25

82 5 0
                                    

" life is the art of pretending to be normal".
- Atticus

7:04 am

«Incanto, sei a conoscenza di aver saltato la prima ora vero?» sono talmente tanto stanco che non penso nemmeno di poter ascoltare Niall, ma ciò che dice mi fa balzare fuori dal letto in men che non si dica.

«Niall cazzo, mi hai fatto prendere un colpo deficiente» gli tiro un pugno sulla spalla, è presto, sono le sette di mattina e lui mi ha svegliato, dopo la serata che mi ha costretto a passare.

«Scusa amore, domani ti sveglio con una carezza alle sei del mattino» lo fulmino con lo sguardo e vado a farmi una doccia.

8:44 am

Matematica.
Che spreco andar dietro a quei numeri, diceva mio padre.
Mio padre era un grande, anche se a volte si rivelava essere un cafone.
Ha avuto una vita piena, amici, libertà, amore, famiglia; un po' lo invidio, ma che ci posso fare, è questione di generazione.
Gli anni ottanta suoi erano gli anni della libertà, della spensieratezza più grande; giorni in cui decidi di partire per un viaggio senza biglietto di ritorno, come se nulla fosse.
Dove prendi la tua amata per la mano, e non per il culo.

«Harry Styles il dirigente scolastico ti vuole nel suo ufficio» un ragazzino con i capelli castani e gli occhi nocciola bussa alla porta della mia classe che era aperta e pronuncia il mio nome, alzo lo sguardo su di lui e quando la mia insegnante decide di darmi il permesso per uscire mi alzo e lo seguo nell'ufficio dell'oca.

«Che hai combinato?» mi chiede lui
«non ne ho idea a dire il vero»
«beh tranquillo, mi sembra di aver visto Tomlinson da quelle parti. Penserà a punire lui peggio di te, lo odia» Louis?
Ti prego dimmi che non devo vedere Louis, non farmi questo.

«Sono brandon comunque» mi porge la mano che subito afferro sorridendo, «già conosci il mio nome, ma in ogni caso Harry» e sorrido.
«Beh, Harry, chiamami se hai bisogno. Sono in seconda C.» sorride e mi lascia da solo davanti all'ufficio che già conosco bene.
Aspetto qualche secondo prima di bussare, voglio provare ad origliare.

«Avanti» entro e cerco di essere cool.
È il trucco di papà, sii cool. Sempre e comunque.

«Voleva vedermi?» ignoro totalmente Louis seduto sul divanetto con i piedi poggiati su di esso, e mi rivolgo all'aquila.

«Si. Credo di avere qualcosa che ti appartiene» estrae il mio libro da un mobile e mi fissa.

Sii cool.

«Ora, dimmi cosa ci facevate voi due qui, e non dirmi che eri solo perché l'unica persona in grado di prendere le chiavi di qualsiasi aula della scuola è Tomlinson.» gli rivolge uno sguardo trucida, ma io ancora non lo guardo.
Non cedo.

«Lo chieda a lui» sono le uniche parole che mi escono dalla bocca, vedo la figura di Louis alzarsi e raggiungermi, per poi guardare l'oca con aria provocante,

«sesso» bisbiglia sulla sua faccia, talmente lentamente e con così tanta convinzione che quasi quasi convince anche me.

«Sapete già di essere in punizione presumo» sembra sconcertato, ma Louis alza le spalle e torna a sedersi comodamente sul divanetto in pelle.
«Passerete l'intera giornata in biblioteca, e anche tutta la notte, pulirete e sistemerete tutti gli scaffali.» detto ciò fa alzare Louis dalla sua comoda postazione e ci dirige nel luogo tanto temuto.
Rapidamente mi allontano da Louis e mi dirigo in un altro reparto più lontano.
Voglio evitarlo, per un bel po'.

16:49 pm

Ho appena finito di pulire gli scaffali delle prime otto sezioni. Ne mancano solo tre che avrebbe già dovuto sistemare Louis.
Di malavoglia mi dirigo da lui, ma quando lo raggiungo sta tranquillamente chiacchierando con un ragazzo.
«Che cazzo fai?» subito smette di ridere e posa lo sguardo su di me, l'altro ragazzo fa altrettanto; «sto parlando con Luke»
chi cazzo è Luke? Che nome di merda poi.

fallingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora