Calma

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Niccolò's POV

Il cielo è sempre stato bellissimo da osservare, da colorare a propio piacimento e da gustare, in ogni sua piccola bellezza.
E questa notte il cielo mi sembra crollare.
Deglutisco l'ultima goccia di saliva e mi sprofondo in un sonno calmante ed immenso.
Vedo il mondo scomparirmi sotto i piedi e devo correre per sfuggire da quel mostro gigante.
Vado dove l'istinto mi porta, forse in alto, in basso, sotto terra oppure sopra il cielo.
Dove mi trovo sicuro.
Devo correre più veloce, devo raggiungere un posto sicuro, per poter poi aspettare il giorno e riabbracciare Martino.
Mentre il vento mi scosta i capelli dalla fronte mi chiedo come sia possibile che in ogni momento Martino sia sempre presente, ed è quando non c'è che la mia testa si perde.

Nessuno mi puó sentire mentre fantastico sulla nostra prima volta, nessuno mi puó sentire mentre mi ricordo il sapore del nostro primo bacio.
Posso essere felice, in silenzio.
Ma il mostro sembra non fermarsi, sembra accelerare, mi vuole quanto io voglio Martino.
Capisco che forse non c'è speranza, tutti e due non riusciamo a resistere al nostro obbiettivo, forse è meglio prendere fiato, e aspettare domani.

Mi fermo.
Il mostro mi raggiunge.
Ha gli occhi pieni di rabbia e mi corrode il cervello, fino a spegnerlo, completamente.

Ho freddo, sento il bisogno di trovare pace.
La mia non curanza verso me stesso mi ha portato ad una conclusione: il mostro riuscirá sempre a raggiungermi se io non la smetto.
Mi siedo per terra, non capisco ancora nulla, il mostro non se ne vuole propio andare.
Cerco qualcosa per tornare alla realtà.
Mi strattonò, urlo, urlo così forte che posso sentire Martino che mi cerca.
Sento la sua voce che mi chiede di svegliarmi, sento le sue labbra su le mie, ma il mostro rimane, rimane taciturno.
Nemmeno quando sento le lacrime salate del ragazzo che tanto amo scendere lungo il mio collo il mostro sembra voler tentare una seconda volta di liberarsi da me.
Rimango immobile, solo.

Il mostro si rigira verso di me, è uscito ma vuole tornare e quindi corro.
Scatto in piedi e scosto qualcosa da sopra di me... credo fosse la calma, ma la mia testa mi dice che fosse Martino.
Se scappo dal mostro, posso rialzare la calma, rialzare Martino.
Qualcosa mi blocca. Qualcuno mi tiene al caldo fra le sue braccia.
È come quando suono il piano...  e mi dimentico le note. Ora il mostro, ha dimenticato come si suona e indietreggia, sino a scomparire.
Le ginocchia cedono e io riesco ad aprire gli occhi.

"Niccoló! Sei sveglio!"

Sento arrivare l'ambulanza e prima di essere caricato su una di quelle scomodissime barelle, lascio un sorriso alla calma.
E prego. Prego che la calma, sia più forte del mostro.

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