CAPITOLO 10

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"Rossé, non potresti chiamare il tuo fidanzato e chiedergli che cosa sono i congiunti?"

"Ma allora il mio ragazzo lo posso vedere, sì o no?"

"Boh, non ci sto a capire una mazza..."

"Ma 'sta fase 2 non mi sembra tanto diversa dalla fase 1..."

"BASTA!"

Con molta violenza, la mano di Rossella sbatte sul tavolo, facendo sussultare gli altri due inquilini, intenti, fino a quel momento, ad animare un'accesa discussione.

"Io non ci capisco un cazzo di politica, ma pure voi, diamine... state nella merda!" Sbotta, furiosa, sotto i loro occhi increduli.

"Mamma mia, oh, ma stai calma..." Rincara la dose, Antonio, fomentando ancora di più la rabbia della donna che, stanca del suo continuo ribattere, decide di girare i tacchi e lasciare la cucina, sbattendo la porta.

"Comincia a preoccuparmi..." Commenta il ragazzo, rivolgendosi all'unica rimasta. "È sempre nervosa, non puoi dirle mai niente. Poi sta storia di Conte..."

"Che c'entra lui ora?"

"Perché tu ci credi?" Domanda, alzando le sopracciglia. "Non dirmi che ci credi, ti prego."

"A me è sembrata molto convincente, a dire la verità." Afferma, Elena, prendendo le parti della sua padrona di casa. "Ha quella luce quando parla di lui..."

"Si chiama pazzia, Ele. Di questo si tratta."

"Certo che sei proprio stronzo."

Antonio rotea gli occhi per poi fare un gesto plateale con le braccia, uno dei soliti che fa quando si sente attaccato. Se il ragazzo avesse una sua controparte politica, quella sarebbe sicuramente Matteo Salvini.

"Non sono stronzo, sono realista. Fidati, Rossella non è mai stata con Giuseppe Conte, ma neanche nei suoi sogni più reconditi."

4 MAGGIO.

Inizia la fase 2. Inizia un nuovo percorso. Per alcuni sarà il ritorno ad un'apparente vita normale, per altri non sarà cambiato proprio nulla, ma sarà solo un prolungamento di quella tediosa e ormai odiata quarantena. A casa, tutto prosegue come sempre: Elena continua con il lavoro da remoto, Antonio continua a seguire le lezioni online, tra bestemmie e figure di merda, e Rossella continua a non fare nulla, maledicendo il suo Giuseppe per non averle permesso di aprire il negozio, con le dovute cautele, prima del tempo.

Aperture per il 3 giugno, ma vaffanculo, bella fase due del cazzo.

Tra incazzature e delusione, però, la vita prosegue e i tre inquilini continuano a punzecchiarsi a vicenda, a spararsi cattiverie addosso, come se non fossero costretti a vivere a stretto contatto 24h su 24, sette giorni su sette. La quarantena li ha ormai portati verso il delirio totale.

"Antò, ti avevo già detto che la lavatrice la devi fare dopo le sette di sera, così si risparmia! Quante volte te lo devo dire?!" Elena urla, lanciando una ciabatta nella direzione di Antonio che riesce a deviare per puro miracolo.

"Vedi che non ho più mutande! Se non la metto ora, domani che faccio? Mi metto i tuoi tanga?"

E con uno scatto felino, riesce a deviare anche l'altra ciabatta.

"Pazza!"

Stavano per passare alle mani, quando all'improvviso sentono suonare alla porta.

Panico. E ora chi diavolo è?

I due frenano l'ira e depongono l'ascia di guerra per scambiarsi uno sguardo indecifrabile.

"Aspettiamo qualcuno?" Entrambi negano con la testa per auto-rispondersi.

La favorita del PresidenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora