Scambio di sguardi

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-Sembrano delle bestie immonde.- disse Isabella appena uscita dal municipio. -Avete notato il Tenente? Avevo lo sguardo più duro che avessi mai visto. Somiglia a un demone. Spero solo che ci lascino vivere in pace.-
-Io spero solo che non vengano a ficcare il naso nella mia fattoria.- Maria lo disse infastidita. -Anche a costo di mettermi contro la Germania, non permetterò che invadano i miei terreni.-
-Zia, loro non vogliono occupare le terre dei contadini, si limitano solo a tenerci sotto scacco.- mi meravigliai delle mie parole.
-Dovremmo stare attenti a non farli arrabbiare. Tutto qui!- Pietro camminava davanti a noi, e le sue parole ci convinsero a stare sereni, almeno per un po'.

Nel pomeriggio, dopo aver aiutato Maria a riassettare la cucina, decisi che volevo fare di nuovo una passeggiata nelle campagne, ma mia zia mi fermò dicendo che prima sarei dovuto andare ancora in paese, a consegnare alla signora Lucilla la forma di formaggio che aveva ordinato a mia zia.
-Ricorda... si trova nella casa di fianco all'ufficio della posta.- disse Maria, dandomi in mano la forma di formaggio avvolta in un panno. -Appena fatta la commissione torna indietro subito.-
-Tranquilla zia. Farò più in fretta possibile.-
-Bravo...-

Camminai verso la stazione di posta. E trovai immediatamente la casa della signora Lucilla. Si trattava di una dimora piuttosto piccola, situata poco lontano dalla piazza.
Appena consegnata la forma di formaggio, decisi di fare una piccola deviazione, passando per la piazza della chiesa. Alle fontane vi erano alcuni soldati tedeschi che si stavano rinfrescando dal caldo che si stava facendo sentire. Tra loro vi era anche il Tenente Viktor. Prese un fazzoletto di stoffa dalla tasca dell'uniforme e lo inzuppò d'acqua, passandoselo sul viso. In quel momento i suoi occhi si incontrarono con i miei e restammo a guardarci come se fossimo ipnotizzati l'uno dell'altro; quando ritornai in me scossi la testa e me ne andai da lì.
Dentro di me avevo pensieri contrastanti; Pietro aveva ragione, bisognava stare attenti, erano capaci di fare qualsiasi cosa. E non solo a me, ma anche alla mia famiglia.

Avevo già il sospetto che quella sarebbe stata una giornata impegnativa su tutti i fronti. Appena ero rientrato in casa, mia zia mi venne incontro per dirmi di passare anche dal bottegaio.
-Ma zia potevate dirmelo prima di andare dalla signora Lucilla.-
-Lo so, ma non ci ho pensato.-
Mi diede una piccola lista con le cose che dovevo prendere.
Mentre percorrevo la strada verso la bottega, mi resi conto che i miei unici passatempi erano, fare commissioni e stare a leggere per buona parte del giorno. In un certo senso mi sentivo anche inutile.

Una volta dentro la bottega non trovai nessuno. Diedi la lista al proprietario e in un attimo mi consegnò tutto quello che mi serviva.
Fu proprio in quel momento che entrò Viktor.
-Guten nachmittag. Avrei bisogno di un seife...-
-Perdonate Tenente. Cosa sarebbe un seife?- domandò il bottegaio.
-Sapone...- dissi con rapidità, stringendo la borsa.
-Sai parlare tedesco?- mi chiese Viktor.
-Sì. Ma non così bene come sembra...- non avevo il coraggio di guardarlo.
-Dove lo hai appreso?-
-Mi piace studiare...- tremavo di paura. Lui mi osservava dall'alto in basso, tenendo le braccia dietro la schiena perfettamente dritta.
-Fai bene.... ehm... il tuo nome?-
-Lorenzo.- risposi quasi meccanicamente.
-Lorenzo...- si rivolse al bottegaio. -Il mio sapone.- scandì la parola lentamente. Poi mi guardò e ammiccò, sorridendomi.
Trattenni una risata. -Buona giornata. Tenente.-
Mentre camminavo verso casa, mi voltai e notai che Viktor era uscito e mi stava fissando ancora.

Il conflitto del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora