parte 30 (poesia)

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Dicevano che eravamo strani
noi due
e infatti era vero.
Ricordo che un giorno
ci siamo amati tanto
e il secondo dopo
eravamo nei due angoli opposti della stanza,
arrabbiati l'uno con l'altra
per chissà quale cosa.
Siamo rimasti così un'ora
a dirci parole che facevano male,
a strapparci l'orgoglio dalle vene
e mostrare che singoli eravamo più forti.
"Che cazzata!" penserei ora,
perché noi valevamo da soli,
ma insieme molto di più.
Inutile dire che già mi mancavi,
nonostante non smettessi di insultarti,
ti guardavo e sorridevo
quando non mi guardavi,
ma se lo facevi abbassavo lo sguardo.
Piangevo per come ti comportavi,
ma volevo abbracciarti lo stesso,
volevo baciarti lo stesso.
Alla fine mi avevi sorpresa
ed eri venuto davanti a me,
mi avevi preso la mano e guardato negli occhi,
solo il tempo di vederti gli occhi
perché poi mi avevi baciata come non mai.
E allora fanculo l'orgoglio,
amatevi,
amatevi dalla testa ai piedi,
amatevi di nascosto,
al buio,
alla luce,
davanti al mare,
dietro i muri delle scuole,
amatevi davanti alla gente
soprattutto davanti a quella che vi odia,
amatevi giorno e notte,
nei sogni,
amatevi a distanza
e amatevi più da vicino.
Amatevi e basta.

Amatevi e basta

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