, intrecciando le proprie dita con le sue, affondando il viso nella sua giacca, stringendosi a lui, al suo calore, inspirando a pieni polmoni il suo profumo. "Sono così felice che tu sia qui." Una risatina tremante. "Pensavo che non ti avrei più rivisto. Ieri mi hai spaventato a morte... credevo che non saresti più tornato!"

"Nulla può tenermi lontano, ricordi?" L'altro sorrise e gli baciò i capelli, e Feliciano sospirò, sentendosi quasi felice. "Mi spiace di averti fatto paura. Non era quello che pensavo. Gli americani non stavano attaccando."

Il ragazzo sussultò, come colpito da una secchiata d'acqua gelida. "Quindi non sono sbarcati?" replicò, tentando di nascondere il fatto che già lo sapeva.

"No. Era solo una ricognizione."

Feliciano ricominciò a sperare. Ludwig sapeva che era stata una ricognizione, forse sapeva anche dello sbarco. "Per cui non sono ancora sbarcati ma.." lasciò cadere l'insinuazione, conscio del rischio che correva. Doveva assolutamente capire quanto sapeva.

"E' stata una tattica diversiva." disse l'altro, suscitando in lui un cauto sollievo. Ludwig sapeva che era stato un diversivo... i tedeschi avevano capito tutto... avevano già previsto l'attacco... "Gli americani sono troppo impegnati in Francia per attaccare qui in questo momento. Stanno cercando di confonderci." Ludwig gli strinse una mano per rassicurarlo ma Feliciano sentì gelo nel cuore, agonia nei polmoni. Quindi Ludwig non sapeva nulla. I tedeschi sarebbero rimasti ignari fino alla fine. Tutto sarebbe andato proprio come aveva detto nonno Roma, tutto secondo i piani che Feliciano stesso aveva contribuito a mettere in atto. Gli americani sarebbero sbarcati. Avrebbero attaccato, avrebbero colpito la base tedesca e distrutto ogni cosa, distrutto Ludwig, distrutto Feliciano. E lui non poteva fare niente per impedirlo, non poteva nemmeno avvertire Ludwig – non senza diventare un traditore.

Auf Wiedersehen, Sweetheart - Traduzione ItalianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora