Capitolo 22

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"Ogni vera creazione d'arte è indipendente da colui che l'ha realizzata, più dell' artista stesso e ritorna al Divino attraverso la sua manifestazione. In questo è un tutt'uno con l'uomo: che è testimone dell' espressione del Divino in sé."

-Beethoven


Arrivò una risposta dopo un po' di chiamate. Amod era scomparso.

«Voi se volete rimanete pure, andrò a cercarlo da solo»

Capii che le ragazze dovevano essere stanche per il viaggio, quindi salutai quasi davanti all'hotel Christina e Kaede, per poi incamminarmi verso lo Spreepark.

«Devo sbrigarmi»

Affannato, salii sul primo tram e arrivai al parco abbandonato di Berlino.

«Attento a dove metti i piedi, Picasso»

«So quello che faccio» Zittii la mia sagoma, che continuava a ripetermi di stare attento a dove camminavo. Dopo molto tempo, feci caso al suo aspetto; si riusciva a vedere anche l'altra parte di pantalone, anche se a malapena.

Arrivai a destinazione. Iniziai a guardare da altre parti per non destare sospetto, in caso mi vedessero, alle guardie notturne. Aspettai il cambio di turno, e velocemente mi diressi verso l'altro lato.

Cercai di contattare Amod, che fortunatamente mi rispose. Mi spiegò che era accidentalmente caduto in una buca, davanti alle attrazioni per bambini del parco. Gli dissi che presto lo avrei raggiunto.

Ma come diamine ha fatto?

Passai sotto quel buco da cui eravamo entrati oggi, e mi diressi sul punto.

Cercando di evitare le luci delle guardie, iniziai le ricerche. 

«Pensandoci, di notte ha davvero un'aria più inquietante» Dissi fra me e me, dando veloci occhiate ad un posto abbastanza macabro; tra dinosauri e attrazioni abbandonate.

Guardando il pavimento, vidi una possibile buca da dove poteva essere caduto.

«WAAAH!»

Caddi improvvisamente, fortunatamente senza alcun graffio, in una buca non troppo profonda.

Mi guardai intorno e mi accorsi che era in realtà abbastanza grande, almeno di spazio.

«Benvenuto, Satoru»

Mi voltai alle spalle, e vidi un uomo seduto sulla sedia con la gamba destra accavallata alla sinistra, ed un calice tra le mani.

«D-dove siamo?!»

«Lo scoprirai presto. Molto presto»

«Non sai da quanto aspetto questo momento, Picasso» Continuò, posando il bicchiere sulla sedia ed alzandosi lentamente.

«Io sono il padre degli uomini, del cielo e degli dei. E a breve diventerò anche Re delle Arti. Re dell'eterna magnificenza del Divino»

«SMETTILA!» Urlai alle sue pazzie «Tu non sei Zeus! Questa è la vita reale, Amod. Torniamo a casa»

Mentre cercavo di convincerlo, la testa iniziò a farmi male. Per qualche strano motivo, iniziai a vederlo con un volto da serpente.

«Alla mia casa, l'Olimpo» Guardò verso l'alto, per poi fissarmi nuovamente negli occhi «Ma il mio Olimpo è qui, e te lo mostrerò»

«Amod... cosa... no...»

«E dopo averti spodestato il trono, padre Crono, è arrivato il momento di prendersi il mondo dei mortali»

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