Lasciate che il mio amore mi guidi

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Quella stessa sera non avevo nessuna voglia di parlare o essere partecipe nei discorsi dei miei familiari. Nella mia testa continuavo a sentire la voce di Viktor. Le sue parole erano impresse dentro di me e non volevano andarsene, così come non volevo che se andasse lui.
-Lorenzo! Lorenzo!- Isabella mi chiamò.
-Madre...- cascai dalle nuvole.
-È da quando siamo seduti a tavola che non dici nulla. Anche durante la preghiera sei stato silenzioso.-
-Perdonate...-
-Qualcosa ti turba?- domandò Maria.
-No...- tenni la testa bassa, con lo sguardo rivolto verso il piatto.
-Sicuro? Sembri uno che ha ricevuto un rifiuto da parte di una ragazza.-
-Non ho ricevuto nessun rifiuto...-
-Sicuro?- Isabella mi osservava con curiosità.
-Sì...- confermai, anche se il tono della mia voce non era del tutto convincente.
Maria, però, non si lasciò convincere facilmente e continuò. -Però ci sono giorni in cui sparisci per delle ore...- mise in bocca un pezzo di formaggio. -Si può sapere dove vai?-
-Faccio soltanto dei giri tra i campi e al fiume.- cercai di essere il più naturale possibile. Non volevo lasciar trapelare nulla. Se avessero scoperto che ho una relazione con un ufficiale nazista, mi incatenerebbero in cantina, ma non solo per quello; anche per il fatto di essere omosessuale. E inoltre mia madre avrebbe sicuramente eseguito un esorcismo lei stessa.
-E vai da solo o in compagnia?- stavolta a fare la domanda fu Pietro, che fino a pochi minuti prima era rimasto in rigoroso silenzio.
"Non metterti di mezzo anche tu!" Pensai.
-Da solo! Ma si può sapere che vi prende?- mi alzai in piedi, sconvolto. -Perché non mi lasciate in pace!-
-Lorenzo!- Isabella mi venne dietro.
-Non voglio parlare madre!- entrai in camera e chiusi la porta a chiave. Volevo rimanere solo.
Solo in seguito mi resi conto che avevo commesso un errore, comportandomi in quel modo avevo dimostrato che le loro supposizioni erano esatte, e di certo sarebbero tornati alla carica il giorno seguente. Forse avrebbero potuto pedinarmi. Se volevano, erano più pericolosi dei nazisti.

Il conflitto del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora