Scents.

Me AF

<<Sei solo viziato, non sai far altro che rispondere, stare chiuso nella tua camera o uscire con i tuoi amici e tornare ubriaco o fatto>> piagnucola per l'ennesima volta mia mamma presa da un altra delle sue solite crisi. <<Non studi, non disegni più, dov'è finito il mio bambino?>> adesso aveva preso a piangere nonostante tentasse invano di fermare i lacrimoni.

Si avvicina e io mi allontano, fatto com'ero non mi sarei ricordato tutti questi particolari cosi lucidamente il giorno dopo. Ancora una volta mi ero voltato e avevo imboccato la via per camera mia.

La prima borsa che trovo è mia, infilo i pochi effetti personali che mi ritrovo lanciandomi per quella che sarebbe stata l'ultima volta sul letto.

Gli occhi si chiudevano da soli e la testa la sentivo troppo pesante per potermi alzare e fare anche solo un piccolo passo. Ero dipendente e totalmente assuefatto da quella merda e ogni volta che sembravo uscirne mi trovavo più incasinato di prima.

Il telefono trilla e io non posso non lamentarmi per il fastidio che mi provoca, chi cazzo è a quest'ora?

<<Bella zi, che stai a fa?>> la voce di Gian mi arriva come un martello in piena fronte, lasciandomi emettere dei suoni di dissenso a qualsiasi cosa voglia dirmi

<<Sono sul letto e sto schimicando male, mi porti qualcosa?>> Sento un sospiro di disapprovazione alle mie frasi, alla prima soprattutto...a volte mi sentivo un po giudicato da lui ma cercavo di levarmi di dosso questa sensazione

<<Sei sempre lo stesso...burgerz va bene?>> nonostante tutto era il mio migliore amico e sapeva perfettamente cosa fare.

<<Gian posso stare qualche giorno da te?>> l'ho buttata lì, magari avrebbe accettato solo per pena viste le condizioni ma l'importante è andare via da questa casa.

<<Cazzo>> Lo sentì tentennare qualche momento e lì forse dovevo capire che c'era qualcosa che non andava ma <<Va bene dai, vieni da me ma a proposito di questo poi devo parlarti>> era stato più risoluto del solito, strano per uno come Gian.

Stacco la chiamata senza motivo, l'avrei lasciato alla sua piccola spesa e sapevo che sarebbe arrivato in una decina di minuti con qualche schifezza per entrambi.

Se non mi fossi dato una regolata, il mio fegato sarebbe andato a quel paese.

Mi alzo tutto storto per dirigermi in bagno, una bella doccia avrebbe potuto solo fare bene.

L'acqua scorre e lascio che il mio piccolo corpo, venga liberato dall'impiccio dei vestiti. Lo specchio davanti a me mi porta davanti questa figura pressoché ossuta, magra e senza muscoli.

Mi perdo ad osservarmi e non so come pensarmi...non mi sono mai visto particolarmente bello, i miei lineamenti un po mi disturbano, le braccia sono troppo ossute per uno della mia età, i fianchi stretti e i tatuaggi ad abbellire questo ammasso di ossa.

Forse la pancia era il mio unico punto forte, magra ma non troppo..avevo quel filo di pancetta che non mi faceva sentire troppo più piccolo, nonostante la mia mente rigettasse quel corpo poco tonico.

Anni fa facevo tennis, se inizialmente poteva essere anche un bello sport, appena capisci il giro di figli di papà che circolano, vorresti scappare senza sosta.

Sospiro entrando lentamente in doccia, la sensazione dei capelli umidicci che si attaccano alla pelle è come il restart di quella giornata iniziata già malissimo, la testa ancora mi scoppiava e la pancia aveva preso addirittura a brontolare.

Le mani massaggiano i capelli e il mio corpo rilasciando tutte le tossine dell'aria, forse stavo tornando a respirare.

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Occhiali neri e airpods. La combo perfetta da viaggio.

Voglio solo rilassarmi e cercare di non pensare a nulla, la nottata di ieri non ha portato per niente consiglio anzi, sono stato ore a dannarmi solo per aver visto quei due occhi ieri.

Come potrò addirittura viverci insieme? Vederlo svegliarsi la mattina, assonnato e con le occhiaie; prepararsi per uscire in qualsiasi momento della giornata; la sua risata per casa e le lamentele per il cibo o le coccole o la..

<<Allora compagni miei siete pronti per questa nuova avventura?>> Ecco che i miei fantastici pensieri riguardanti Emanuele sotto la doccia cessano per via dell'insopportabile voce mattutina di Gian.

Non so se ringraziarlo o ucciderlo mentalmente, quel sogno ad occhi lucidi era bellissimo ma avrebbe causato problemi non indifferenti.

Sentì il suo braccio avvolgere me e un altra persona quasi a tirarci via dal nostro posto. Io ed Emanuele facemmo capoccia e subito la mia mano si posò sulla testa.

<<Non la smetterai mai di essere cosi fastidioso? Come fai ad essere cosi felice di prima mattina?>> Il mio sguardo si rivolge subito dopo all'altro ragazzo davanti a noi anche lui con la testa dolente e lo sguardo un po crucciato.

<<La smetterai mai di mostrare solo il tuo lato stronzo e farai vedere a tutti, la principessina che non sei altro?>> sfiora con il dito la punta del mio naso e subito si guadagna un occhiataccia.

Io non sono una principessina sia chiaro, solo con poche persone riesco ad essere dolce e al momento lui non è tra quelli in lista.

Ruoto gli occhi al cielo e lascio cadere il discorso, discutere su quell'argomento sarebbe stato troppo faticoso per chiunque.

Vedo Emanuele sfrecciarmi davanti per correre verso l'ultimo di noi, eccoci al completo.

Sarà un disastro, me lo sento.

Immerso nei miei pensieri sento l'ultima chiamata della carrozza e avverto i ragazzi di muoverci, iniziamo a correre con le valigie verso il binario giusto e sento il cuore quasi uscirmi dal petto quando ci troviamo sulle scalette per salire.

Ancora una volta, Quei Quattro ce l'avevano fatta a non perdere il treno per un soffio.

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Spazio Autrice:

Ciao a tutti!

Volevo solo rispondere ad alcune delle domande più frequenti: Com'è organizzata la storia?

La parte iniziale per ora sarà un flashback continuo di tutto quello che è stato prima di quella brusca decisione di Tancredi mentre sotto troverete loro "adesso".

Spero vi piaccia e possiate apprezzare questi personaggi con l'amore che gli sto donando.

p.s. sono di matura quindi i capitoli aspetteranno un po di tempo e come vedete sono abbastanza elaborati quindi chiedo venia in anticipo :/

vostra Vic.