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"I go to seek a great perhaps"
- F. Rebelais

« Caricatore? »
« si »

« pastiglie per l'asma? »
« si »

« spazzolino? dentifricio? spazzola? inalatore? »
« mamma, si »
è da un'ora che va avanti così, le mancano solo i vestiti e la testa da nominare.

Ebbene sì, ladies and gentlemen, dopo tre giorni spesi a cercare di convincerla ci siamo riusciti, e dato che la Rhole permette di frequentare il campus già dall'ultima settimana di agosto ci sto andando.

Ed eccomi qui, sulla soglia della mia stanza, pronto a partire

per sempre.

« tesoro, tranquillo, per le vacanze ti farò io il letto » ride mia madre rattaccando le ultime valigie per portarle in macchina, dove ci aspetta mio padre intento a fumare una sigaretta.

« MAMAAAA JUST KILLED A MAN, PUT A GUN AGAINST HIS HEAD »

è da quando siamo partiti che i miei genitori cantano canzoni dei Queen e dei Beatles a squarciagola avendo ogni cd in loro possesso, e io non ne posso più, tanto che mi appisolo appoggiando la testa al finestrino.

15:57 pm

« Arrivati! »
alzo di colpo la testa percependo un senso di nausea, e subito butto gli occhi fuori dal finestrino, osservando con cautela ogni singolo dettaglio che mi è possibile osservare.

Non è male, infondo non sono qui per questo, ma no, non è male.

La prima cosa che mi balza all'occhio sono due ragazzi intenti a fumare una sigaretta sul cofano di un'auto messa piuttosto male, li fisso per i pochi secondi in cui li oltrepassiamo con la macchina, e uno di loro alza gli occhi e mi inquadra:
capelli lisci e un berretto che lascia intravedere solo il ciuffo di essi, ma non riesco a vedere altro dal momento che i miei genitori parcheggiano più lontano da lì.

« vuoi che ti faccia il letto? » alzo gli occhi al cielo
« no, grazie mamma, ma credo di esserne in grado » sorrido e la abbraccio per congedarmi subito.

« Stai attento, e non fare cazzate » mi fa l'occhiolino mio padre, e poi mi abbraccia;
« okay, grazie, vi voglio bene e mi mancherete » sorrido cercando di cacciarli via il prima possibile,
« anche tu Harold, fai il bravo amore »
e così, dopo un sacco di raccomandazioni e frasi affettuose, rientrano in macchina e fanno marcia indietro per tornare a casa.

Mi giro verso la porta della mia stanza, entrando subito dopo grazie alla chiave datami dal preside; la stanza non è male, due letti di una piazza e mezza sono posizionati alle due estremità, separati da un comodino abbastanza grande con un posacenere e un pacchetto di sigarette,
aspetta che? mi avvicino al mobile e afferro il pacchetto con le mani,
« hey » quasi volo dallo spavento, dietro di me si presenta un ragazzo corvino abbastanza carino, alto poco più di me,   « uhm, hey » cerco di rivolgergli un sorriso, tendando di smascherare l'imbarazzo

« chi sei? »  si avvicina e mi toglie il pacchetto dalle mani, afferrando subito una sigaretta e portandosela alla bocca con fare sbrigativo, poi mi riporge il pacco che ripoggio sul comodino

« Harry »
sfila un accendino dalla tasca e mette le mani davanti alla sigaretta prima di accenderla,
« Harry che? » mi chiede il mio cognome e io faccio per rispondere
« Ha- »
« Harry Edward Styles! » una voce femminile che riconosco subito fa eco nella stanza, e la prima cosa che mi viene spontanea fare è dirigermi verso di essa e abbracciare mia sorella;
« Un altro Styles » mormora il ragazzo moro, e mia sorella lo zittisce con un      « Stai zitto, Zayn » la voce camuffata a causa del mio abbraccio stretto,
« cosa ci fai qui Hazza? » sorrido e mi stacco leggermente dalle sue braccia,
« che ne so, sono qui giusto per sedermi in una stanza di cui possiedo le chiavi » dico ironicamente, e i suoi occhi assumono un'espressione felice.

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