Stres, troppo stres.

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Filippo's POV

Sono le quattro del pomeriggio.
Martino mi ha chiamato piangendo, mi ha detto come si sentiva e a ogni singhiozzo mi sentivo morire.
Sono corso in ospedale alle cinque, come se stessi facendo la cosa piú importante della mia vita, ed in effetti, in quel momento, lo era.
Ho trovato Marti davanti all'uscita che trovava supporto in un'infermiera che stava probabilmente chiamando un taxi. Li raggiungo, lui mi guarda. Si sforza di sorridere e vedo altre lacrime uscire dal suo viso.
Lo abbraccio.
"Va a casa!"- gli sussurro.
Appena finita la frase vedo arrivare Elia, che mi fa cenno di andare dentro. Saluto Martino, ringrazio l'infermiera ed entro.
Mi siedo davanti alla stanza di Nicco e attendo.
Vedo le persone passare, alcune felici, altri tristi ed immagino il dolore come qualcosa di concreto, penso di star per piangere.
Poco dopo Elia si siede accanto a me.

"Come sta?"- chiedo appena lo vedo.
"Credo tu sappia la risposta!"
"Sono arrivato che piangeva. È che non è la prima volta, è successo altre volte, perchè ora è così?"
"Non riesce a dire nulla, sono riuscito a mandarlo a casa!"
"Almeno, anche se so che non si riposerà mai, spero si riposi!"- mi metto le mani sulla faccia e appoggio i gomiti sulle ginocchia. Elia mi mette una mano sulla la schiena.
"Si riprenderà,  è una pippa a calcetto ma non nella vita!"

In questi giorni ero a casa da solo. Era andato dai suoi per qualche giorno ed era passato stamattina per appoggiare la roba quando io ero fuori. Realizzo solo ora di essere contento che sia tornato.

Cerca di smorzare l'atmosfera.
"Ma con quel tipo..?"- alzo lo sguardo.
"L'ho bloccato!"
"Cosa?!"- mi fa togliendo la mano della schiena. Mi alzo con la schiena dritta.
"Si. Non mi sentivo a mio agio e anche se è un fregno da paura, non ho voglia di stare con altri coglioni!"
"Hai ragione!"
"Come sempre!"
"Eccolo, sei sempre il solito!"- ridiamo.

E mi tira una pacca sulla spalla per scherzo.
Dopo poco arrivano Gio e Eva.
Gli spiego tutto e poi Eva va al telefono con Martino.

Sono ormai le dieci e si stanno tutti addormentando sulle panchine. Controllo per un'ultima volta Niccolò.

"Posso dire a Martino che stai bene?"- gli dico sedendomi vicino a suo letto.
Si asciuga le lacrime.
"Perché lo faccio sempre soffrire?"
"Niccó, lui starà bene! Ha solo bisogno di te, quindi vedi di sorridere e fagli vedere che insieme ce la farete ok? Non so cosa gli sia preso, magari appena state bene entrambi parlagliene!"
"Sta tanto male?"
"Uff, penso! Non ci vuole parlare! Ci puoi provate tu? Fra poco arriverà, è quasi mattina!"
"Lo faró, se lo vedi prima di me digli che sto bene e che mi manca, per favore!"
"Sarà fatto, tu riprenditi! Gli manchi anche tu moltissimo, si vede lontano otto chilometri!"
"Grazie!"
"Di nulla amico!"
"Ora vado che ci sono tutti fuori che aspettano, o meglio, che dormono!"-faccio per alzarmi ma mi prende il baraccio.
"Se succede di nuovo-!"
"Se succede di nuovo noi ci saremo per entrambi e non permetteremo a nessuno di stare male ok? Noi faremo il possibile, te compreso! Ognuno faccia la sua parte!"
Annuisce e io lo saluto.

Esco dalla stanza e decido di svegliare tutti per poterli mandare a casa, ma trovo solo Elia.

"Eva e Gio?"
"Se ne sono andati, ti salutano!"
Sprofondo sulla panca e sbuffo.
"Che giornata stressante!"
"Tisanina?"
"Si, andiamo!"

Arriviamo alle nostre auto e raggiungiamo casa nostra. Nostra.

Arriviamo in salotto.
"Faccio io tu riposati, come la vuoi?"
"Come ti pare, e grazie!"
"Filo, tu fai giá troppo!"- sorrido.

Scompare in cucina, mi siedo sul divano. A volte mi manca la compagnia di Ele, anzi, mi manca Ele. La mia sorellina mi manca sempre, ma la compagnia di Elia non è niente male, è gratificante.
Arriva dopo poco e ci sorseggiamo la tisana.

"Come finirà secondo te?"
"Bene, l'amore vince su tutto!"
"Si hai ragione!"
"Almeno spero!"

E lo spero davvero, anche se quelle parole contengono molto terrore.

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