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«Mati sveglia, è tardissimo» Sento la voce di Avice mentre mi scuote per le spalle. «Cosa vuoi? Lasciami dormire» - «Alle 9:00 arriva il taxi, sono le 8:45».

Impiego un po' di tempo per capire ed elaborare le sue parole.
Apro gli occhi di scatto mettendomi seduta quando realizzo la situazione.

Tra soli 15 minuti il taxi sarà qui ed io sto ancora dormendo.
«Perché non mi hai svegliata prima?» Corro verso la valigia per mettere i vestiti che mi ero preparata ieri mattina, e mi vesto velocemente. «Non ti sveglia neanche un elefante a te.» Alla fine sono io quella che non si sveglia facilmente...

«Ok, va bene. Abbiamo preso tutto. Dobbiamo solo pagare» vado verso la porta «Ma non mi sono neanche lavata il viso.»
Scappo velocemente in bagno e lavo il viso, ne approfitto per andare in bagno ed esco pronta. «Andiamo?» Avice mi guarda mentre tiene la sua valigia e la borsa.

Ho sempre pensato che fosse una ragazza antipatica dal primo giorno che l'ho incontrata nel cortile dell'Università.

Le avevo per sbaglio calpestato il piede e si era messa a urlare come una iena. Fu la prima volta che risposi con tono a qualcuno. Aveva i capelli neri a caschetto, e gli occhi scuri, se non fosse stata per la sua altezza minore della mia probabilmente mi avrebbe anche intimorita, e invece da quel giorno diventammo amiche, e mi chiedo ancora oggi come ho fatto a sopportarla per avermi urlato in faccia quella mattina.

«Si. Andiamo.» Una volta scese al piano di sotto troviamo subito Kate e dopo aver pagato i 3 giorni e mezzo che siamo state qui, usciamo fuori.
Il taxi è già al cancello ad aspettarci, anche se non lo definirei per niente un semplice e normale taxi. Una macchina grande e nera, diversa dai classici taxi gialli.

«Buongiorno, chi delle due è la signorina Milani?»
Un uomo basso e con i baffi perfettamente disegnati sul suo viso scende dall'auto sorridendoci. È un adorabile vecchietto.
«Sono io» faccio un passo avanti insieme alla mia valigia. «Mi mandano i signori Downey. Date a me.»
Apre il bagagliaio e prende le nostre valigie pesantissime tra le braccia come se fossero delle semplici piume.

Ritiro indietro le mie parole, magari è un tipo palestrato ma travestito da anziano, chissà, tutto può essere. (Magari è Robert ihihihihi)

Saliamo nell'auto e Avice non fa altro che guardarsi intorno spaesata. La lascio tra i suoi pensieri e noto che chiama poi sua madre. Questa notte appena tornate siamo crollate entrambe in un sonno profondissimo e abbiamo dormito davvero poco. Non vedo l'ora di poter tornare a dormire in pace.

«Siamo arrivati. Queste sono le chiavi.» L'autista allunga una mano verso dietro con le chiavi, le afferro subito. «Quanto le dobbiamo?» mi sorride gentilmente «Oh, non si preoccupi, a questo ha già pensato il signor Downey».
Scende dall'auto andando verso il bagagliaio.
«Hai capito il fregno, già che c'è perché non mi fa una carta di credito senza limiti di spese?» Avice scoppia a ridere dopo la sua stessa battuta mentre io sono ancora con il portafogli in mano. «Va bene.»

Mi tranquillizzo da sola cercando di non scoppiare da un momento all'altro. Hanno pagato anche il signore che è venuto a prenderci al B&B per portarci qui.

Appena metto i piedi fuori dall'auto mi accorgo di trovarmi in un luogo già visto. È una strada con ai lati ville e case di ogni genere. Ma quella dove l'uomo ha parcheggiato la macchina presumo sia la nostra. Un giardino grande con qualche alberello e piante esotiche. Poi al centro una stradina fatta di mattoni che porta avanti gli scalini del portico in legno. La casa in se dall'esterno pare essere davvero grande.

Afferro la valigia che l'autista ha tolto dal bagagliaio e con la borsa a tracolla mi avvicino alla casa. «Grazie mille» sento Avice ringraziare, poi l'auto partire.

A Beautiful Disaster - Robert Downey Jr.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora