L'annuncio

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Maggio 1943
Erano passati sette mesi da quando avevamo  lasciato Milano. La vita nel paese di PonteVecchio scorreva placida e serena, ormai i suoi abitanti si erano abituati alla nostra presenza. All'inizio ci guardavo con sospetto e in effetti non erano da biasimare, anch'io avrei fatto la stessa cosa se fossi stato al posto loro. Veder arrivare dei forestieri, poteva far nascere qualche preoccupazione.
Prima di uscire di casa per recarmi dal bottegaio, guardai la mia immagine riflessa; era come se il ragazzo di Milano non esistesse più, con i miei occhi chiari, pelle diafana quasi bianca, capelli sbarazzini, ma tenuti sempre pettinati, per quanto ne fossi capace. A volte avevano il coraggio di creare dei leggeri  boccoli; neanche fossi una bambola in porcellana dallo sguardo inquietante.
-Lorenzo! Ti ricordi tutto quello che devi comprare?- chiese Isabella.
-Sì. State tranquilla.- uscii di casa e percorsi la strada fino al paese, mentre camminavo incontrai Pietro che trasportava due secchi pieni d'acqua. -Padre... volete che vi aiuti?-
-No. Ti ringrazio....- sospirò. -E poi da quando tua zia mi fa lavorare mi sento più rinvigorito, forse la vita sedentaria in città non ha giovato molto alla mia salute fisica.- lo disse ridendo e con un bellissimo sorriso sulle labbra.
-Perfetto padre; ora scusatemi, ma devo andare dal bottegaio. La zia vuole dei saponi per pulire.-
Pietro rise. -Ne ha comprati tre solo la settimana scorsa. Li ha già finiti?-
-Sembra che li usi per qualsiasi cosa... se non stiamo attenti potrebbe farceli mangiare.- risi e anche Pietro si unì a me.
La bottega in questione si trovava sulla via principale che conduceva alla piazza, quando entrai trovai una decina di persone, intente a confabulare tra di loro.
-Buongiorno!- salutò il bottegaio. Era un uomo scarno, pelato e dalla barba incolta. -Tre saponi?- mi chiese in automatico, senza aspettare che ricambiassi il saluto.
-Esatto. Poi vorrei anche dei ceci, fagioli e delle lamette.-
-Arrivo.- mi lasciò da solo al banco. Intanto la gente dietro di me stava conversando animatamente. Uno diceva -nazisti.- l'altro invece. -Non è possibile.- un altro ancora. -Spero che non lo facciano veramente....-
-Ma che succede?- domandai al bottegaio.
-Non lo sai?- mi guardò perplesso.
-Cosa dovrei sapere....-
-Questo fine settimana arriverà un piccolo convoglio di soldati nazisti. Pare che si stabiliranno qui per preparare una linea di difesa contro le truppe Alleate.-
-I nazisti. Qui?- mi salii il panico.
-Ragazzo. Sono spaventato quanto te, ma il sindaco non ha avuto scelta.-
-Dove si stabiliranno in paese?-
-Pare che utilizzeranno il municipio come quartier generale, mentre per gli alloggi dei soldati e ufficiali prenderanno in "prestito" le case accanto al municipio.-
-Non si può fare nulla?-
-No. I paesi qui vicino li hanno già accolti, manchiamo solo noi.-
Ringraziai il bottegaio sia per l'informazione che per i prodotti. Appena fuori corsi verso casa per dare l'ultima notizia.
Maria e Isabella stavano pulendo i panni nella fontana dietro casa. Appena raccontai quello che avevo appreso, Isabella si lasciò cadere, mentre Maria imprecò. -I crucchi qui. Andiamo bene... di bene in meglio....-

Il conflitto del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora