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" i'm jealous of the way you're happy without me."
- Labirinth

1:34 pm

"è difficile starmi dietro, Harry"
è la frase che si ripercorre nella mia testa mentre camminiamo per le strade di questa grande città: Niall e Liam si tirano dei calci sul sedere mentre i passanti li scrutano senza protestare, Louis tiene un braccio sulle spalle di Lilian, e io e Gemma camminiamo mano nella mano stringendola leggermente,
«sai Haz, sta notte stavo giusto pensando a un posto in cui andare» inizia lei, e subito capisco a cosa si riferisce
«e...?» la invito a continuare
«che ne dici della California?» subito sbarro gli occhi, «ho moltissimi amici laggiù, e vivono sul mare, le loro case sono un qualcosa di spettacolare» mi guarda e poi torna a camminare
«solo, fammi sapere se ti-» subito mi fermo e la abbraccio evidentemente, tanto che si girano tutti a fissarmi.
«Sarebbe grandioso» sussurro a mia sorella, e lei annuisce riprendendo la sua camminata.

Appena entro in camera mi butto sul letto sfatto, mentre inizio a ripensare alle parole di Louis. Non può semplicemente essersi accorto dei miei pensieri, nessuno può farlo, cazzo. 
È un po' come se mi sentissi completamente esposto, cosa che non voglio succeda per nulla al mondo.

«Vado ad accompagnare Lilian con gli altri, vieni?» alzo lo sguardo su Niall e scuoto la testa, che si faccia fottere pure lei.
Il biondo mi saluta ed esce dalla stanza.

1:56 pm

sento un forte bussare alla porta, quindi decido di alzarmi dal letto e andare ad aprire. Due occhi blu si impuntano nei miei, e mi sento morire dentro; Louis in tutta la bellezza possibile, mi fissa e fa per parlare, ma io subito mi scanso e lo faccio entrare in stanza evitando il suo pesante sguardo. Mi siedo sul letto a gambe incrociate e gli rivolgo una tenace occhiata mentre lui semplicemente incrocia le braccia e mi guarda dall'alto al basso. Mi sento così vulnerabile. Non può succedere una cosa del genere, come cazzo è potuto succedere? perché non ho posso semplicemente uscire con una persona e stare semplicemente bene?

automaticamente inizio pensare e a riflettere su come potrebbe essere una presunta relazione con Louis Tomlinson: le uscite la notte, lo guarderei fumare una sigaretta mentre i suoi blu si occupano di guardare il fiume notturno, tutti gli sguardi, ogni carezza, tutte le parole dolci, l'amore che potrei dargli; tutto ciò che risiede solo nella mia immaginazione, e in nessun altro posto.

«Harry»
Un brivido pervade la mia spina dorsale, e, per la trecentesima volta in un giorno mi sento morire. La voce di Lou non mi è mai sembrata così profonda come ora, quasi mi spaventa; eppure non rispondo. Non so a cosa sia dovuto il mio cambiamento di umore ma non credo di sentirmi in vena di donargli parola, non dopo ciò che mi ha riferito poco fa.
Mi richiama, e ancora fingo di non sentire. Metto le cuffie e mi nascondo sotto le coperte smosse del mio piccolo letto. Non sto piangendo e non lo sto per fare, infondo lui non è nessuno per sentirsi degno delle mie lacrime, e spero che mai lo sia.
Sento il materasso abbassarsi lentamente e uno scricchiolio sotto di me, ma chiudo gli occhi e fingo che nulla stia succedendo.

«Harry, perché mi stai ignorando?» delicatamente mi toglie le cuffiette e mi passa una mano sui ricci cadutimi in faccia, che cosa mi fa?
subito punto i miei occhi nei suoi, e non trovo le giuste parole per spiegarmi, quindi non dico nulla
«mh?» fa lui, e delle goccioline salate stanno per sgorgare dai miei condotti lacrimali. Non voglio piangere, non me lo devo permettere, affatto.
«Perché non sei con gli altri?» cerco di deviare argomento, nella maggior parte dei casi funziona.
«Perché Niall è un cagacazzi» annuisco ma mantengo uno sguardo distaccato, e lui sembra accorgersene.

«Harry» taci
«io non so più cosa fare con te» dice mentre si passa una mano tra i capelli lisci, e io subito sbotto
«e allora non fare niente, non ci vuole molto!» alzo le mani al cielo e poso gli occhi sul soffitto, mentre le goccioline minacciano ancora di uscire
non ora.
non ora.
non ora.
«non capisco» non capiresti in ogni caso, Louis.
«Ci sto provando» sembra leggermi nel pensiero. Emetto una risatina sarcastica e lui mi afferra il mento costringendomi a guardarlo, e cazzo se è bello.
È una bellezza più che soggettiva la sua
«che succede?» mi chiede

«succede che mi fai male» la mia voce è più incrinata di quanto pensassi, e i nostri occhi sono incollati tra di loro, i miei leggermente più bagnati e demoralizzati dei suoi.
In un primo momento non so che pensare, non capisco ne collego ciò che sto dicendo, tanto che devo scacciare una lacrima con la mano per riprendermi.
Ma noto nel suo sguardo uno strano e diverso luccichio, come se fosse triste o desolato per me... strano.
Si abbassa lentamente, centimetro per centimetro; il mio stomaco inizia a voraginare, mentre la mia testa a realizzare il tutto.
Sta per baciarmi? perché è ciò che direbbe chiunque.
Sembra sicuro di se e io mi chiedo da quando ho iniziato a pensare a rallentatore.
Ma più si avvicina e più lo sento lontano, com'è possibile?
E proprio ora, Mentre i nostri nasi si sfiorano, i nostri occhi sono come una fotocopia incollata su un foglio bianco di un quaderno sbiadito, lui parla, ma quanto vorrei non lo avesse fatto:      «non possiamo» e si ritrae.
Ma in fondo a chi vogliamo darla a bere, è chiaro che non possiamo. Lui è pure fidanzato.
Ma nonostante la mia mente sia la prima ad accettare questa ingiustizia, è anche la prima a farmi reagire
«giura» faccio ironico, e lui alza gli occhi al cielo, «non piangere, non ne hai motivo» se ne esce lui, e l'unica cosa che è in grado di fare è provocarmi un pianto ancora più intenso.

«È che non ti capisco, Louis» mi guarda in segno interrogativo e io proseguo,
«una volta sorridi, l'altra ti incazzi, l'altra ancora sei sopportabile; non so più con quale maschera girare» ammetto

«non devi girare con nessuna maschera, e men che meno per me» torna serio

«allora basta, stammi lontano Lou, stammi lontano perché seriamente - singhiozzo - non so più che cosa fare» Louis annuisce debolmente, e senza aggiungere altro esce dalla mia stanza.

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