"Gli Stati cosa?!"
"Gli Stati Generali, Rossella."
Si stanno vestendo, o meglio, Giuseppe si sta vestendo, poiché Rossella è ancora nuda, grondante di sudore e seduta sul tavolo della cucina, mentre guarda l'altro con espressione incredula e sull'orlo di una crisi isterica.
"Hai presente Luigi XVI, prima che scoppiasse la Rivoluzione Francese...?"
"So cosa sono gli Stati Generali, ma io che cazzo c'entro? "
"Beh... il penultimo giorno sarà dedicato agli incontri con alcuni rappresentanti di categoria, le piccole imprese e partite IVA. Ho pensato che tu potessi essere perfetta per rappresentare la tua categoria, perciò..."
"Non ci pensare neanche."
"Durerà solo un'ora e mezza!"
"Sono ancora incazzata con te, non credere di passarla liscia!"
Giuseppe abbandona il suo intento di annodare la cravatta e fa cadere pesantemente le braccia sui suoi fianchi, per poi scuotere stancamente la testa. "Sei davvero impossibile, Rossella. Ti sto parlando di una cosa importante, una cosa a cui tengo moltissimo. Abbi pietà di me, almeno, e prendi in considerazione la mia proposta." Le prende le mani e se le porta alle labbra, baciandone delicatamente i dorsi. "Lo faresti per me?" La donna, stizzita, gira il volto per evitare il suo sguardo, quello stesso sguardo ammaliante che lui utilizza quando cerca di convincerla a fare qualcosa. Rossella guarda altrove, ma Giuseppe non si arrende, non lo fa mai. Si posiziona di nuovo tra le sue gambe e con una mano inizia ad accarezzarle il collo, il seno sinistro scoperto, su cui si sofferma più del dovuto, tracciandone la forma con le dita, saggiandone la pienezza con l'intero palmo della mano. Rossella trattiene un respiro, continuando testardamente a guardare un punto indefinito della stanza che non fosse il volto dell'uomo, di cui sente il caldo respiro sfiorare la pelle umida della propria guancia. "Non mi guardi neanche?" Sussurra piano, con voce roca, nelle vicinanze del suo orecchio. Così vicino da perdere di nuovo la testa.
"Sei proprio un bastardo."
"Lo so." Afferma, prima di baciarle la guancia e poi le labbra che immediatamente si scansano per non dargli alcuna soddisfazione. Lui rimane per qualche secondo interdetto, prima di ritornare a sorridere con fare canzonatorio. "E va bene, va bene, ho capito." Indietreggia di qualche passo per finire di sistemarsi la cravatta e la camicia. "Prendi almeno in considerazione quello che ho detto, Ross. Vorrei tanto che tu venissi."
"Non sperarci troppo." Continua a replicare, la donna, mostrando tutto il proprio fastidio.
Ma lui continua a sorridere, completamente sicuro di sé stesso. "Vedremo."
Nei giorni successivi, le parole di Giuseppe ritornano ad affollarle la mente, come una continua litania, come quelle stupide canzonette delle pubblicità che si presentano nella tua mente nei momenti più improbabili. Ritornano alla mente i ricordi, le parole, ogni piccolo momento passato insieme nei mesi precedenti, da quelli belli a quelli brutti; ogni istante in cui lui l'ha fatta sentire una persona speciale, unica. Rossella si è ritrovata in un bivio che sembra non aver via di uscita. Il cervello gioca brutti scherzi, quando cerchi di non pensare ad una persona, soprattutto quando quella cosiddetta persona non è incline alla resa.
Villa Pamphili è davvero bella in questa stagione, te lo assicuro.
Le scrive il primo giorno.
Goditela.
Prontamente gli risponde.
Forse è stata un po' troppo stronza? Probabilmente. Ma Rossella ha sempre amato tenere sulle spine gli uomini e lasciarli cuocere un po' nel proprio brodo, è sempre stato un gioco a cui lei non ha mai saputo rinunciare. Con Giuseppe, però, è stato diverso fin dall'inizio, ovviamente. È lui quello a tenerla in costante apprensione, sul filo del rasoio, consapevole del potere che egli ha sulla donna, su qualsiasi donna. Giuseppe Conte è fatto così: è un abile avvocato ed è un mediatore nato; sa come trattare con le persone e riesce sempre a capirne le debolezze e insicurezze, anche quelle più nascoste. E lui conosce bene Rossella, forse molto di più di quanto la donna possa credere.
È un mercoledì sera tranquillo e la giovane parrucchiera sta guardando l'ormai abitudinaria conferenza stampa degli Stati Generali; Conte sta facendo il punto della situazione, il cielo sopra di lui è incerto e qualche gocciolina s'infrange sulla sua giacca grigia d'alta sartoria. Il verde delle curate siepi fa da sfondo dietro le sue spalle, ma esso rimane in secondo piano, in contrasto con il pallido volto dell'uomo che in quel momento sta parlando. Quanta fiducia riesce a dare con le sue parole, pensa Rossella. Con tutta quella calma e pazienza, che molto spesso manda a puttane, riesce davvero a infondere speranza nelle persone. Se non lo conoscesse così a fondo, potrebbe dire che quel presidente ha davvero tutto sotto controllo. Magari. Probabilmente non sa nemmeno lui perché si trovi lì e quali saranno le intenzioni future del suo Governo. Con lui sembra sempre tutta un'incognita: la politica, la vita, l'amore. L'amore... già, per l'appunto, proprio quello. Siamo già arrivati fino a questo punto? Si chiede Rossella, quasi spaventata da quell'assurda conclusione. E una vocina nella sua testa, che per mesi non ha fatto altro che assillarla e riempirla d'incertezza, pare finalmente aver trovato la quadra della situazione per confermarle quello che per mesi sapeva, ma evitava di assecondare: "Sì, stupida idiota, è proprio lì che sei arrivata. Tu e tu soltanto, con le tue gambine e le tue paturnie mentali. Proprio a quel sentimento che per decenni hai evitato come la peste per paura di dover soffrire."
Infatti, eccola lì, innamorata del Presidente del Consiglio italiano. Innamorata persa. Ed è totalmente sofferente da quella nuova consapevolezza che non si è neanche resa conto di star abbracciando il cuscino in una stretta disperata, cercando di soffocare i singhiozzi incontrollati ed evitando a tutti i costi lo schermo della TV dentro cui viene ancora mostrato il centro dei suoi problemi. Stupida, doppiamente stupida per aver fatto la stessa fine di molte donne prima di lei, cadute ai piedi di quell'uomo. Lei che si era sempre promessa di non farsi coinvolgere da quelle sensazioni incredibili, da quelle attenzioni che lui le dedicava, da tutto... stupida! Eppure i segnali c'erano stati: la strana gelosia che provava e prova per la sua fidanzata, la costante voglia di vederlo, il vuoto che le lascia ogni volta che non c'è, la paura di perderlo... sì, la paura soprattutto, come quella avuta la famosa sera di febbraio, prima che la pandemia si portasse via quei mesi di vita, quando lui le disse che voleva dirle delle cose. Cose. Lì fu presa dal terrore, si sentì gelare il sangue all'idea di essere lasciata, e quell'orribile sensazione non l'ha mai completamente abbandonata, anzi, l'ha decisamente tormentata in tutti quei mesi. Per questo prende coscienza del fatto che non può andare avanti così, non può vivere nell'incertezza, non a quelle condizioni. Così, a conferenza stampa conclusa, prende il telefono e, dopo un breve tentennamento, inizia a scrivergli un messaggio:
Potrei considerare la tua proposta ad una sola condizione.
La risposta non tarda ad arrivare.
Quale?
Voglio che tu risponda sinceramente ad una mia domanda. Ti assicuro che qualsiasi risposta tu possa dare, non influenzerà la mia decisione.
Va bene, Ross. Chiedimi pure, tanto alle domande scomode sono abituato, ormai.
Le verrebbe quasi da ridere per quell'affermazione, se solo la situazione non fosse già tragica di suo e lei non stesse attraversando il roller coaster emotivo più dilaniante della sua vita.
Non so se ricordi, ma prima che tu imponessi il lockdown nazionale, ci vedemmo per un'ultima volta a casa tua e tu mi dicessi che c'erano delle cose che volevi dirmi e per le quali non avevi il coraggio. Giuseppe, cosa volevi dirmi? Sii sincero, ti prego, fallo per me.
Passano diversi minuti, che sembrano ore, e da Giuseppe Conte sembra esserci il silenzio stampa. Rossella è quasi tentata di mandargli un altro messaggio o addirittura di mandarlo a quel paese, ma proprio quando sta per digitare le prime parole, la risposta dell'uomo compare nella chat.
Se vuoi che sia sincero, lo sarò. Stavo per lasciarti, Rossella. E mi dispiace che tu lo venga a sapere in questo modo.
Colpita e affondata. La soluzione è rispondere senza pensarci troppo o sarebbe esplosa.
Va bene, grazie per avermelo detto. Ci vediamo sabato agli Stati Generali.
Ross, dopo ho qualche momento libero, se vuoi ti chiamo e ne parliamo con calma, ok?
Rossella?
Ma ormai la donna ha abbandonato il telefono sul divano, nolente di leggere altro e con il cuore ridotto in una miriade infinita di frammenti.
STAI LEGGENDO
La favorita del Presidente
Chick-LitLa quarantena e la noia possono portare al completo delirio. E questo lo sanno fin troppo bene Elena e Antonio, due ragazzi normali, costretti a vivere con la follia della loro padrona di casa, Rossella, che sta vivendo quell'obbligata reclusione co...