insomnia.

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Questa sarà la notte piú insonne di tutte.
continuo a pensare, a me, a lui, al mondo che mi circonda.
La penna mi è sempre stata amica e se non per i disegni scarabocchiati quà e lá, a volte mi permetto di scrivere.
Il mio vecchio diario chiede venia ma solo cosi posso tornare un po alla realtà.
"Mi sentivo ancora una volta chiuso e incapace di agire, ormai l'effetto passava e il mio buco nero tornava.

Non sono mai stato uno troppo loquace perchè parlare significava mostrare qualcosa di te, anche le cose più piccole e semplici come la voce, un tuo pensiero di fretta che ti passava per la mente..significava scoprirsi, per chi poi? per l'ignoto? per chi sai potrebbe giudicarti? per chi dovresti?

Varie immagini di me da piccolo si susseguono nella mia mente e non posso far altro che cercare di rimandere le lacrime al loro posto perchè odio piangere, inerme sullo stesso letto di sempre.

Odio farmi di qualsiasi cosa sia in circolazione, odio ridurmi a un piccolo essere insignificante del mondo, odio non poter dire ti voglio bene a chi se lo merita e odio non sapermi rivelare, essere sempre cosi scostante con tutti, essere me mi fa schifo.

Ho solo Gian con me e pensare che un giorno mi lasci, mi terrorizza, mi fa sentire gelatina, viscida nelle mani di chiunque. Nessuno potrà mai capire, nemmeno lui stesso, il modo al quale sono legato a lui, è più di un amico e un fratello per me, è chi c'è sempre stato. E fidatevi che questo dice molto più di quello che normalmente si intende.

Lui c'era quando avevo in mente tante di quelle brutte cose, tanti di quei momenti no, dove avrei davvero mandato il mondo in aria per poi scordarmi di riprenderlo, lasciandomi inghiottire da quest'ultimo. Lui mi ha solo sorriso e dato la sua mano tatuata e senza dire una parola mi ha riportato alla riva.

Il telefono squilla ancora ma non mi curo di prenderlo, rimango in questo stato di sempre incapace di spiccicare parola o avvertire il mondo esterno. è solo un altro baratro, poi passa.

Tancredi da bambino era la persona più solare, spensierata e dolce di questo mondo, cos'è successo poi? Non lo so, direi semplicemente non ne ho idea.

Non credo siano le cattive amicizie o l'amore, direi che sono io ma non capisco ancora in quale modo e percentuale io possa influire su me stesso.

La porta si spalanca ma io non parlo, osservo e basta i movimenti fluidi della camicia colorata di Gian muoversi frettolosamente per la mia stanza, il rumore delle suole e i sacchetti che sfregano sulla scrivania sono ovattati cosi come la sua voce e le sue continue lamentele sul fatto che forse ritrovarmi in questo stato di giorno non sia proprio il massimo.

Ecco che mi scuote e io non rispondo come sempre, un altro richiamo e le lacrime tornano, la testa urla e io sembro di nuovo in un incubo quasi finito.

Le sue braccia mi avvolgono forte quasi cominciando a piangere anche lui, distrutto più di me da questa cosa, scusa nonna se non riesco ad essere il tuo ometto, se non sono quello forte della famiglia, se mi perdo un po in me, se non riesco a stare bene.

Non smette di carezzarmi e io trovo la forza di stringere le mie piccole mani ossute alla sua schiena e sentirlo rilassarsi per un solo secondo.

Mi odio per farlo spaventare ma è tutto quello che so fare, che sono.

Riesco a stringerlo più forte e la tempesta sembra cessare leggermente, sto riprendendo coscienza dei miei arti e del mondo reale, sto tornando piano piano alla realtà.

<<Ehi Tanc sono qui, non ti lascio andare, tranquillo che torni qui da me>> mi sussurrava il mio amico con quella sua solita calma che avrebbe destato chiunque.

Non riuscivo comunque a parlare, la bocca era asciutta e l'unico appiglio sembrava essere proprio quel piccolo uomo davanti a me, la piccola bottiglia sul mio comodino fa capolino davanti ai miei occhi in un attimo sapendo che ancora una volta mi stava salvando.

<<Oggi tu stai con me e si, cazzo, vieni a stare da me per tutto il tempo che vuoi, se vuoi rompimi il cazzo per sempre ma basta cazzate, ti prego>> eccolo che la sua parte iperprotettiva faceva capo come ogni volta, non c'era bisogno di parole, entrambi sapevamo."
Ho i brividi come sempre, vorrei piangere ma mi trovo accovacciato e inerme sul letto di casa nostra.
Qualsiasi parola si ferma in gola e per quanto io voglia cacciarla fuori sembra un coltello.
Era sempre cosi, a volte piú, a volte meno.
Fumo, presa male, assenza, buio, realtá.
un ciclo in loop.
Mi stavo distruggendo ma sapevo che sarebbe arrivato prima o poi un salvatore eterno che mi avrebbe trovato li e raccolto e portato con se proprio come dice Jovanotti.
Io il mio angelo l'avevo trovato ma ormai era lontano, era piú di una settimana che non ci sentivamo e io non dormivo, non mangiavo e non stavo.
non stavo bene ne male, ero annullato semplicemente.
I nostri ricordi si susseguono nella mia mente e una lacrima dopo l'altra i singhiozzi cominciano ad essere facilmente udibili anche a stanze di distanza.
Davanti a me avevo un portafoto con diversi momenti insieme...la prima volta in cui abbiamo dormito insieme, i nostri sguardi, la prima cena, e una foto di lui che sorride al Gianicolo, scattata subito dopo avergli regalato una rosa.
Era Gennaio e si moriva di freddo.
Mi ero deciso ad invitarlo a cena dopo mille dubbi e lui aveva accettato con il solito sorriso di sempre.
Mi vestì meglio del solito, volevo fare colpo perchè era speciale per me e volevo conoscere qualsiasi cosa di lui, anche le piú piccole sciocchezze.
Presi una felpa dal mio armadio, la improfumai e la misi nel cofano, nel caso avessi freddo con solo la camicia.
Arrivai addirittura in anticipo e aspettarlo mi sembró la cosa piú difficile del mondo.
Era cosi che si sentivano i miei amici quando io ritardavo? era tutto un contorcersi di stomaco e voglia di scappare perché non adatto.
Poi lo vidi entrare con quei jeans disegnati e una felpa rosa e il mondo si fermó per quelli che sembrarono secoli.
Mi sorrise felice e il mio cuore esplose, dieci, cento, mille volte.
Ogni singolo momento di quella serata é una coltellata nel mio petto.
Per tutta la serata mi tenne la mano perchè diceva di essere vestito troppo male per un posto cosi costoso eppure a me sembrava pure piú bello del solito.
Avevo il fiato mozzato ogni volta che alzavo gli occhi e lo scoprivo a fissarmi, era un sole, il mio.
Parlammo per tutta la sera di progetti, videogiochi e di ció che amavamo ma come facevo a parlare di lui al diretto interessato?
Poco prima della fine di quella cena, l'ennesimo venditore ambulante di rose, si presentó ai tavoli e questa volta si avvicinó anche a noi.
Il cuore mi tremava quando gli porsi quella piccola rosa del suo colore preferito, sembrava un bimbo a tutti gli effetti.
Gli occhi gli brillavano e sono abbastanza sicuro che fosse lo stesso anche per me.
Uscimmo dal piccolo locale e subito mi volle portare nel suo posto preferito, la terrazza al Gianicolo.
Roma si ergeva su di noi possente con le sue mille luci che illuminavano il suo viso dolce.
Era perso, perso tra le mille luci e io qualche passo indietro a guardarlo senza nemmeno prestare attenzione al panorama.
Puó una persona distruggerti a tal punto di sentire il freddo sin nelle ossa?
Non capivo piú niente, lui per me era quella cosa che quando la guardi non riesci a staccare gli occhi per quanto ti cattura, ti rapisce e ti ammalia con un solo sguardo, era quei sorrisi che ormai non facevo più da anni, era il Tancredi bimbo e spensierato...era il me luna piena dove l'eclissi non si vedeva nemmeno ad anni luce.
Era stata la sera piú bella dei miei pochi anni di vita fin quando non mi tiró dalla camicia avvicinandomi pericolosamente a lui.
Il cuore mi salì in gola in una frazione di secondo e guardando i suoi occhi riflessi nei miei, sentì mancarmi.
<<Guarda Tanche, guarda che belli i fuochi>> sollevai lo sguardo e vidi dei fuochi simili a quelli che provavo io in quel momento.
Lo abbracciai da dietro senza dire nulla e lo sentì rilassarsi tra le mie braccia.
Era a casa e io con lui.
Gettai a terra il portafoto, era troppo doloroso da ricordare.
Vidi tutti quei mesi andare in frantumi con un solo gesto.
Stanotte ci sono i tuoni, vieni a dormire con me? Ho paura e voglio le coccole..
*cancella messaggio*
Sei la persona piú importante della mia vita Tancredi, non andartene mai.
*cancella messaggio*
Stavo guardando i Griffin e ti pensavo, ti va di vederli insieme?
*cancella messaggio*
Mi manchi Tanche, non ti sento da ieri.
*cancella messaggio*
Quel tizio ti ha guardato tutta la serata, se continua a guardare vado li e lo meno.
*cancella messaggio*
Perchè non riesco a cancellarti dalla mia vita come questi messaggi importanti?
Non riesco a cancellare il tuo numero, la tua voce, il tuo profumo da me, dalla mia testa, dalla mia vita.
Dammi tregua Lele, fammi dormire, mangiare, respirare senza di te.
Non posso continuare a vivere in quest'agonia, non riesco a vivere senza di te.

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