Tra le stelle

parte 52 (poesia)

“Non mi toccare!”
ti avevo urlato quando le tue mani cercavano le mie.
Un secondo dopo eri sparito nel nulla,
mi girai e ti vidi allontanarti verso casa tua,
mentre i miei capelli non volevano sapere
di stare al loro posto
e mi colmavano le narici
con l’odore della pizza
che avevamo appena mangiato.
C’era vento quella sera,
e i capelli mi andavano dritti in faccia,
ecco perché feci fatica a rendermi conto
che te ne stavi andando.
Rimasi ferma a guardarti,
pensando che saresti tornato.
Ti avevo detto
“non stare al cellulare,
stai un po’ con me”
ma nulla.
Dicevi “non mi va più
di ascoltare sempre i tuoi discorsi sul passato,
di dover cambiare argomento
e vederti triste da un secondo all’altro,
senza un apparente motivo.
Se il presente non può farti scordare il passato,
come pensi che ci riesca io?”
Me l’ero presa,
ti avevo detto
“accompagnami a casa”
ed eccoci lì:
con te che cerchi di far finta di nulla
prendendomi la mano
ed io che ti sgrido
tanto da farti girare e andar via,
tanto da lasciarmi sola nel buio.
Mi ero seduta lì sull’erba
e ti guardavo mentre entravi nel palazzo,
pensando
“tanto tornerà”.
Pensavo “non può andare avanti così!”,
ma tanto il giorno dopo mi sarebbe passato
anche se non volevo,
anche se l’amore
tornava sempre a galla,
mentre gli sbagli rimanevano lì,
tra il cuore e lo stomaco:
è così che funziona l’amore.
Volevo piangere,
avevo appoggiato la testa sulle ginocchia
e aspettavo
ma non tornava nessuno
e volevo tanto piangere,
volevo sfogarmi in qualche modo
e quello era l’unico.
Alzai la testa
e pensai
“peccato che non le abbiamo viste insieme
queste stelle!”
e rimasi in quella posizione scomoda per un po’,
tanto per godermi le stelle,
dato che non potevo piangere.
Le guardavo
e mi guardavano anche loro
e le pensavo,
chissà se qualcuno pensava a me…
Ecco perché do così tanto valore
alle stelle:
ci sono state
quando anche tu,
per un istante,
te n’eri andato.