parte 61 (mista)

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  Un giorno qualunque stavo con un’amica in centro, perché pensavo mi facesse bene ogni tanto uscire e non pensarti. Peccato che nonostante fossi sempre nei miei pensieri quel giorno ti avevo anche visto. Non potevo scappare da te a quanto pareva.
  Eri con un amico su una panchina lontana, ma io ti avevo riconosciuto lo stesso, come non riconoscere quei capelli biondi sempre al vento, le mosse delle mani mentre parlavi, e soprattutto la tua risata?
  Con la mia amica ci eravamo sedute in quel parco proprio perché io non volevo scappare, non ero così, magari era destino, oppure solo una scusa per starti almeno a venti metri di distanza, magari l’aveva deciso proprio il mio cuore, chissà. Magari ti saresti alzato e saresti venuto da me, mi avresti guardata negli occhi e mi avresti detto 《Ti va di farci un giro?》 e magari da lì a poco mi avresti baciata e saremmo tornati di nuovo insieme. O magari saresti venuto e mi avresti accusata di seguirti, dicendomi di andarmene.
  《Tutto a posto?》 una voce quasi sconosciuta mi aveva riportato alla realtà, alla brutta realtà: noi non stavamo più insieme ed io non sapevo nemmeno se tu soffrissi quanto me.
  《Certo!》 avevo risposto, cercando di non far vedere che volevo quasi urlare quanto mi mancassi.
  La mia amica non mi conosceva poi così bene, solo quello che bastava per convincersi che ero una brava persona e che la mamma l’avrebbe fatta uscire con me: l’avevo appena conosciuta, quindi non sapeva di noi. Fino a quel momento avevamo parlato della scuola che frequentavamo e di alcuni fatti accaduti a lei, io preferivo ascoltare e intervenire raramente per non sembrare che la lasciassi parlare da sola.
  Era stato inutile: uscire non mi faceva non pensare a te.
  《Chi è?》 mi aveva chiesto. E solo in quel momento mi ero resa conto di essermi girata per guardarti.
  《Ehm…quel ragazzo...》

“Quel ragazzo mi ha dato il primo bacio,
abbraccio
e le prime emozioni più forti
che io abbia mai sentito.
Quel ragazzo mi ha fatto girare la testa
giorno e notte,
da quando lo conosco.
Mi ha fatto incazzare,
amare,
ridere e piangere
nello stesso giorno.
Mi ha amato così tanto
da farmi volare tra stelle
quando il mondo era troppo brutto,
e mi ha stretto a sé
quando avevo paura.
Quel ragazzo mi ha preso il cuore e se l'è messo in tasca
e quando se n'è andato
non me lo ha restituito,
quindi sono rimasta senza cuore
ma il dolore lo sento lo stesso,
perché lui le emozioni
me le faceva sentire anche nelle ossa.
Quel ragazzo mi è entrato nei pensieri
e non è più uscito,
nonostante dalla mia vita
sia uscito benissimo.
Quel ragazzo mi faceva ridere
quando non sapevo se piangere o urlare,
mi faceva dimenticare il male
che stavo passando;
peccato che ora a quel male
si sia unito anche lui.
Quel ragazzo mi ha fatto da padre
mentre il mio non lo sentivo,
e mi ha fatto da fratello
quando il mio era lontano,
mi ha fatto da amico
quando amici non ne avevo,
e mi ha fatto anche da madre
quando la mia era stanca:
mi ha fatto da famiglia,
quando la mia quasi non c'era.
Ho amato quel ragazzo più di me stessa,
più del mare,
più delle stelle, della luna e del sole,
e forse mi ha amato così anche lui,
anzi,
forse mi ama ancora così, io lo so,
ma so anche che l'orgoglio è più forte.
Quel ragazzo quando mi baciava
mi faceva volare
tanto che non sentivo nient'altro che lui,
il suo calore e il suo affetto.
Quel ragazzo mi ha fatto sentire l'amore.” avrei voluto dire.

《Quel ragazzo è stato mio amico, niente di che.》 avevo risposto invece.

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