Notte insonne tra le campagne

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Non smettevo nemmeno per un istante di pensare a Viktor. Il nostro colloquio al fiume era stato molto tranquillo e se avessi avuto abbastanza coraggio lo avrei baciato, ma come l'avrebbe presa se lo avessi fatto? Forse il suo modo di fare non aveva nulla a che vedere con l'attrazione fisica. Probabilmente cercava qualcuno con cui passare la giornata e casualmente ha incontrato me.
"Devo evitare di incontrarlo". Mi dissi non riuscendo a concentrarmi sulla lettura.
Mi alzai dal letto e guardai fuori dalla finestra e le luci delle stelle creavano un effetto molto romantico e decisamente fiabesco. In quel momento pensai a Viktor. Rivedevo i suoi movimenti leggiadri mentre si svestiva per tuffarsi in acqua.
Scossi la testa e cercai in tutti i modi di distrarmi da quei pensieri. Tra me e lui non poteva esserci nulla.

Alle due di notte mi trovavo con lo sguardo verso il soffitto, all'esterno sentivo il suono delle cicale che cantavano tra i campi. Aprii la finestra e inspirai l'aria notturna. Era corroborante e annunciava l'arrivo di un temporale.
Dentro quella stanza stretta mi sentivo mancare il fiato, avevo bisogno di respirare.
Uscii dalla fattoria e camminai per la campagna che circondava il paese. Cercai di rimanere a distanza, da lontano potevo vedere i soldati tedeschi che pattugliavano tutto il perimetro. Le luci del municipio erano ancora accese.
"Chissà se Viktor è ancora lì dentro. E chissà cosa starà facendo?"
Ripresi a camminare fino al ponte di pietra, che era decorato con delle colonne ioniche che sorreggevano un porticato, sempre fatto di pietra e collegava l'ingresso del paese con la campagna. Era per quella struttura medioevale che il paese prendeva il nome. 
Da lontano, in un punto imprecisato apparvero dei lampi, seguiti da una folata di vento.
Non avevo nessuna voglia di tornare indietro, volevo godermi ogni singolo momento della manifestazione della natura. Dentro di me volevo essere libero come l'aria che stava soffiando. Volare in un luogo dove non ci fosse la guerra.
Con la mia irrefrenabile immaginazione, pensai che forse, anche Viktor potesse avere i miei stessi pensieri. Probabilmente era solo un utopia, ma c'era qualcosa in lui che mi faceva intendere questo.
-Wer bist du?- il soldato semplice tedesco mi puntò il fucile, facendomi tornare nel mondo reale.
Alzai le mani. -Chiedo scusa... stavo solo passando di qua.-
-Wo kommst du her?- il soldato mi aveva chiesto da dove arrivassi.
-Abito nella fattoria poco fuori il paese.- indicai verso la campagna.
-Komm mit mir. Schnell!- mi prese per un braccio e mi trascinò verso un magazzino accanto al municipio. E mi chiuse li dentro.
-Aspetta! Non puoi lasciarmi qui.- osservai con attenzione l'interno del magazzino. Era completamente spoglio, gli unici oggetti presenti erano delle brandine improvvisate. Mi sdraiai su una di esse e attesi. Con l'ansia che cresceva.

Il conflitto del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora