Libertà

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Stare dentro quello spazio angusto mi stava facendo venire la claustrofobia. Era sporco, ammuffito e il fetore era asfissiante. Mi avvicinai alla finestra per osservare meglio fuori. Il soldato che mi aveva condotto li, stava parlando con il suo superiore, poi arrivò Viktor. Che si mise a gesticolare e a dare ordini.  Poi venne verso il magazzino.
Aprì la porta di metallo ed entrò, guardandomi con i suoi occhi di ghiaccio, portamento eretto e braccia dietro la schiena.
-Mi hanno riferito che stavi circolando fuori dal paese.- camminò verso di me. -Lo sai che non puoi uscire di casa oltre il coprifuoco!-
-Perdonate.... non ci ho pensato.- abbassai la testa.
-Devi essere più cauto la prossima volta. Non hai idea di quello che sarebbe successo? Il mio soldato avrebbe potuto spararti.-
-Scusate....- sussurrai evitando di guardarlo.
Sospirò. -Per questa volta chiuderò un occhio, ma la prossima non sarò così indulgente!- spalancò la porta e mi fece segno di uscire. -Adesso vai a casa!-
Uscii timoroso prima che potesse farmi del male.
-Vi ringrazio Tenente....- stavo percorrendo la strada quando sentii dei passi pesanti dietro di me. Mi voltai e vidi Viktor che mi stava seguendo. In quel momento ebbi davvero paura. Forse mi ero sbagliato su di lui.
-Mi state seguendo?- domandai e me ne pentii di averlo fatto.
-Mi assicuro che non commetti altre stupidaggini!- si mise sull'attenti. Fermandosi in mezzo alla strada.
-Vi ringrazio...- esclamai con imbarazzo. E proseguii nella mia direzione, ma con la coda dell'occhio lo vidi che era sempre dietro di me. Senza perdermi di vista.
Stavo per aprire la porta di casa quando appoggiò la mano sulla mia per impedirmi di entrare.
-Che fate?- chiesi, con paura.
-Lorenzo...- restò a guardarmi per lungo tempo. -Voglio solo... augurarti buonanotte.-
-Anche a voi buonanotte...- sospirai in preda alle emozioni, sentirlo di nuovo così vicino a me mi fece andare in palpitazione il cuore.
-A presto...- fece per tornare indietro, ma con  scatto impulsivo si voltò verso di me, mi prese il viso e mi baciò.
Mossi le labbra all'unisono con le sue, sentivo il profumo della pasta dentifricia; alla menta, la mia fragranza preferita.
-Tenente...- mi scostai leggermente da lui.
-Non chiamarmi tenente. Per te sono solo Viktor...- riprese a baciarmi.
-Viktor...- dissi dolcemente. Stringendomi a lui per non lasciarlo andare.
Sentimmo dei passi che si avvicinavano. -Sono le guardie di ronda.- disse. -Vediamoci domani. -Va bene?- mi accarezzò le guance.

-Dove?- domandai quasi senza fiato.

-Al fiume.- mi baciò ancora prima di allontanarsi.

Il conflitto del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora