Capitolo 12 [Revisionato]

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Angolo Autrice: Ciao a tutti! Come state? Eccomi con un ennesimo capitolo revisionato. vorrei dirvi due cosine in modo che tutto appaia chiaro. In questo capitolo capirete che le sicurezze di un dei principali personaggi, iniziano a cedere, qualcosa inizia a sentirsi, qualcuno inizia a spaventarsi e qualcun altro non vuole accettare le condizioni che il destino gli impone. Questo se ci pensate è un po' quello che accade a tutti noi quando abbiamo paura, quando non si ha molta autostima o quando non si crede di poter essere abbastanza per qualcuno o addirittura quando si crede che non si è fatti per amare qualcuno. Vi svelo un segreto: siamo tutti in grado di amare, se non lo facciamo, siamo semplicemente stati noi a scegliere di non farlo. E non dimenticate che possiamo fare tutto, siamo tutti in grado di essere migliori di come siamo e nessuno è inferiore a nessuno. Magari questa premessa sarà chiara anche ad Annie&Steven che dite?

Detto ciò (spero mi abbiate intesa) buona lettura!

Pov's Annie:

Il silenzio, unico frastuono tra noi. Incredibile come io riesca a stare tanto zitta. Sono ancora un po' stordita. E no, non è più per come sono stata denominata da quel tipo; come ha detto Steven, non mi appartiene in nessuna maniera e deve scivolarmi addosso. Ma quello che non riesco a dimenticare è la reazione di Steven, tanto aggressiva e protettiva al tempo stesso. E' la prima volta che lo vedo in quelle vesti. E non so se io debba prestarci tanta attenzione o meno.

Istanbul passa veloce sotto il mio sguardo. Steven aumenta la pressione sull'acceleratore, dandomi un senso di abbandono. I problemi sono rimasti in quel capannone, mentre l'essere continuamente stupita è parte costante di me ultimamente. E pensare che è partito tutto da una semplice raccolta di argomenti, tutto da una semplice rivista.

Mi ha portata ad amare il turco, farne una quasi seconda lingua. Mi ha fatta atterrare qui, ad Istanbul, il posto in cui ho sempre voluto vivere. E poi. . . ha fatto sì che incontrassi il kötü kral (Re Cattivo) seduto alla mia sinistra. E' difficile descrivere lo strano rapporto che si sta creando tra noi; non sembriamo capo e dipendente, ma neppure qualcosa in più e preferisco così.

Ogni giorno è così stressante, ma al tempo stesso nuovo e avventuroso; proprio come desideravo da piccola.
Per quella raccolta sono stata assunta nella migliore compagnia di Instanbul. Sono stata accolta dalla famiglia Yaman. Ho conosciuto nuovi amici. Oggi ho esposto Askim d'innanzi a tante persone, descrivendola nel migliore dei modi e l'hanno accettata senza esitare. -Se ci penso, sorrido ancora come un ebete-

Mi giro verso Steven, come per controllare che vada tutto bene; ho scoperto che mi piace osservarlo quando è fermo e concentrato su altro.
Il suo sguardo è fisso verso la strada; sembra avere un aria molto decisa e determinata.
Stranamente nel guardarlo intento a guidare, mi scappa un sorriso; ha ancora la mia bandana al polso ed è una situazione stramba. Mi chiedo come io abbia potuto cederla così facilmente. . .non l'ho mai data a nessuno, ne sono sempre stata gelosa eppure, il fatto che lui adesso la indossi non mi infastidisce per niente, anzi, per qualche strano motivo, sono felice che una parte di me sia con lui.

Forse, sotto sotto, in uno scantinato, dopo una lunga rampa di scale -di circa tre piani- lo trovo una persona affidabile, nonostante tutto.

«Come stai?» chiede con poco interesse. «Bene. . .» «Beh, a giudicare dal tuo tono di voce non mi sembra che tu stia tanto bene.» «E tu non sembri tanto interessato a sapere come sto.» «Come "non sembro" interessato?» «È così, prova a negarlo.» affermo incrociando le braccia al petto. «Annie, sono solo stanco e frustrato già a metà giornata. Non centri niente tu. Anzi, scusa se sono sembrato poco convincente, ma mi importa come stai.» "mi importa come stai" sembra una di quelle frasi fatte apposta. . .

Un "ti amo" detto a casoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora