Quaint.

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La testa pulsava ed era l'ennesimo letto vuoto.
Vuoto perchè erano solo un materasso e delle lenzuola, spoglie, vestite di persone che tra di loro non avevano niente in comune, se non la voglia di soddisfare se stessi.
Il silenzio mi aveva sempre fatto compagnia eppure ieri sera mi ha fatto male.
Il suo piccolo viso guardarmi deluso e le mani, le braccia, il corpo di quell'altro sconosciuto toccarlo, scoprirlo, amarlo come io non riesco a fare.
Avrà scoperto cose che avrei voluto fossero solo mie, la sua bocca, il suo piccolo nasino inclinato ad ogni bacio, i suoi capelli morbidi, i suoi occhi chiusi fatti di velluto, grandi e fragili.
Ho il petto che mi scoppia e mi sto maledicendo in diverse lingue per non averlo fermato, detto che era uno scherzo, che non avrebbe dovuto toccare nessuno, che...lui forse era un po mio.
Ma sarei stato incoerente con una ragazza al mio fianco e la boccaccia larga per via di qualche bicchiere di troppo.
Sento gli occhi pizzicare e la dilaniante sensazione di averlo definitivamente perso.
Io mi sento perso.
Mi manca il respiro a tratti.
Vorrei non essere mai nato, combino sempre e solo cazzate.
Mi sento di troppo per me, per lui, per tutti.
Perfino questo letto mi invita ad alzarmi perchè peso.
Ed eccolo accontentato.
La mia eterna cittá a quest'ora della notte fonda sembrava piú bella del solito.
Ho sempre pensato che Roma fosse magica, avesse quel suo non so che a distinguerla da tutte, perfino dalla bella e appariscente Milano.
Era storie tra i vicoli, caos, un mondo tutto da scoprire...chissà se mai mi dovessi trasferire come farei senza quest'immensitá che è ormai casa.
Non so nemmeno dove sto andando eppure eccomi a vagare ancora una volta sperando di rimanere da solo il piú possibile.
Airpods alla mano e gli occhi.
Mi basta questo per calmarmi ogni volta che ne sento il bisogno.
Nonostante la musica sento la risata di una ragazza che si appende ad un palo palesemente ubriaca e un ragazzo accanto a lei sorriderle.
Mi soffermo a vedere come la situazione si evolverá ed è proprio la scena tipica dei film, lei fa il giro del palo e lui la aspetta con un bacio alla fine e lei sembra decisamente piú cosciente di come potesse sembrare inizialmente...forse è solo felice.
Mi esce spontaneo un ghigno amaro.
Chissá se lo saró anche io un giorno magari con la persona che amo davvero.
Io non so nemmeno da dove si cominci ad amare e a volte pesa...piú del dovuto.
Non riuscire a fidarmi, ad essere me stesso con qualcuno.
A mostrarmi la mattina irritato e sempre con l'acido in bocca.
Lamentoso per ogni cosa che non riesco a fare, per ogni parola che non riesco a dire.
Bisognoso di me, dei miei spazi e della mia calma.
Bisognoso peró anche di coccole, amore e tanto affetto.
Ho bisogno di certezze che io stesso non mi so dare e non potrei mai dare ad altri.
Chi sarebbe capace di sanare un cuore triturato?
Esistono pezzi del mio cuore in ogni parte del mio corpo come un esplosione dopo uno schianto.
Vorrei che qualcuno avesse la pazienza di raccoglierli anche facendosi male, ma almeno provare a prenderli anche con le pinze e cacciarli fuori, puó anche tenerseli, vuol dire che a qualcosa sarà servito.
E se dovesse poi tenerseli solo come vittoria personale senza assicurarmi nulla?
Chi sarebbe in grado di andare a riprenderli? Fare a botte per avermi?
Chiedo decisamente troppo e intanto mi ritrovo davanti casa sua.
L'ultimo posto che avrei voluto vedere.
La calma e il silenzio che si percepisce sulla pelle, le luci spente, la madre, la sorella e la piccola a letto.
Gli auguro i migliori sogni.
Quanti ricordi ha questa casa per noi due che ci conosciamo da cosi poco..sembra il nostro rifugio ogni volta che stiamo male, che abbiamo bisogno di sentirci bene, di staccare la spina dalle pressioni della vita quotidiana.
Ultimamente ha preso anche a lavorare ad un gamestop in centro.
Dice di voler mettere da parte dei soldi per quando andrá a vivere da solo, o con me...e Diego.
La cosa che mi viene piú facile è rannicchiarmi sul marciapiede pensando a dove potesse essere lui.
Sono pazzo, forse si, mi chiedo se sta bene, se quel tizio gli ha fatto qualcosa di male o se lui fosse...si insomma...vergine.
E se quel tizio l'avesse stuprato?
Il mio cuore prende a battere di nuovo piú veloce e mi si sta per fermare in gola, sono stato un coglione.
Mi alzo convinto finalmente di fare la cosa giusta ed andare a cercarlo, ecco che una range rover nera si ferma proprio davanti all'appartamento e ne esce lui piú bello che mai.
Capelli scompigliati, vestiti infilati di fretta, labbra gonfie e la solita camminata da Lele.
Sento il cuore calmarsi e accelerare allo stesso tempo, cosa penserà di me adesso qui? come glielo spiego?
E poi perchè é cosi bello? Si Tancredi pensa lucidamente, dove cazzo scappi?
Mancava poco affinchè si voltasse e sarebbe stato inutile scappare adesso.
Mi rigiro un po le dita nelle mie tasche facendo finta di essere capitato li casualmente.
<<E tu che ci fai qua?>> cazzo.
<<I-Io...volevo solo sapere se stessi bene.>>
———————-
Altro giorno, altra presa male.
Il divano è piú scomodo di quel che ricordavo, la mia povera schiena è distrutta e il collo tutto storto.
Sento il saporaccio in bocca, derivato probabilmente dal latte di ieri sera.
I ragazzi, come al solito, sono già svegli e non perdono occasione per far casino.
Gianmarco sta litigando con il fornello che non vuole accendersi e Diego gli urla contro perchè non riesce a suonare con tutto questo frastuono.
Di Lele nessuna traccia...magari dorme ancora...
invece eccolo che sbuca dal corridoio assonnato e frastornato da tutto questo rumore.
Si stropiccia gli occhi e guarda intorno a se, come per cercarmi ed eccolo, che come sempre, mi trova al solito posto.
Inaspettatamente si avvicina e si accoccola a me.
Mi mancavi Lele.
Ho il suo viso, di nuovo, vicino da far paura e i suoi occhi dolci chiusi per la brusca sveglia.
Le mie mani, quasi istantaneamente, carezzano i suoi capelli e lo fanno sentire sempre piú vicino a me.
Ci siamo di nuovo, la sua testa si intrufola tra il mio braccio e la guancia e sento il suo respiro sul collo.
Non di nuovo.
Mi sta baciando, sento le sue labbra scendere su e giú per il collo e non lasciargli tregua.
Posso deglutire senza che il ragazzo se ne accorga?
Ho la bocca asciutta ed è inerme.
Lele ma che cazzo stai facendo? Che ti è preso oggi?
<<Mi sei mancato, stanotte volevo dormire con te>>
ecco che si accuccia di nuovo e il mio cuore perde un battito, mi mancava anche lui.
<<Allora stanotte dormiamo insieme, guardiamo Netflix prima?>> gli carezzo la guancia per rilassarmi.
Il piú piccolo annuisce e si riaddormenta tra le mie braccia...ahia Lele, cosa mi stai facendo...

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