Capitolo 7

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"Non credo che le rive di un fiume soffrano per lasciarlo andare."

-Frida Kahlo


CHRISTINA'S POV

«Satoru, devi assolutamente chiedere scusa ad Izumi.» Affermai, e sapevo di avere ragione.

«Lo farò, lo farò.» Mi disse, con aria quasi da menefreghista.

Ma nonostante io lo conoscessi da non molto tempo, riuscii già a capire che quello non era affatto il suo vero comportamento.

«Allora... cambiando argomento, come mai hai deciso di tornare a scuola?» Gli chiesi, per rompere un po'le acque.

«Sinceramente non ne ho la più pallida idea...»

Onesto il ragazzo, pensai fra me e me.

Ad essere sincera, io voglio davvero bene a Satoru, e conosco un po'della sua storia, dato che mia madre e sua madre furono amiche per un po'. Ora non ne so più nulla.

Da quando mio padre è partito per un viaggio di lavoro a Tokyo, sono rimasta allo scuro da molte cose, quasi come se la partenza di mio padre avesse determinato qualcosa di pesante per mia madre.

...

Il bus arrivò 10 minuti in anticipo, così decidemmo di fermarci nel bar più vicino. Anche se era abbastanza distante da noi, vidi Izumi in lontananza, che si stava dirigendo dalla nostra parte.

«Yo Christina.» Mi salutò, come era suo solito fare ogni mattina....

Tirai velocemente una gomitata a Satoru, incitandolo a scusarsi per avergli urlato contro.

«Oh guarda chi si rivede, bentornato Satoru.» Disse Izumi, quasi ironicamente.

Tirò un forte sospiro, quasi come se fosse annoiato nel farlo, e per poco non gli sarebbe arrivato qualcosa di pesante in testa (da parte mia ovviamente).

«Hey Izumi, scusami davvero per il comportamento avuto giorni fa.» Affermò schietto, ma abbastanza convincente.

«Tranquillo Satoru, ormai è acqua passata.» Affermò Izumi. «Oh, giusto. Christina, annulla tutti i preparativi, non ci sarà nessun viaggio.» Continuò, facendomi gelare il cuore.

«MA TU-» Non mi lasciò il tempo di finire la frase. «Tranquilla, non possiamo farci nulla.» Mi disse quasi apaticamente, mentre si accendeva una sigaretta.

«Va bene...» Dissi dispiaciuta, mentre lanciavo occhiatacce a Satoru, nonostante sapessi che, in fondo, non era colpa sua.

...

Fu una giornata di scuola normalissima, con io che continuavo a prendere sotto con storia dell'arte, ma voti alti con la matematica.

«Ma perché cazzo scelsi una scuola del genere?» Dissi sottovoce fra me e me, ma ormai il danno era fatto.

Di scatto, mentre mi dirigevo nell'aula successiva, vidi lui. Era Haruki.

Mentre lo realizzai, mi nascosi dietro Satoru, cercando di non sembrare una stalker che stava fissando Haruki.

Beh oddio, forse un po'lo ero.

«Ma posso sapere cos-» Cercò di dire Satoru, ma lo zittii senza pensarci due volte con uno "SHHH"

«Stai ancora fissando Haruki? È da giorni ch-» Cercò di dire, ma lo interruppi nuovamente.

«E-eh?! ma chi io? L'amore non è assolutamente provabile scientificamente, quindi su quali basi lo stai affermando?» Gli chiesi, mentre vidi che stava per iniziare a ridere.

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