" She's not getting drunk for the hell of it. She's getting drunk to numb the hell of it"
- S.BatesPasso la serata a leggere nella mia stanza, non mi presento nemmeno a cena dato che non ho per niente fame, e dato che Gemma non accenna a chiamarmi mi faccio una doccia calda.
Lascio scivolare tutti i miei problemi insieme all'acqua, per venire poi infiltrati con essa.
una volta fuori da qui?
Inizio a pensare a Gemma e a tutto ciò che avremmo dovuto fare insieme una volta usciti, ma il discorso di Louis mi rimbomba nella testa.
Che cosa intendeva dire? che si sentiva solo? che lo lasciavano solo?
Esco dalla doccia e mi vesto con i vestiti comprati oggi. Un po' di profumo e voilà, non male.« Hazzaaaa » la voce di Niall riecheggia nella stanza mentre entra senza chiudere la porta, « sono le undici, sei pronto? » annuisco e prendo la mia chiave della stanza, mettendola in tasca.
11:25 pm
Io e Niall raggiungiamo il bosco retrostante al college in massimo silenzio, « Harry, tu devi andare là dietro e aspettare Louis » sbarro gli occhi all'idea di dovermi muovere da solo in piena notte, ma faccio comunque come richiesto, e lui si allontana nel bosco.
Mi incammino verso quella che sembra una piccola casetta illuminata dalla luce fioca dei lampioni circostanti, che mi permettono di vedere molto poco.
Avanzo molto lentamente per evitare di fare rumore, ma la serratura della porta mi fa scattare, e senza rendermene conto vengo preso per mano da qualcuno e messo a tacere con l'altra sulla bocca.
« Chi va là? » una voce maschile proviene dalla parte retrostante della parete e io mi costringo a non fiatare nemmeno; Quando sento la porta venire chiusa mi rilasso e butto fuori tutta l'aria trattenuta.
« non dire niente » sentire la voce di Louis mi calma un sacco, e vedere che stacca solo una delle due mani - quella sulla bocca - occupate mi fa sorridere sghembo. Rieccoci mano nella mano, come oggi pomeriggio.« Dobbiamo aspettare che si addormenti, poi raggiungiamo gli altri » bisbiglia sporgendosi leggermente a sbirciare all'interno della finestrella della casa, e io faccio altrettanto.
L'oca sta guardando la tv seduto su una poltrona e con una bottiglia di birra in mano, quanta solitudine e tristezza
Louis si siede per terra e mi guarda, « ti sei vestito bene oggi, strano » lo guardo storto, « ma che vuoi » dico ironicamente, le nostre mani si staccano e lui estrae una sigaretta dalla tasca; approfitto della solitudine per parlargli di oggi,
« a proposito... » striscia lentamente il dito sull'accendino e mi guarda,
« mi puoi spiegare meglio quello che intendevi oggi? riguardo al sentirsi soli e il resto.. » mi guarda profondamente, e senza rendermene conto penso di star parlando più di me stesso che di lui. Annuisce e fa un tiro,
« ti capita mai di essere in classe, durante una lezione, e iniziare a disegnare cazzate sull'ultima pagina del quaderno? » annuisco vigorosamente e lui continua,
« in molti lo fanno. La maggior parte delle persone dice sia per noia, ma il punto è che siamo tutti soli come dei cani, solo che quando lo realizziamo non vogliamo credere di saperlo » io continuo a non capirlo ma provo ad annuire, « la solitudine è essere tra una folla di persone e sentirsi soli » lo guardo
e ricambia, come se volesse farmi continuare, « Patch Adams » dico, e lui annuisce, « ma sai Harry, temo di dover sconcordare con lui - fa un tiro profondo e spegne la sigaretta a terra per poi lanciarla nell'erba - sentirsi soli in mezzo agli altri è la sensazione più comune che ci sia, sentirsi soli quando siamo con noi stessi è la più terribile. Il tutt'uno viene ormai messo in secondo piano, sottovalutato come la merda » si alza e controlla che l'uomo non si sia mosso,
« sta dormendo, andiamo » mi alzo e lo seguo nel bosco.« non vedo un cazzo » dico, e Louis mi afferra la mano continuando a camminare lentamente.
Il suo tocco mi piace, mi fa stare calmo e rilassato.In men che non si dica scorgiamo quattro figure che si rivelano essere i nostri amici e Gemma; Louis lascia la presa sulla mia mano e si incammina verso di loro.