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"So many books, so little time.
- F. Zappa"

3:15 am

Vengo svegliato da un rumore proveniente dalla porta, ed effettivamente l'ho chiusa a chiave senza curarmi del fatto che Niall l'abbia dimenticata sul comodino;
« ma come cazzo ti salta in mente di chiudere la porta a chiave? ci stava per beccare quell'idiota di un'oca » Niall fa ingresso nella stanza insieme a Louis che si limita a guardarmi male e tacere

« ma che cazzo vuoi tu? » mi lascio sfuggire, e lui mi si fionda addosso iniziando a riempirmi di botte in ogni parte del corpo, partendo dalla faccia e finendo con i fianchi ormai doloranti,       « Louis ma che cazzo fai? Lascialo porcaputtana » si intromette il biondo, iniziando ad allontanarci cercando di mettersi tra di noi. Ci riesce e io mi alzo da terra con i fianchi doloranti e un labbro quasi sanguinante,
bastardo
non ho il coraggio di aggiungere altro, tanto che prendo la mia felpa dalla sedia girevole e mi fiondo fuori dalla stanza.

Le luci dei due dormitori sono spente, e il percorso verso la stanza di Gemma è illuminato dalla luce della luna e dai pochi lampioni che ci sono, l'aria è fresca, e per tutto il tragitto non faccio altro che pensare alle azioni sconcertanti di Louis, chi cazzo si crede di essere quel nano per mettermi le mani addosso? ma che si levi dai coglioni e dalla mia stanza.

« Harry? »
mia sorella sul ciglio della porta della sua camera mi scruta attentamente,
« che ci fai qui alle - butta un'occhiata al suo orologio appeso al muro - tre e venti del mattino? » mi fa spazio per entrare ma resto comunque in silenzio per un po'

« posso dormire qui? »
accende una piccola lampadina, scusandosi con la sua compagna di stanza - Hazel - per il fastidio;
« perché? che succede? » ma non appena si gira verso di me le parole le muoiono in bocca

« Harry che succede? perché stai piangendo? e perché hai il labbro così gonfio? » lentamente alzo gli angoli della felpa per vedere se i fianchi siano apposto, ma non credo, dato che fanno un male cane

« porcatroia Haz... » urla bisbigliando, per farmi capire che è grave... o quasi

« fa male... » sono le uniche parole che riesco a dire, con la voce strozzata da un pianto proveniente da non so dove

« sei caduto? »
scuoto la testa

« ti è caduto un mobile addosso? »
scuoto la testa

« ti hanno picchiato? »
non le rivolgo alcun cenno e lei semplicemente avanza verso la mia figura e mi abbraccia, facendo attenzione a non farmi male

« dimmi chi è stato e perché l'ha fatto, domani andiamo dall'oca a raccontargli tutto » in un nano secondo scuoto la testa, non voglio essere il bambino che racconta tutto alla mamma, proprio per questo me ne sono andato senza mostrare alcun cenno ai due ragazzi in camera mia,

« Harry, chi è stato? »
« ho sonno Gem » lentamente mi sdraio sul suo letto lasciandole uno spazio accanto a me, e lei fa altrettanto avvolgendo un braccio attorno alle mie spalle,

« Louis » dico fievolmente, e senza rendermene conto mi addormento.

10:00 am

Il rumore di una sveglia interrompe i miei sogni svegliandomi, « mhmhh Hazel spegni quella merda » si lamenta mia sorella, ancora accanto a me, e la sua amica fa altrettanto.

« C'è scuola? » chiedo con gli occhi ancora chiusi, e sento Gemma bisbigliare un " no, solo che Hazel va a correre"
non aggiungo altro.

« Gemma, vuoi che porti tuo fratello con me? magari gli faccio fare un giro del campus » apro gli occhi e rispondo per lei, « non è una cattiva idea, dammi cinque minuti » detto ciò mi alzo, e con molta poca voglia vado in bagno;
i fianchi mi fanno molto male, ma nonostante ciò mi do una sistemata, lavandomi i denti con l'indice e bagnando i capelli con l'acqua; «eccomi» Hazel mi sorride e io faccio altrettanto, «pronto per una maratona attorno al campus?» muove il braccio come un duro lavoratore
«ehm... a dire il vero-»
« non farlo correre che Tomlinson gli ha fatto male ai fianchi » la ragazza in risposta annuisce senza aggiungere altro, ed esce invitandomi a fare lo stesso.

« Quindi sei al primo anno? »  annuisco troppo in imbarazzo per aggiungere altro, insomma, chi è questa ragazza?

« capito. Beh, Louis è al terzo, fattelo andare bene per un altro po' » dice mentre continua a camminare

« ti va di mangiare qualcosa? sto morendo di fame » chiedo quasi timidamente, e lei mi asseconda portandomi alle macchinette.

« Che prendi? » estraggo il portafogli dalla tasca e faccio spallucce, optando poi per una semplice barretta ai cereali e un caffè.

oh porca madonna, ci risiamo

Louis Tomlinson, in tutta la sua idiozia e bellezza, fa largo nel corridoio, dirigendosi verso di me e guardandomi male, « ti sposti? » mi chiede rudemente, e io senza dire nulla mi volto e prendo una barretta di cioccolato e una bottiglietta d'acqua, facendolo attendere ancora di più.

osa mettermi ancora una volta le mani addosso e vedi dove finisci

« andiamo Harry? » sorrido a Hazel
« certo » e riprendiamo a camminare senza dire niente, lasciandoci Louis alle spalle.

12:34 pm

« Harry, alzati e andiamo a mangiare, su»
i miei fianchi stanno peggiorando, quindi scuoto la testa alla sua proposta.
« Rimani qui allora, a dopo » mi posa un bacio sulla tempia e abbandona la stanza con Hazel.

Decido di riappisolarmi per un po', nella speranza che i miei fianchi migliorino, mi stanno provocando un dolore assurdo, e l'unica cosa che riesco a pensare è il motivo per cui Louis abbia reagito così per una semplice domanda,

forse posta male, ma comunque semplice

mi abbandono ai miei pensieri chiudendo gli occhi e iniziando a respirare profondamente.

12:47 pm

Il rumore della porta che si chiude mi sveglia, ma non apro gli occhi; preferisco fingere di dormire, non voglio che Gemma mi faccia tornare in camera ora.
Il materasso del letto si abbassa, segno che qualcuno si sia seduto accanto a me.
« Harry? » ma ecco che mi sbagliavo, quella presenza non si tratta di mia sorella, bensì dell'ultima persona che avrei voluto vedere oggi: Louis Tomché?

« che vuoi? » tengo la testa spiaccicata sul cuscino e le parole sembrano morirmi in gola, « niente, tua sorella mi ha obbligato di venire a chiederti scusa e io sto fingendo che mi dispiace così la pianterà di rompermi il cazzo » dice in tono menefreghista, mentre si accende una sigaretta;
« tsk, tu hai seri problemi » fa spallucce,
« me lo dicono in tanti, e guardacaso sono proprio i primi ad averne » getta la cenere nel posacenere e attende un attimo prima di riportarsi la sigaretta alle labbra,
« cioè? » chiedo sedendomi poggiando la schiena alla testiera del letto,
« cioè la gente parla e parla, ma se ci fai caso quando parlano di te sembra che stiano parlando più con loro stessi che con te » un altra porzione di cenere abbandona la sigaretta stretta tra l'indice e il medio della sua mano,
« io credo che se tu non gli permetti di parlare con te di te, non parleranno di te con gli altri » rispondo in rimando, stiracchiandomi per la stanchezza,
« che intendi? » mi chiede facendo un altro tiro
« la gente ti giudicherà comunque, quindi lasciali giudicare per un motivo »
cito, e lui mi guarda come se avesse un punto interrogativo stampato in fronte,
quindi mi spiego meglio
« Priya Nair, è una sua citazione » annuisce lentamente e graffia il mozzicone sul posacenere, lasciandolo nel contenitore vitreo e poggiando quest ultimo sul comodino di mia sorella.

« Benissimo, uomo delle grandi citazioni - si alza - ci si vede » e con un cenno del capo esce dalla stanza.

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