(...) even though the best [...] so rarely arrives

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-Ti ricordi quando ti ho detto che avremmo trovato per te il ragazzo più bello nella stanza? Non è che ci avresti ripensato?-.

La sala era davvero splendida, Lottie aveva fatto davvero un ottimo lavoro.

Yeonjun aveva sempre e solo visto la sala da ballo da uno spiraglio della porta che, per distrazione dei servitori, rimaneva sempre aperta. Aveva sempre visto delle tende accostate, un pavimento tenuto sempre a lucido, ma che non poteva far altro che riflettere il buio, e un pianoforte tenuto sempre coperto da un telo pesante, per evitare che prendesse polvere. Invece ora le tende erano ben aperte, a mostrare il giardino e il laghetto in lontananza, il pavimento, su cui era stata passata la cera giusto quella mattina, durante le pulizie generali prima del grande evento, rifletteva il soffitto dipinto, e al pianoforte a coda sedeva una delle ospiti, improvvisando con l'accompagnamento di un duo di violini.

-Non ci provare nemmeno, le promesse si mantengono-.

C'era gente ovunque, persone che parlavano, ridevano, ballavano, e intrecciavano rapporti. Yeonjun aveva temuto che avrebbe sofferto tremendamente la noia, ma grazie a Beomgyu la serata stava volando via velocemente, non più lunga di una risata. L'amico gli sussurrava all'orecchio chi erano le signorine che lo guardavano, aggiungendo commenti personali su ciò che indossavano o pettegolezzi su di loro carpiti qui e lì –cioè presi da Kai, che due ore prima dell'inizio del ballo aveva agguantato la lista degli invitati, li aveva raggiunti nella stanza di Beomgyu, dove entrambi si stavano preparando, e aveva detto loro tutto quanto cera di opportuno da sapere sui loro ospiti, e anche ciò che non era opportuno sapere. Yeonjun era fortunato a non essere ancora scoppiato a ridere di fronte a nessuna di loro.

Ad un certo punto, avevano cominciato a contare i diversi tipi di persone che saltavano loro all'occhio. C'erano gli anziani colleghi del signor Roe, tutti in gruppo in un angolo a confabulare di politica; c'erano le famiglie benestanti del vicinato, con i bambini che sgusciavano via dalle grinfie dei genitori non appena ne avevano l'occasione e le madri che dovevano dannarsi l'anima per recuperarli; c'erano i ragazzi e le ragazze della loro età, che erano appena stati presentati in società e quindi potevano ricevere un invito a proprio nome; e poi c'era lui, che formava una categoria a parte.

Yeonjun poteva giurarlo, non aveva mai visto un ragazzo così bello.

Per prima cosa, era alto, e con alto intendeva che per guardarlo negli occhi aveva dovuto reclinare la testa all'indietro. Aveva la carnagione chiara, e gli occhi scuri allungati dello stesso colore dei capelli. Il tratto delle sopracciglia e il profilo del naso erano decisi e marcati, ma la curva delle labbra rosse imbronciate era morbida. Le mani erano grandi ma in qualche modo sottili, e stavano prendendo tra le loro quella della signora Roe, per eseguire un perfetto baciamano. Quando processò quel particolare, Yeonjun capì che gli restava poco tempo prima che il ragazzo gli venisse presentato. E Beomgyu ritenne opportuno sottolineare l'ovvio.

-Yeonjun, mia zia lo sta portando qui-.

-Sì, lo vedo.- borbottò tra i denti, prima di aprirsi in quello che lui pensava fosse un meraviglioso sorriso rivolto ai due nuovi arrivati.

-Yeonjun caro, questo è il signor Choi. È un caro amico, ed era ansioso di fare la vostra conoscenza- esclamò Lottie, entusiasta, presentandoli velocemente. Il ragazzo si inchinò velocemente, e gli prese la mano destra, scuotendola delicatamente su e giù. –E un vero piacere conoscervi, signorino. Chiamatemi pure Soobin-.

Se il colpo di tosse stridulo che Beomgyu, accanto a lui, aveva liberato quando aveva sentito questo sconosciuto dare del voi al suo amico con tanta familiarità, Yeonjun non lo diede a vedere. Sorrise con garbo invidiabile –almeno le dannate lezioni di buone maniere avevano dato i loro frutti- e assentì con un cenno del capo. –Il piacere è mio-.

Non notando la strana atmosfera che cominciava ad ammantarli come una coperta, Lottie si inserì di nuovo nel discorso. –Soobin si tratterrà qui con noi per un po', non godiamo della sua compagnia da parecchio e siamo lieti che- Beomgyu, ti senti bene?-.

Mentre a gesti Beomgyu cercava di spiegare che sì, stava bene, e che per fermare l'ascesso di tosse improvviso sarebbe bastata un po' d'acqua, la zia lo afferrò per un braccio ed esclamò:-Perdonatemi, porterò mio nipote a prendere un po' d'aria. Nel frattempo, avrei piacere che voi due vi conosceste meglio, dopotutto abiterete sotto lo stesso tetto nei prossimi mesi!- la donna si dileguò con una risatina, portandosi dietro Beomgyu e lasciando Yeonjun in compagnia del nuovo arrivato.

Per un attimo, Yeonjun rimase impalato, fermo immobile, l'unico pensiero che gli ronzava in testa era la certezza che prima o poi quel ragazzo lo avrebbe affogato da qualche parte. Non aveva mancato l'occhiolino che gli aveva rivolto dietro le spalle della zia, che, inconsapevole del diavolo che era suo nipote, amorevolmente lo sorreggeva. Sorrise: alla fine Beomgyu agiva sempre per il suo bene, sebbene spesso ciò portasse alle più disastrose conseguenze.

-La mia persona vi fa sorridere?- sobbalzò, si era dimenticato della persona con la quale era stato abbandonato. Si girò verso di lui per rassicurarlo, ma notò che quello lo stava già guardando con espressione gentile, completamento in contrasto con gli abiti neri che aveva notato solo in quel momento.

-Assolutamente no, ma devo dire le vostre scelte in fatto di vestiario mi lasciano perplesso-.

Soobin abbassò lo sguardo, scrutando ciò che aveva indosso fino alla punta degli stivali, neri anche quelli. –Peculiare, vero? Dicono sia il colore che mi si addice di più, e anche io sono arrivato a credere che in un certo senso mi rispecchi-.

-Il nero è il colore del lutto, della morte- dissentì Yeonjun –non mi pare che abbia granchè a che fare con voi. Siete così- si interruppe, la lingua frenatasi appena in tempo. Cosa aveva intenzione di dire? Che un ragazzo così bello non aveva nulla a che spartire con qualcosa di così tetro, universalmente riconosciuto come portatore di malattie e brutture? Le farneticazioni di Beomgyu dovevano averlo intontito, era meglio che tornasse in sé il prima possibile.

-Io sono come?- Soobin sorrise divertito, gli occhi che si assottigliavano e i denti che si scoprivano mentre Yeonjun arrossiva. –Oh, non importa. In ogni caso, se potrò mai avere l'onore di godere della vostra compagnia nei prossimi giorni, sono certo che lo scoprirete da solo-.

Yeonjun si lasciò scappare un –Ne sarei davvero onorato- prima ancora che il suo cervello potesse spiegargli quanto quell'idea avrebbe potuto rivelarsi pessima con il passare del tempo. E proprio mentre era nel bel mezzo dell'elaborarne la portata potenzialmente distruttiva, Soobin rise. Una risata breve, ma di cuore, che a Yeonjun fece pensare ai conigli che aveva a volte visto scorrazzare tra gli alberi del boschetto davanti alla casa, quelli che ogni tanto Elsie si faceva catturare per poter passare un intero pomeriggio a coccolarli. Prima di poter assumere espressioni strane, e quindi rivelare la natura dei pensieri che stava formulando, si costrinse a stirare le labbra in una linea piatta. –Sarà meglio che ora vada ad accertarmi delle condizioni del signorino Beomgyu, potrebbe aver bisogno di me-.

Yeonjun cercò di non ritirare tutto ciò che aveva appena detto quando vide l'espressione allegra davanti alla sua vacillare. –Certo, capisco. Volete che vi accompagni fino alle sue stanze?-

-Non preferite rimanere qui, a godervi la festa? Ho notato gli sguardi di almeno un paio di signorine posarsi su di voi-.

-Questo perché il vostro sguardo mi ha seguito, o siete solo un ottimo osservatore?- Soobin continuò prima che Yeonjun potesse diventare di nuovo bordeaux. –per rispondere alla vostra domanda, preferirei in ogni caso accompagnarvi, se ne avete piacere-.

-Ma certo, lo apprezzerei moltissimo, pensavo soltanto che- che voi- io- oh, seguitemi-. Yeonjun girò i tacchi per dirigersi all'esterno della sala. Con la nuova presenza che lo seguiva, pensò che forse non aveva fatto male ad accettare la proposta di quel giovanotto di passare un po di tempo assieme: magari avrebbe capito come fare a parlargli senza ridursi ad un pasticcio imbarazzato ogni volta.


darling, dearest, dead - yeonbin.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora