Brividi

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Eva's POV

Giovanni corre avanti e indietro cercando di scacciare ogni singolo pensiero negativo dalla testa.

"Se non ti calmi ti giuro che ti ammazzo!"
"Non ce la faccio, hai sentito i genitori di Nico? Hanno distrutto Martino, e ora lui é qui che aspetta e i genitori tu li vedi? No!"
"È questione di tempo... ora andiamo a casa!"

La mia testa mi diceva che non avrebbe accettato ma stranamente, o meglio, finalmente mi sento dare ragione e raggiungiamo casa mia.
Facciamo piano per non disturbare i miei genitori ed escogito un piano per distrarre Gio da quei pensieri oscuri e malvagi.

"Domani chiamiamo l'agente immobiliare e chiediamo fra quanto è pronta casa?"
"Fra un mese!"
"Mi sono presa la briga di chiamarla e di chiederle di anticipare!"
"Davvero?"
"Si!"
"Sei fantastica!"

Sogniamo di vivere assieme. Poter fare le cose con estrema tranquillità senza nessun adulto, tranne noi due, in mezzo ai piedi.

"Non c'hai sonno tu dopo una notte in bianco?"
"No, vedere Martino così è stato straziante, anche per me!"
"Allora cosa ti lamenti di me!"
"Senti... ora... ora stendiamoci sotto le coperte e vediamo un bel film, ti va?"
"Mortacci tua che mi convinci sempre con la tua bellezza!"
"Grazie lo so!"

E ci lasciamo un casto bacio sulle labbra, prima di addormentarci all'una del pomeriggio reduci da una nottata intensa.
Ci svegliamo che sono le sei e ci rendiamo conto che l'indomani ci sarebbe stata lezione  e che non avremmo dormito nulla stanotte se in questo momento ci fossimo rimessi a dormire.
Perciò decidiamo di andare a piedi all'ospedale per stancarci un po'.

Passeggiamo mano nella mano e chiacchieriamo e sbadigliamo, com'è giusto che sia.

"Un domani ti porterò a Milano!"
"Davvero?"
"Magari per festeggiare la nuova casa... ti va?"
"Assolutamente si!"

Mi ricordo ancora le notti passate a piangere perchè credevo non tenesse a me, perchè invitava sempre amici a Bracciano invece di stare soli. Ma ora sto bene, con lui.

Ed entriamo in ospedale.
Chiediamo informazioni al primo medico che incontriamo e fortunatamente ci porta nella stanza di Niccolò.
Fuori, seduti su una panca troviamo Elia e Filippo, che ci corrono incontro.

"Cosa è successo?"
"Nulla, ma Martino ha dovuto prendere dei calmanti e Niccolò ha cercato in tutti i modi di non farlo agitare, ma l'hanno cacciato via-!"
"Non capendo assolutamente che senza Martino Niccolò non si riprenderá mai!"

Li interrompe Giovanni, che riceve un "Si, esatto!" Da tutti e tre.
Dalla finestra guardo Niccolò con le lacrime, mi viene da piangere. Chiamo Martino.

"Ehy Martì tutto bene?"
"No!"
"Cosa succede!"
"Io sono qui a casa, sotto calmanti che non mi danno la forza di camminare e Niccolò è da solo!"
"Ci siamo noi, e sta bene!" Mento.
"Appena sta bene mi chiami vero?"
"Non so per quanto restiamo ma se si riprende in questo lasso di tempo assolutamente si!"

Ci salutiamo e riferisco tutto agli altri.
Purtroppo l'orario di visita è finito e ce ne restiamo tristi seduti in una stupida panchina.
Nell'attesa che succeda qualcosa.
Ma non succede niente.
E la tristezza cresce sempre di più.

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