Annie's pov:Caro diario,
Sono una bugiarda. Eh già, non avrei mai pensato di andare contro uno dei tanti miei principi ma l'ho fatto e non è l'unico!
Sono stata l'amante di un promesso sposo. E mi sono allo stesso tempo resa conto di essermi invaghita fin troppo di questa persona.
Oggi come ieri, lo guarderò in faccia nascondendogli la verità; quando ero piccola mi chiedevo del perché le persone non dicessero mai la verità, o perché gli risultasse tanto difficile essere sinceri, adesso non ho alcun dubbio. Uff...se solo mi lasciasse parlare...«Annie io esco, ci vediamo a pranzo!» Esclama Tarkan -distraendomi dall'unica fonte di sfogo che mi è rimasta e che sembra funzionare ancora- stranita mi precipito a scendere le scale per chiarire la questione "ci vediamo a pranzo" io e Tarkan non pranziamo mai insieme, siamo fin troppo distanti per potercelo permettere e quindi deduco sia una qualcosa di serio.
Ma una volta aver girato la casa in lungo e in largo, mi accorgo del fatto che di Tarkan è rimasto solo un bigliettino: Ci vediamo oggi a pranzo, devo dirti una cosa molto importante. Ti passo a prendere più tardi.
Sorrido sfregando con le dita il fogliettino di carta; con tutta la tecnologia che ci circonda, Tarkan si ostiene da essa cercando sempre di rimanere del "vecchio stampo" magari potessi riuscirci anche io, oggi non sarei così piena di scrupoli e sensi di colpa.«Andiamo Annie! Il mondo ha bisogno di un caso umano come te per poter far funzionare tutti gli ingranaggi Haydi!» mi dico prendendomi -come mio solito- in giro da sola.
Corro subito a rendermi quanto meno presentabile e cercare di sembrare idonea al ruolo che mi compete.
Metto in risalto il punto vita e coloro le labbra di un rosso opaco, raccolgo i capelli in uno chignon e faccio cadere il mio sguardo dritto sulla provetta del profumo "alle fragole" poggiata esattamente sulla ballerina posizionata nella mia camera.
«Non voglio mica provocarle un'allergia...semplicemente testarne la qualità...» affermo alla mia immagine riflessa nello specchio con tono disinvolto e aria da finta innocente quale sono.Come ogni volta che scrivo sul mio diario, anche oggi mi è ritornato il buon umore, cosa che mi sarà sicuramente d'aiuto per affrontare la giornata.
Una volta aver aperto la porta, il cielo azzurro mi risalta subito agli occhi e scommetto che contrasta in modo unico con le mie iridi castane.
Ok, non è venuto a prendermi il principe azzurro, né il re cattivo, ma forse io non sono la principessa e quindi perché sentirmi in colpa? Non ho nessun ruolo in questa storia, sarò solo una mal capitata. Il principe -che tral'altro non ho mai visto- troverà la sua principessa, ed il re cattivo si sposerà con la regina cattiva, semplice.«Tutunup hayallerine dünü unut (resisti al tuo sogno, dimentica la tua giornata)»
Non mi è mai piaciuto farmela a piedi quanto oggi. È una sensazione ancora più appagante rispetto alle altre volte.
Il fatto di essere ancora nuova -sia io per Istanbul che Istanbul per me- mi rende quest'ultima ignota e rende me sconosciuta alle persone che la abitano.«Kaldırımda baygın, sana da günaydın (ai senza tetto sul marciapiede, buongiorno anche a te)» dico, continuando a canticchiare.
Posso rivolgermi alla gente, senza che quest'ultima possa aver timore di rincontrare una tipa strana come me.
«Şarkıdakı serçe, camdakı teyze uykusuz aşık, sana da Günaydin! (Al passerotto che canta, alla signora alla finestra, all'amante che non dorme, buongiorno anche a te)»
Da quanto i muri odorano così tanto?
E che ci faccio spiaccicata ad un m- Steven?!«Sana da Günaydin Annie.» «Mi stava aspettando o cosa?» domando incrociando le braccia al petto.
Non posso neanche credere di essere arrivata in così poco tempo.
«Tu cosa credi che stessi facendo?» - «Bevendo tranquillamente una Sprite, prima che un rinnoceronte le venisse a dosso. Mi scusi.»
Chino il capo non riuscendo a trattenermi dall'arrossire. Ciò lo fa sorridere, provocandogli
-probabilmente- molta soddisfazione.
Lo ignoro, girando tutto il mio corpo nella direzione opposta alla nostra per poter così raggiungere la scalinata della compagnia; solo che il mio avambraccio viene leggermente tirato all'indietro.
«Baya, baya, baya iyi...(molto, molto, molto buono)» si ha presente l'espressione "fiato sul collo"? Bene. Ho il fiato di Steven sul collo.
Inutile dire la miriade di brividi che riesce a causarmi tale riavvicinamento.
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Un "ti amo" detto a caso
Lãng mạnMolti di noi dicono di essere innamorati o di amare pazzamente una persona. Fin ora ho visto solo persone che credevano di provare questo sentimento. L'amore. Quella cosa che noi tutti conosciamo come farfalle nello stomaco, tachicardia, e tutti si...