CAPITOLO 12

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Tre mesi sembrano volati, la fase 3 è iniziata da qualche giorno e la gente pare aver già dimenticato il dolore e l'enorme sacrificio compiuto nell'ultimo periodo. La pandemia è già un ricordo lontano, ma essa cammina, scorre inesorabilmente e in maniera subdola tra le ignare persone. L'Italia sembra vedere uno spiraglio di luce nell'oscurità, mentre il resto del mondo ancora combatte stremata contro questo nemico invisibile. La storia avrà molto da raccontare alle generazioni future su questo accadimento. Pagine e pagine verranno sprecate per testimoniare ciò che il 2020 è stato, e passeranno moltissimi anni, decenni, prima di vedere ogni singola conseguenza negativa dissolta. Ciò che non passerà sarà il ricordo, e Antonio questo lo sa bene. Non vede già l'ora di raccontare ai posteri ciò che i suoi occhi da giovane studente hanno visto, ciò che le sue orecchie hanno sentito e di svelare al mondo di essere stato cacciato, dalla propria casa, dal Presidente del Consiglio in persona.

Ma partiamo dall'inizio:

Siamo ad inizio giugno e piove come se fosse novembre. Grande novità. L'estate è alle porte e l'unico sole di cui Antonio è riuscito a godere c'è stato ad aprile, in piena quarantena. Se Dio e il riscaldamento globale si sono messi d'accordo per farlo incazzare, state sicuri che ci stanno riuscendo perfettamente. Fuori piove, lui è meteopatico e quel progetto di Chimica industriale su cui sta lavorando da settimane non lo sta di certo aiutando. Il mondo è sicuramente contro di lui e ad allietare ancora di più la situazione, di punto in bianco, ci si mette pure Elena che inizia a bussare con urgenza alla sua porta.

"Entra."

"Tu non hai idea!"

Neanche un buongiorno che già inizia ad essere petulante. La ragazza lo raggiunge con poche falcate e gli para il cellulare davanti agli occhi. "Ma che cazzo..." Accecato da quella luce improvvisa, non riesce subito a mettere a fuoco l'immagine che Elena gli sta mostrando, ma quando lo fa, lo sgomento è lampante.

"Oh cazzo."

"Eh."

"Ma Rossella questo lo sa?"

Sullo schermo del telefono, due persone sono raffigurate in abiti eleganti e con volti disinvolti: una è Giuseppe Conte, l'altra è la sua ragazza ufficiale, Olivia.

"Non lo so, sono uscite da poco e per ora girano solo su Twitter."

"Cazzo, qui si parla pure di un anello. Le cose iniziano a farsi serie."

Entrambi si guardano sviliti e anche un po' rassegnati da quella orribile verità: per Rossella non ci sarebbe stata nessuna speranza.

"Che bastardo." Tuona poi, Antonio. "Fa tutto il carino e poi la umilia in questo modo, se ne approfitta di lei. Se lo vedo, lo prendo a pugni e al diavolo la sua carica di merda. Lo gonfio."

"Calma, Rambo. Noi non sappiamo quasi nulla di quello che c'è tra loro. Magari a Rossella non dà neanche così tanto fastidio."

Antonio alza le sopracciglia, sfoggiando un'espressione poco convinta. "Ne sei così tanto sicura?"

Rossella torna a casa qualche ora più tardi, all'ora di pranzo. È stanca, il lavoro non le dà tregua e, con un solo dipendente rimasto, non riesce più a stare dietro alle clienti, tutte curiose di sapere come è stato il suo incontro con il magnifico, splendido, encomiabile Giuseppe Conte. La merda, ecco cos'è quell'uomo. Da quando, quella mattina, una ragazza le ha mostrato con aria divertita le foto di Giuseppe con la fidanzata, non ha fatto altro che indirizzare mentalmente nei suoi confronti epiteti tutt'altro che carini. Merdoso, bastardo, stronzo, infame, idiota, cretino, terrorista, deficiente e pure leghista, tiè, tanto peggior insulto non esiste.

Ma si sofferma a pensare: ma perché si arrabbia, eh? In fondo quella che sta facendo l'infamata del secolo è anche lei, visto che se lo sta allegramente facendo alle spalle di quella povera disgraziata. Vabbè, facendo... un parolone! È da febbraio che non batte neanche chiodo. Maledetto lui e maledetta anche la pandemia. Basta, ha chiuso, quella sera lo avrebbe chiamato e lo avrebbe lasciato per sempre. È finita.

La favorita del PresidenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora