Capitolo 13

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"Cadono i fiori di ciliegio sugli specchi d'acqua della risaia: stelle, al chiarore di una notte senza luna."

- Yosa Buson


Una giornata soleggiata, ma non troppo. Le nuvole ricoprivano l'intero ed enorme aeroporto, dove era possibile osservare ogni tipo di persona. Chi andava con calma per il suo volo, probabilmente in anticipo e chi invece giusto in orario per partire. Noi eravamo tra quelli in anticipo, fortunatamente.

«Avanti Satoru sbrigati, o arriveremo in ritardo» Disse Christina, nonostante fossimo in anticipo di parecchio tempo.

«Ma abbiamo ancora molto tempo, perché non andiamo al bar prima di partire?» Le chiesi, con uno scopo preciso. Ovvero incontrare quella persona lì.

«Mmh... Va bene andiamo.» Disse velocemente, per poi dirigerci entrambi al bar. Effettivamente nessuno dei due aveva fatto colazione questa mattina.

«Ascolta Christina... hai portato i biglietti vero?» Le chiesi, dato che prima del viaggio verso l'aeroporto, ci eravamo accordati che li avrebbe portati lei.

«Emh... certo!» Esclamò mentre controllava nelle tasche della sua giacca color khaki. «Solo un attimo eh...» Continuò, ma iniziai a preoccuparmi.

«Ti ricordo che sei stata tu a volerli portare, razza di sci-»

«Scherzetto!» Li tirò velocemente fuori dalla tasca per poi sventolarmeli in faccia, facendomi starnutire.

«C-CHRISTINA!» Esclamai urlando, forse un po' troppo. Tanto che feci voltare alcune persone lì attorno, vedendo anche qualcuno ridere.

Tirai un grosso sospiro ed ordinai qualcosa al bar.

Mi voltai e mi guardai in giro pensieroso. Tra l'ammasso di persone attorno al bar e non. La folla in realtà non era tanta, ma sufficiente per farmi perdere di vista quella persona, nel caso la vedessi.

«Ma perché non lo chiami invece di cercarlo qui in giro?» Disse Christina con fare serio. Effettivamente aveva ragione.

Estrassi il telefono dalla tasca e cercai il suo numero. Mentre bevevo il mio caffè... mi accorsi che il suo numero era completamente scomparso. Non avevo fatto alcun tipo di modifica allo smartphone, anche perché lo utilizzavo ben poco. Però...

Ebbi vari minuti di silenzio nella mia testa. Nonostante ci fossero persone attorno a me che continuavano a parlare, io non le sentivo.

«Cazzo... non di nuovo...» Cercai di mantenermi sul tavolo dove il barista serviva il caffè, ma fu tutto inutile. Non riuscii a reggermi. Mentre vidi Christina avvicinarsi a me per afferrarmi, caddi sul colpo.

SATORU'S DREAM

"Chi non muore si rivede, eh..." pensai tra me e me.

«Guarda che ti sento, scemo di un Satoru.» Sentii l'eco della voce spargersi per tutta la stanza.

A volte dimenticavo che può leggermi nel pensiero. Letteralmente.

La stanza in cui ero capitato aveva un'aria buia e cupa, ma con un lumino che lasciava intravedere qualcosa, fortunatamente. Varie cianfrusaglie inutili sparse sul pavimento della stanza, su cui stranamente riuscivo a camminare.

«Prego Satoru, seguimi.» Disse la sagoma. «Vuoi saperne di più su tuo padre, no?» Continuò mentre mi guardava in modo strano. Una strana risata ricopriva la sua faccia.

Entrammo per la porta. E come se fosse una magia, o un chuski di Doraemon, ci ritrovammo completamente dall'altro lato del mondo. Un mondo pieno di fiori e colline, flora e fauna ricoprivano questo luogo. Entrai velocemente, e sentii come se un'aria fresca mi stesse... "rallegrando". Davanti a questa collina su cui eravamo, c'era un lago completamente blu, ricoperto da fantastici fiori di sakura.

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