"Dove sei stato?"

319 20 1
                                    

Quella fu la notte più bella che avessi mai vissuto. Stare tra le sue braccia mi ha dato una gioia mai provata prima.
-Viktor.... quando ci vediamo?- chiesi, prendendolo per mano.
-Pensavo che sarebbe meglio vederci domani pomeriggio, dopo il cambio della guardia.-
-Non vedo l'ora di stare ancora con te...- lo baciai.
Lui mi attirò a se e sembrava che non volesse lasciarmi andare. -Anch'io... spero che il tempo che ci separa non sia così lungo come pensiamo.-
-Lo spero tanto...- lo guardai negli occhi. -Ti amo... a discapito di questo mondo in guerra, ti amo.-
-Lorenzo...- riprese a baciarmi.

Quando raggiunsi la fattoria di Maria. Cercai di fare il meno rumore possibile. Ma appena entrato c'era qualcosa che non andava, di diverso dal solito.
-Eccoti finalmente!- Isabella apparve sulla soglia della cucina. -Dove sei stato a quest'ora di notte?-
Agitato risposi... -Ho fatto un giro qui intorno.-
-Sei uno sconsiderato!- alzò la voce. -Non ricordi che quelle bestie naziste pattugliano l'area?-
-Si. Le ho viste...-
-E non ti è venuto in mente che ci fosse il coprifuoco?-
-Lo sapevo...-
-E allora perché sei uscito ugualmente?- mi guardò proprio come si guarda una persona colta in fragrante. E infatti lo ero. -Aspetta un attimo...- mi prese per un braccio. -Hai una storia con una ragazza del paese?-
Avvampai. E con tutta la calma che riuscii a mantenere risposi, -no. Ve l'ho detto madre... sono stato a fare un giro per i campi.-
-Perché non mi dici chi è?- insistette.
-Perché non c'è nessuno!- alzai leggermente il tono di voce. -Ora sono stanco e me ne vado a letto.- la lasciai lì, da sola a contemplarmi mentre mi dirigevo verso le scale.

Il giorno seguente, a colazione, fu tutto molto più sobrio e mia madre stranamente non disse nulla a proposito della sera precedente. Restammo in silenzio a consumare il primo pasto; poi ognuno tornò alla propria mansione.
Io decisi di andare in paese, dovevo assolutamente parlare con Viktor.
Lo trovai alla fontana, intento a lavarsi il viso, circondato da altri cinque soldati. Era splendido, soprattutto sotto i primi raggi di sole.
Mi avvicinai senza dire una parola. Uno dei soldati mi vide e feci cenno di parlare con il tenente.
-Herr. Ein Mann will mit dir reden!-
Viktor si voltò verso di me. -Hai bisogno ragazzo?- sapevo che doveva mantenere un certo contegno, così stetti al gioco.
-Sì. Avrei bisogno di parlare con voi tenente.-
-Vieni con me in municipio.- si sistemò la divisa a con tono freddo e molto autoritario intimò i soldati di riprendere le loro mansioni.

Il conflitto del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora