La prima volta che mi hai baciato avevi l’ansia anche tu. Era da giorni che mi dicevi che non ce l’avresti fatta, che in fondo era il primo bacio anche per te. Era quell’ansia mischiata all’adrenalina che sentiamo tutti noi adolescenti ai primi sentimenti, ai primi amori e ai primi baci. C’avevamo tutti gli stessi dubbi: “e se non le dovesse piacere?”, “e se sbagliassi qualcosa?”.
Sentivamo ancora l’infanzia sulla pelle nonostante fossimo cresciuti troppo in fretta, nonostante il nostro passato e i nostri caratteri, noi eravamo ancora dei bambini, un po’ troppo grandi per la nostra età.
Quella sera mi hai scritto “esci, che ti devo dare una cosa” ed io avevo già capito ma non me lo sarei aspettata. Sentivo il cuore battere più forte del solito e le mani mi tremavamo.
Quando mi hai baciato mi hai fatto un po’ volare e andare un po’ via da qui, che tanto non volevo più starci in un mondo così. Non volevo più sentire urla notte e giorno e non volevo più doverti dire sempre tutto e parlare sempre di problemi, dei miei problemi.
A volte pensavo che forse un giorno ti saresti stancato di sentire sempre le stesse cose, gli stessi drammi, le stesse paranoie, tutto dalla stessa bocca: la mia, la stessa bocca che doveva baciarti ti faceva tremare per quello che sentivi e la combinazione non era una delle migliori.
Mi sono detta di pensare di meno a me stessa, che forse un giorno ti avrei perso, non per colpa mia o tua, ma perché mi succedevano cose che non eravamo in grado di gestire per la nostra età.
Non era colpa nostra nemmeno il fatto che certe cose succedessero: erano gli altri ad agire senza pensare a noi più piccoli, senza pensare che noi ne avremmo fatto i conti per tutta la vita, che magari un giorno a trent’anni ci saremo ancora svegliati in piena notte con gli incubi.
Era ed è sempre la gente, in fondo, a decidere il nostro umore. La gente è un po’ tutta falsa, tutta egoista, tutta materialista, anche se non lo dà a vedere, anche se si sforza a non mostrarlo: dentro siamo tutti un po’ falsi.
Io non volevo più stare in un mondo fatto di persone che un giorno pensavi fossero tuoi amici e il giorno dopo li mandavi al diavolo come niente fosse, per poi ritornare al punto di partenza. Non volevo più sentirmi un numero a scuola mentre chissà quanti altri come me lo pensavano ma non lo dicevano, perché la gente oggi è così: soffre in silenzio e poi scrive libri.
Quando mi hai baciato ho pensato quanto era bello non essere più in questo universo fatto di menzogne e ingiustizie ma essere nel tuo stesso universo: nel nostro. Ho pensato quanto era bello non toccare coi piedi per terra, ormai tutta sporca di passi sbagliati, di scarpe firmate e caratteri sciagurati.
Che bello essere solo nelle braccia giuste che ti riparano dal mondo, dal buio e dai mostri che hai dentro; e che bello sentire labbra su labbra mentre le stelle ci guardavano e magari provavano invidia per essere tanto lontane le une dalle altre, mentre noi, noi eravamo tanto vicini che i nostri cuori si abbracciavano pure, si baciavano pure, si salvavano pure.
Quando mi hai baciato eravamo lontano un po’ dal mondo, dalle urla dei genitori e dalle critiche della gente; eravamo sopra il cielo, sopra le stelle, sopra i castelli, sopra il tempo e sulla storia.
Eravamo solo io, te e il nostro universo.
Inutile dire che ancora oggi, quando mi baci, mi sento volare lassù, tra le stelle.[Angolo me]
Questa è una parte molto importante per me, perché come vedete pian piano si svela il titolo del libro. Voi cosa ne pensate? Vi sembra azzeccato?
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Tra le stelle
General FictionSTORIA COMPLETA La protagonista vive tutto tranne che una vita normale. Tra una situazione familiare a pezzi, gli amici falsi e il fratello, pezzo di lei, che decide di andarsene appena può da quell'inferno, l'amore è l'unica cosa che la tiene a gal...