Casa mia è casa tua

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Come due giovani guerrieri, persi in una guerra infinita, vivevano insieme in quella casa così piccola, da risultare anche troppo grande, per quei due amanti che si perdevano ogni volta negli occhi dell'altro.

Le loro anime insieme formavano un unico corpo, un unico grande miscuglio di emozioni fortissime, capaci di sfondare anche un resistente soffitto.

"Martí! Quanto cazzo ci metti?! Stiamo insieme da quasi due anni, ti vedo nudo regolarmente e tu chiudi ancora la porta del bagno?"
"Niccó, un attimo!"

Insomma, andava tutto bene, erano una semplice coppia di ragazzi che vivevano insieme, senza preoccupazioni troppo grandi. Amavano la vita, la vita insieme, amavano la vita di chi si dimentica il male, di chi come loro si sente finalmente normale.

Martino aveva superato la maturità con 74, battendo addirittura Gio, uscito con 70.
Elia e Luchino invece si erano meritati un buon 66, festeggiando per ben tre giorni di fila il loro successone.
Sana ovviamente un bel 100, con lode, Silvia con 92, Eva con 81, Federica con 60, Eleonora con un 85.

C'è l'avevano fatta, avevano rotto, quel fottuto soffitto, ancora una volta.

"Te sbrighi?"
"Un attimo un attimo!"
"Sei già bello così perché ti devi sistemare cos-!"

Martino aveva aperto la porta velocemente.
Era bellissimo.
Aveva gli occhi pieni di gioia. Si sentiva particolarmente più bello del solito e Niccoló sentiva questa sua felicità interiore, facendone un pezzettino propria.

"Allora?"

Nicco gli gira le braccia intorno alla vita, i loro volti si stavano sfiorando. I nasi invece si toccavano creando una dolce danza.

"Sei forse la cosa migliore che mi è mai capitata!"
"Solo forse?"
"Si la cosa migliore è il mio piatto di pasta con salame vegano, tabacco e-!"
"Sisi me le ricordo le mille schifezze che ci avevi messo dentro!"
"Ora posso baciare il mio fidanzato?"
"Se continui a parlare non so se ci riesci!"

E si lasciano un bel bacio.
Un bacio pieno di passione, capace di rendere tutti il mondo a colori, anche la notte, anche la notte più buia di sempre.

"Bene, ora andiamo sennò non riusciamo a preparare tutto per l'arrivo dei nostri amici!"
"Ma io volevo abbracciarti ancora un pó!"
Gli occhi lucidi, allo stesso tempo così dolci da far sciogliere pure un ghiacciaio.
"Niccó, stasera niente scatola dei giocattoli!"
"Ma sti cazzi! Andiamo subito! Forza! Cosa aspetti lì con quel sorrisino? Vieni o no! Cojone!"

Era rimasto fermo lì, con quella frase riusciva a comandare a bacchetta il povero e innamoratissimo Niccolò, che adorava la scatola dei giochi.

Cominciarono a preparare la tavola, la cucina era stranamente e finalmente pulita, il salotto era pronto ad affrontare un'intensa serata di giochi da tavolo e risate a non finire.

"Sei propio un bravo casalingo!"
"Sei fortunato che stanno arrivando gli altri!"
"Perchè?"
"Sapessi!"- dice sorridendo sistemando l'ultimo cuscino.
"Incorreggibile!"- sussurra ridendo Martino mentre va verso la cucina.

Suonano al citofono e Niccoló fa entrare i loro amici, con un sorriso talmente grande da poter ricoprire il mondo intero.
Si abbracciano tutti, uno ad uno, come se fosse la prima volta.
Silvia e Luchino, appena tornati da una gita in montagna, Eleonora ed Edo che erano tornati di nuovo a Roma, Eva, Garau, Sana e Federicona, appena uscuti forse da un club over 18, e Filo tutto sorridente.

"Mi aspettavo di vedere Elia!"-sussurra Martino all'orecchio di Filo appena si abbracciano.
"E io mi aspettavo fossi meno impiccione!" Gli tira una spallata e si gira per andare a salutare Niccoló che sembra aver capito tutto solo da uno sguardo del suo amante.

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