[ andate su spotify e fate play (in loop fino alla fine del capitolo) su Roslyn di Ben Pellow altrimenti vi leverete metà delle emozioni di questo capitolo.]
Ho bisogno di scappare.
Scappare dalla normalità.
Vedo le mie gambe muoversi e correre verso l'ignoto, c'è la nebbia attorno a me.
Sono solo io e me stesso.
Gli alberi si infrangono improvvisamente sulle mie braccia fino a tagliarla eppure ciò non mi ferma.
Ho il fiato corto e forse sto anche piangendo, devo scappare.
Da chi? Da chi sto fuggendo?
Tancredi fermati, continuo a ripetermi sperando di potermi ascoltare finalmente ma nulla, sto solo procedendo a passo ancora più svelto.
È tutto scuro.
Mi faccio ancora male ma non demordo, non sto bene, sento qualcosa che esplode nel petto.
Urlo, urlo a pieni polmoni, cerco di liberarmi con tutte le forze in mio possesso.
Non voglio smettere.
Mi stanno lasciando tutti e io sto lasciando me stesso.
Come biasimarli...qualsiasi cosa possa essere facile tendo sempre ad aggrovigliarla e a complicarla fino a non avere più un capo e perdermi.
Ancora una volta questo senso di nausea nei miei stessi confronti riemerge.
Io non sono abbastanza per me stesso, per i miei amici, per lui.
Non lo sono e non lo sarò mai.
Sono vuoto e pieno fino all'orlo, sono caos e quiete fino all'inverosimile.
Sono due opposti che si annullano, proprio come nella vita.
Due opposti non si sceglieranno mai e sarebbero solo pazzi a provarci.
Sento la gola dannatamente secca, ho bisogno di acqua e fu cosi che ritornai al mondo reale dopo quest'incubo atroce.
Per la prima volta non erano le braccia di Gianmarco a stringermi ma quelle di un piccolo Lele dormiente e sereno, ignaro del potere che aveva su di me.
Si stava muovendo un po anche lui, sarà un incubo anche il suo?
L'odore di sempre sul cuscino e la voglia di piangere ancora una volta.
Mi sentivo cosi sbagliato per me stesso, ero ad un punto di non ritorno.
Cosa mi aveva portato a demotivarmi nuovamente?
Cosa mi aveva spinto fino al burrone?
Stava andando tutto bene, ci siamo baciati, siamo tornati a casa felici e finalmente sereni, cosa è che ancora mi turba?
Non lo so, non riesco a capirlo.
Improvvisamente sento che passato e presente si sono mescolati e non sono pronti a tornare indietro, adesso o si va avanti o si cade.
E io cosa sono disposto a fare?
Sono disposto a lasciarmi andare totalmente o far morire morire tutte le certezze che ho costrito e distrutto nel corso di questo anno?
Mi giro sul comodino e vedo l'ennesima stagione susseguirsi, tra poco sarà Natale e io mi sento come mai prima d'ora.
Ricordo che da piccolo adoravo questa ricorrenza ma da quando nonna non c'è piú non sembra piú avere lo stesso sapore, niente sembra avere sapore senza di lei.
Metto i piedi a terra, è ora di iniziare.
Mi trascino fino alla doccia cercando di calmare i pensieri senza freno e ammaliandomi del suo calore.
Chissá se avró mai un po di pace, ne ho bisogno.
Ho deciso, oggi vado a fare una cosa.
Finita la doccia mi preparo in fretta saltando di netto la colazione, avevo lo stomaco del tutto aggrovigliato e sarebbe stato inutile anche solo l'odore.
In casa dormivano tutti, del resto erano solo le 9 del mattino, non potevo pretendere chissá cosa.
Il tintinnió di uno dei miei negozi preferiti mi fa sentire finalmente a casa, la voce di Alex è facilmente udibile dalla stanza accanto e la sua faccia sorpresa nel vedermi cosi senza preavviso dopo mesi, non è da meno.
Gli spiego la mia idea e inizia a lavorarmi.
Chiudo gli occhi sotto l'ago del piú bravo tatuatore di tutta Milano e ripenso a tutta la mia vita.
Ai primi passi che non ricordo, ai sorrisi di mamma e papà quando facevo qualcosa di giusto, alla nascita delle mie sorelle e i mille dispetti che ci facevamo da piccoli solo per scherzo.
Ripenso a me in un angolo schiavo della scuola perchè "è intelligente ma non si applica" ma io potevo giurare di metterci tutto me stesso eppure non era mai abbastanza; ripenso allo sguardo di mamma quando ne facevo una delle mie: stanco e deluso.
Chi aveva cresciuto? un piccolo bambino con problemi?
Chi era Tancredi Galli?
L'ago punge un po e io sento di dover andare sempre piú a fondo.
Mani strette sul bracciolo e continuo a vagare.
Il bosco è sempre un segno.
È libertá selvaggia allo stato puro, è voglia di fuggire dalle gabbie della propria mente, è scoprirsi e imparare ad amarsi per quelli che si è, come natura ci ha creati, pregi e difetti e io non so se sono pronto.
Ripenso poi al mio primo amore, mia nonna.
Se sono qui è grazie a lei, forse l'unica che ha sempre creduto in me.
L'unica che mi ha preso e spinto in quest'avventura che mi ha portato a conoscere Gianmarco, Diego e...Lele.
Emanuele, cosa dire di lui? È importante ma al momento sono piú importante io per me.
Vorrei potergli togliere quegli occhi tristi e le guance rigate dalle lacrime che vedró a breve ma non me lo permetterà, è troppo orgoglioso per farlo.
Non voglio piú farmi del male.
Sono passate tre lunghe ore e i miei pensieri non sono ancora fermi.
<<Tanc puoi alzarti, ho finito.>> esordisce cosi dopo tre ore di lungo lavoro.
Piú lo guardo e piú vorrei piangere, lascio che metta la pellicola e poi accarezzo il braccio appena tatuato.
Non ti scordar di me.
Il fiore del vero amore.
"Secondo una leggenda austriaca, un giorno due innamorati stavano passeggiando lungo il Danubio scambiandosi promesse e tenerezze e rimasero affascinati dalla grande quantità di fiori blu che venivano trasportati dalla corrente. Il giovane, nel tentativo di raccogliere alcuni di questi fiori per l'amata, venne inghiottito dalle acque, gridando "Non dimenticarmi mai!". La valenza da allora attribuita al fiore è quella della fedeltà e dell'amore eterno."
Mio nonno era solito portarlo a mia nonna e da quando lui non c'è piú sono stato io a fare le sue veci.
Io ho trovato il mio Non ti scordar di me ma io non sono il suo.
Torno a casa soddisfatto di me e del lavoro sul mio braccio.
Non ho spiccicato parola da quando sono uscito e la faccia terrorizzata di Lele e dei ragazzi quando mi vedono varcare la soglia mi fa pensare che forse un biglietto avrei potuto lasciarlo.
Le sue braccia mi stringono e sento un po di dolore per aver sfiorato il tatuaggio ancora fresco.
<<Temevo fossi andato via.>> sussurra lui tra le mie braccia.
<<Non posso scordarmi di te.>>

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Scents.
Fanfictionnon so scrivere le descrizioni, se mi verrá qualcosa in mente ve lo farò sapere :)