I will love you [...] as the kudzu loves trees

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Portare Soobin da Beomgyu si era rivelata una pessima, pessima decisione. Non solo perché solo la presenza di Kai, sgusciato dentro casa non appena Lottie era uscita dalle stanze del nipote, era riuscita ad impedire che quello si mettesse a strillare come un'aquila alla vista dei due insieme, ma perché non aveva mai smesso di rinfacciarglielo per tutta la settimana seguente. Yeonjun aveva attuato immediatamente la sua vendetta –nonostante Soobin gli avesse assicurato che le occhiate oblique che Beomgyu gli aveva mandato di tanto in tanto non lo avevano infastidito, lui era comunque sceso alle cucine e aveva dichiarato che non una sola briciola di qualunque dolce fosse uscito da lì avrebbe dovuto raggiungere il piatto del padroncino fino a data da destinarsi-, ma sembrava proprio che Beomgyu avesse proprio intenzione di combinare qualcosa con il loro ospite. E un giovedì pomeriggio, quando un servitore gli consegnò una lettera chiusa con il sigillo di ceralacca di una famiglia che non conosceva, Yeonjun pensò che i macchinamenti di Beomgyu fossero giunti a compimento.

-Beomgyu Roe, io ti avverto, tutto ciò non è affatto divertente. Restituisci immediatamente il sigillo che hai rubato e torna con i piedi per terra, per favore- annunciò Yeonjun spalancando la porta principale delle stanze di Beomgyu. Con sua somma sorpresa, si ritrovò l'amico seduto al tavolino accanto al camino che cercava di insegnare il gioco degli scacchi alla piccola Elsie, e all'interruzione si era voltato a guardarlo con la regina ancora in mano. –Ma cosa vai blaterando?-.

-Hai rubato il sigillo di famiglia a Soobin e mi hai mandato questa fingendoti lui- mormorò Yeonjun, abbassando drasticamente il tono di voce per evitare che Elsie carpisse qualche informazione di troppo. –Io non ho fatto assolutamente nulla- ribattè Beomgyu, indignato a tale offesa al suo onore.

-E ovvio che sia stato tu, chi altro poteva architettare una trovata del genere?-

-Potrebbe semplicemente essere da parte sua, sai?- ribattè Beomgyu, incredulo, prima di rivolgersi alla cuginetta: -Elsie, potresti tornare da Frances? Io e Yeonjun dobbiamo discutere di un affare importante-.

La bambina annuì, e saltò giù dalla sua sedia. Fece per andarsene, ma poggiata la manina sulla maniglia si girò e annunciò: -Stamattina ho visto il signor Choi andare da papà in biblioteca per chiedergli della ceralacca, dato che aveva dimenticato di portare la sua.- e uscì, lasciandosi alle spalle i due, uno più incredulo dell'altro.

-E va bene- mormorò Yeonjun –immagino che non sia stato tu. Ma cosa ne faccio ora di questa?- sollevò la lettera tenendola con due dita, come se si fosse trattato di un pericoloso ordigno invece che di un innocuo pezzo di carta.

Beomgyu lo guardò come si fosse diventato matto all'improvviso. –Tanto per cominciare direi di leggerla, cosa ne pensi?-.

-Ma-

-Ma niente. Aspetti da una settimana, perché lo so che stavi aspettando solo di avere sue notizie, quindi ora la apri e mi dici cosa ti ha scritto. Sarò talmente generoso da scusarti se non me la vorrai leggere ad alta voce-.

Incoraggiato, se quello si poteva chiamare incoraggiamento, dall'amico, Yeonjun ruppe la ceralacca e prese in mano la lettera.

La prima cosa che notò fu quanto la scrittura di Soobin fosse ordinata e pulita. Non una sola goccia di inchiostro fuori posto macchiava tutto quel bianco, le maiuscole erano sottili e regolari, la calligrafia in sé tondeggiante. Prima di rimanere troppo tempo concentrato su quei particolari inutili, decise che forse era meglio passare ad esaminare il messaggio in sé.

Beomgyu rimase per qualche minuto a fissare l'amico, aspettando una risposta –in controluce era evidente che il messaggio fosse piuttosto corto- non ottenne altro che un viso pallido davanti a sé, e due occhi sbarrati che cercavano i suoi. –E allora? Cosa dice?-.

darling, dearest, dead - yeonbin.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora