Sun.

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Oggi mare.
si muore di caldo e non potrebbe esserci soluzione migliore del mare.
Il sole picchia forte in cielo e io non mi sento proprio a mio agio, insomma a chi piace il sole? forse ai meteoropatici ma non trovo niente di bello in questa luce accecante che mi fa sudare tre mesi all'anno.
Gian é da tutta la mattina a telefono, sembra ancora preoccupato ma non mi dice nulla...quando vorrá me ne parlerá lui, voglio lasciargli il suo tempo.
Vorrei fargli sapere che ci sono anche se credo che lo sappia.
Avrei bisogno di dare conferme, in qualche modo, tutti riescono tranne me, mi sento inutile.
Vorrei riuscire ad abbracciarlo, anche solo a cercare di parlargli e dirgli che ci sono ma mi viene difficile come poche cose.
Mi sento indifeso, il sole splende e penetra nella mia pelle fino a colorarla pian piano di scuro, odio il rossore che si forma sulla mia pelle per la bruciatura soprattutto sul naso.
Dio che fastidio.
Mi stendo sul telo lasciando che i raggi solari sopra l'ombrellone, spero di riuscire a recuperare qualche ora di sonno, ultimamente faccio difficoltà a dormire, mi sento sempre perennemente in ansia, chiudo gli occhi e resto sveglio fino a tardi cercando di evitare delle crisi.
Gian non si è accorto di nulla fortunatamente e spero continui a non farlo visto che non saprei come spiegarmi.
Improvvisamente, assorto nei miei pensieri, un gavettone d'acqua gelata mi colpisce in pieno viso infracicandomi come un pulcino.
Gli occhi scattano pronto all'incazzatura piú tosta del secolo quando vedo due occhi marroni ridere e la bocca stendersi in un sorriso soddisfatto per essere riuscito a farmi uno scherzo.
Mi trovo impotente, sono fermo a guardare il suo sorriso senza un apparente motivo, imbambolato perchè assomiglia ad un bambino.
Il sorriso largo, la felicità mi travolge come un tornado durante una tempesta e ammetto di aver accennato forse anche io un sorrisino, forse.
<<Questo è perchè vuoi fare il noioso e dormire, vieni a fare il bagno con noi!>>
Mille idee mi sarebbero passate in mente molto piú interessanti ma sarebbe stato impossibile dirgli di no se solo per un attimo ti perdevi a fissarlo.
Finalmente mi alzo e decido di togliere la maglietta che ancora non mi aveva abbandonato, sentendomi subito dopo nudo davanti a lui.
La mia faccia diventa paonazza quando lo scopro a fissarmi e il suo sguardo concentrato non fa che mettermi in soggezione.
Ti prego Lele smettila di guardarmi.
Mi prende per il polso e la sua stretta salda fa capolino in tutto il mio corpo, basta pensare a lui.
Credevo di essere arrivato ad odiarlo all'ennesima potenza quando decide di tuffarsi schizzandomi ancora di piú.
Lo seguo quasi a ruota avvicinandomi piú possibile a lui per rincorrerlo.
Questa volta non hai scampo piccolo Lele.
Lo sento ridere ogni volta che riemerge e una tranquillitá inaspettata mi avvolge come non mai.
Riesco finalmente a prenderlo ad affondarlo lasciando che si divertisse insieme alle mille parolacce che sono conseguite dall'acqua bevuta.
Non voglio immaginarmi in nessun altro posto se non qui, adesso.
Sembrano non pesare tutte le ore senza dormire, senza avere tregua dai miei pensieri...sarà il mare o le persone giuste ma mi sento a casa.
————-
<<È possibile che in questa dannata casa nessuno sappia fare una colazione decente?>> sento le urla di Lele da almeno cinque minuti buoni, se si arrabbia lui oggi casca il mondo.
È ora di alzarsi, piedi ben piantati a terra e si comincia la giornata.
Una delle mie cose preferite è vedere lui arrabbiato per qualsiasi cosa, inizia a sbuffare e sclerare se non trova ció che cerca, i capelli sembrano quelli dei cartoni e la faccia è paonazza.
Uno spettacolo indimenticabile.
Di solito in questo momenti gli stavo vicino, lo abbracciavo, parlavamo un po e poi andava tutto meglio, adesso dubito possa essere cosi.
Faccio capolino in cucina e posso giurare che se mi avesse potuto uccidere lo avrebbe fatto.
Era di otto colori diversi in viso e nonostante si stesse avvicinando fin troppo a me, non potevo non trovarlo adorabile.
<<Tu, sei un dormiglione del cazzo, non fai mai niente! Ti addormenti sempre per ultimo e non pulisci mai! Non posso fare sempre tutto io qui o Diego quando mi aiuta>>
Non riuscì a rispondergli semplicemente perché anche se detto con cattiveria, era la realtà.
Non ero mai stato uno troppo attento alla casa o alla pulizia di quest'ultima perchè i ragazzi se ne sono sempre occupati benissimo, rassetto le mie cose e basta, non bado a nessun altro.
Istintivamente prendo Lele dalle spalle e lo porto a sedersi sulla sedia.
Mi sembra di essere tornato indietro di mesi, è la sensazione piú strana e devastante del mondo.
Ho le mani che tremano a contatto con il suo corpo dopo tutto questo tempo...è come se ogni fibra del mio corpo, sfinita da questa mancanza, si stia arrendendo e stia cedendo alla sua vicinanza, alle sue spalle piú ossute e al suo viso corrucciato, alla sua rabbia e a tutto il rancore che porta nei suoi confronti.
Se solo sapessi tutto questo amore mio..
Riesco a farlo sedere sulla sedia, guardandolo negli occhi. Prima coltellata.
<<Adesso sistemo tutto questo casino e faccio dei tost, ti vanno?>> i suoi occhi nei miei come mai, non riesco a capirli, sono piú scuri oggi, e mi sembra di impazzire.
Non capisco se mi vuole urlare contro, se vuole picchiarmi o semplicemente spostare per tornare ad urlare.
Ormai sono pronto a tutto quando sento solo un flebile ringraziamento un po imbarazzato e imbambolato dal ragazzo di fronte a me.
È una forma di cortesia e non dovrei pensarci troppo ma questa é la cosa piú carina che mi abbia detto dopo mesi.
Ho il cuore a mille, è troppo vicino a me.
Allontanatemi subito da qui o rischio di fare qualcosa di insensato o stupido mentre sento la bocca farsi asciutta e le labbra cemento.
Solo un piccolo gesto inaspettato o troppo avventato e quel piccolo esserino sarebbe scappato via dalle mie braccia.
Chiudo gli occhi e poso un bacio sulla sua fronte, seconda coltellata.
La pelle e morbida come la ricordavo, è solo leggermente piú grassa del solito a causa delle schifezze giornaliere che ingeriamo, i capelli mi fanno il solletico mentre mi godo quel momento che credevo non potesse arrivare mai piú.
Come mi mancavi piccolo Lele.
I tuoi occhi che mi guardano mi fanno tremare lo sai? dovresti smetterla di sembrare un cazzo di bambino di due anni ogni volta che ti arrabbi, sei fastidioso.
Non riesco a ragionare e non ragionare significa fare stronzate.
Voglio tornare a dividere le mie giornate con te perchè di queste mezze occasioni ho le tasche piene.
Io che mi sposto e i tuoi occhi grandi ancora a guardarmi.
Hai paura di me, mio piccolo Lele? hai abbassato lo sguardo, sei fragile in questo momento, che sta succedendo?
Rialzi lo sguardo un ultima volta e vedo un piccolo velo sui tuoi occhi prima di vederti fuggire in camera.
Cosa devo fare per un attimo di pace insieme a te?

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